martedì 23 luglio 2013
Agenda letteraria, "Il vento, gli odori. No. Una canzone lontana. Oppure il mio passo sul selciato. Nel buio io non so. Ma so che sono tornato a casa."
Agenda letteraria
“Erano di pietra celeste, tutti i fichi d'india,
e quando si incontrava anima viva era un ragazzo che andava o tornava, lungo la
linea, per cogliere i frutti coronati di spine che crescevano, corallo, sulla
pietra.”
Cari amici, oggi 23 Luglio la nostra
Agenda letteraria ricorda la nascita di un grande scrittore italiano, Elio Vittorini, la sua
scrittura mostra alcune influenze degli ermetici e degli scrittori americani
per creare una narrazione fra il reale e il simbolismo, mostrandosi un
figlio del suo tempo, da sfoggio delle varie correnti culturali a cui si sta avvicinando. Queste sue
caratteristiche si sviluppano con il tempo, mostrando al lettore le differenze
tra gli scritti del giovane Vittorini e quello del più maturo. Le sue idee avverse
al fascismo, vengono messe in mostra sia nelle sue opere che nei suoi articoli
scritti per i vari giornali con cui collabora e dopo lo scalpore che ha
suscitato un suo articolo del 1929, contro il provincialismo della
cultura italiana, perde le sue collaborazioni e inizia a scrivere per la
rivista Solaria, su cui pubblica la maggior parte dei suoi racconti. Uno dei
suoi romanzi più importanti è Uomini e no, è stato considerato il primo libro
sulla resistenza, dove parla della sua necessità, ma allo stesso
tempo pone dei dubbi sulla situazione in cui si trovano e si interroga sul
combattimento e sulla morte. Questa affermazione
e negazione, spiega anche la scelta del titolo, perché ci fa capire le
caratteristiche opposte dell’essere umano.
Titolo: Uomini e no
Autore: Elio Vittorini
Editore: Mondadori
Collana: Oscar classici moderni
Edizione: 14
Data di Pubblicazione: Maggio 2001
Prezzo 9,00 €
Vi lascio con un piccolo
estratto del romanzo Uomini e no e un video biografico
raccontato dallo stesso Vittorini prima della sua morte:
"Chi aveva colpito non poteva colpire di più nel segno. In una
bambina e in un vecchio, in due ragazzi di quindici anni, in una donna, in
un'altra donna: questo era il modo migliore di colpire l'uomo. Colpirlo dove
l'uomo era più debole, dove aveva l'infanzia, dove aveva la vecchiaia, dove
aveva la sua costola staccata e il suo cuore scoperto: dov'era più uomo. chi
aveva colpito voleva essere il lupo, per far paura all'uomo. Non voleva fargli
paura? E questo modo di colpire era il migliore che credesse di avere il lupo
per fargli paura"
Saggi ...o, “Ipazia rappresentava il simbolo dell'amore per la verità, per la ragione, per la scienza che aveva fatto grande la civiltà ellenica. Con il suo sacrificio cominciò quel lungo periodo oscuro in cui il fondamentalismo religioso tentò di soffocare la ragione." Margherita Hack
Saggi
“ C’ERA UNA DONNA QUINDICI SECOLI FA AD
ALESSANDRIA D’EGITTO, IL CUI NOME ERA IPAZIA.”
Ciao a tutti cari amici, ritorna la nostra rubrica
dedicata ai saggi, e il libro di oggi è dedicato ad una grande scienziata, che
è stata una matematica, astronoma e filosofa pagana, Ipazia d’Alessandria, una maestra apprezzata e rispettata, una
studiosa le cui idee sono entrate in contrasto con quelle cristiane e le
invidie e il fanatismo esasperato, l’hanno resa una martire agli occhi della
ragione, perché la sua non fu una semplice esecuzione, ma un esagerato martirio
che va oltre ogni pensiero cristiano, denudata e martoriata con cocci aguzzi le
sono stati strappati gli occhi mentre era ancora viva, per poi straziarne il
corpo, e trascinarlo a pezzi per ogni angolo della città, solo dopo sono stati raccolti
e bruciati proprio come si fa con le streghe. Era il 415 e l’ignoranza ha
preso il posto della umana ragione, per strappare al mondo una voce che con
questo strazio ha iniziato a urlare ancora più forte, e ha stuzzicato la mente di
poeti e pittori, per riscuotere una clamorosa attenzione soprattutto nell’età
dei lumi, quando è stata riportata alla luce la storia di questa intelligentissima
donna che è stata considerata un precursore di Galileo.
Il ritratto di Ipazia ci viene restituito in questo meraviglioso
saggio biografico, scritto da una grande studiosa dell’età bizantina Silvia Ronchey, dal titolo: Ipazia.
La vera storia, edito dalla Rizzoli per la Collana BUR Saggi.
Collana Saggi
Formato Tascabile
Pubblicato
23/08/2011
Pagine
318
Prezzo 10,50 €
In questo
saggio, la nostra Silvia Ronchey, attraverso una scrittura piacevole come un
romanzo, però senza tralasciare il rigore filologico e storiografico, tipico
degli storici, cerca di ricostruire sotto tutti i punti di vista, la vera
storia di questa grande scienziata, della quale non si hanno molte notizie, di
certo si sa che è stata la figlia di Teone, uno scienziato del museo di Alessandria, e lei è
stata la sua discepola prediletta, collaboratrice e il suo successore, visto
che ha superato il padre con la sua arguzia e retorica, che le ha fatto
guadagnare l’appoggio di Oreste, il prefetto di Alessandria, che spesso la
consultava sui problemi della città, questo ha scosso il vescovo Cirillo, che la
vedeva come un ostacolo nei suoi rapporti con il prefetto. Le cause della sua morte,
sono velate da una profonda ombra e sembra che le sue idee scientifiche non
sono state le vere cause della sua fine, e la sua esecuzione forse, è stata
infiammata da chi aveva interesse a toglierla di mezzo, per cercare di nascondere altri motivi, magari di natura
politica, dato che lei è stata una figura importante in questo scenario e le
sue parole avevano il potere di scuotere le menti di chi l'ascoltava.
Una fonte
importante che ci è rimasta di questa fantastica donna, che non aveva certo peli
sulla lingua, e quella di uno dei suoi allievi, che poi è diventato il vescovo
di Cirene, Sinesio. Non bisogna sorprendersi che un cristiano seguiva le sue
lezioni, infatti Sinesio non era il solo, la maestra, come era chiamata dai
suoi discepoli, era a capo della scuola di Alessandria e insegnava a chiunque voleva apprendere le arti della scienza e della
filosofica, soprattutto Platone, Aristotele come la vera filosofia ovvero la retorica, e il suo carattere, la sua saggezza, come
il suo fascino erano molto apprezzati dai giovani.
Di Ipazia, è
stato realizzato un film, Agorà, diretto da Alejandro Amenábar, che in Italia è
uscito nelle sale nell’Aprile del 2010, con una splendida Ipazia interpretata
da Rachel Weisz.
Caffè letterario: "La Storia è quella certezza nata nel momento in cui le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione."
Caffè letterario
Happiness is, a cup of coffee
and really good book
Good Morning, miei cari amici lettori, è giunto il nostro
momento di felicità, con un buon caffè e un bel libro come quello che ci
accompagna oggi tra il dolce ondeggiare del mare blu. Il senso di una fine di Julian Barnes, Editore Einaudi.
Titolo: Il senso di una fine
Autore: Julian Barnes
Traduttore: Susanna Basso
Pagine: 150
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Einaudi
Prezzo di copertina: 10,00 €
Autore: Julian Barnes
Traduttore: Susanna Basso
Pagine: 150
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Einaudi
Prezzo di copertina: 10,00 €
Un libro coinvolgente, che trascina il lettore
come il risucchio del mare e lo culla tra le onde di un ricordo, quello di un
amore finito tra Tony e Veronica, che ritorna, con un diario e un lascito
testamentario da parte della madre del suo vecchio amore, che ha sposato uno
dei suoi amici, l’affascinante Adrian, un ragazzo intelligente e filosofico, che
a distanza di qualche tempo dalla fine della loro amicizia, si suicida e come l’acqua
del mare che si ritrae quando sbatte sulla battigia anche lui scompare con una
frase enigmatica, sul senso del tempo, lasciata su un biglietto: “Fine della prima parte”. Tra i ricordi
di una storia di amicizia e di un amore finito nello scenario degli anni sessanta, dove un gruppo di giovani amici
intellettuali: Tony, Alex, Colin e Adrian, si dibattono sulla libertà
sessuale, i sogni e i progetti per un brillante futuro, caratterizzato dalla
leggerezza della loro età. Il nostro scrittore, riesce a catturare il suo
lettore con un linguaggio scorrevole e accattivante sul misterioso lascito di
una donna che ha conosciuto tanto tempo fa e con cui ha parlato poche volte, senza
considerare il misterioso diario del suo ex amico Adrian? Un rebus che
coinvolge come un giallo e grazie alla bravura di Barnes, riesce a lasciare
col fiato sospeso, per poi regalare al suo lettore un finale inaspettato per
questo libro che è stato considerato un capolavoro da scrittori e critici di
rilievo come: Alessandro Piperno, Nadia Fusini, Alessandro Mari e altri. E voi
cari lettori cosa pensate di questo romanzo con cui il nostro autore Julian
Barnes ha vinto il Man Booker
Prize 2011?
… "Viviamo nel tempo; il tempo ci forgia e ci contiene,
eppure non ho mai avuto la sensazione di capirlo fino in fondo. Non mi
riferisco alle varie teorie su curvature e accelerazioni né all'eventuale
esistenza di dimensioni parallele in un altrove qualsiasi. No, sto parlando del
tempo comune, quotidiano, quello che orologi e cronometri ci assicurano scorra
regolarmente: tic tac, tic toc. Esiste al mondo una cosa più ragionevole di una
lancetta dei secondi? Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un
piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo accelerano, altre lo
rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in effetti sparisce sul serio
e non si ripresenta più.
Noi eravamo in tre, e
lui, arrivando, divenne il quarto. Non avevamo previsto di aumentare il numero
ristretto: cricche e appaiamenti risalivano a molto prima, mentre già
cominciavano a visualizzare una via d’uscita dalla scuola e un ingresso alla
vita vera. Si chiamava Adrian Finn, era un giovane alto e timido che nei primi
tempi teneva gli occhi bassi e segrete le idee. Per un paio di giorni lo
notammo appena: da noi a scuola non esistevano cerimonie di accoglienza e men
che meno l’opposto, vale a dire reclutamenti punitivi. Ci limitammo a
registrare la sua presenza e a restare in attesa. Più interessati di noi erano
invece i docenti. Dovevano valutare la sua intelligenza, il suo senso della
disciplina, giudicare il livello degli insegnamenti ricevuti fino a quel punto
per stabilire se avesse la “stoffa da borsista”. … Al primo intervallo mi
presentai a Finn. "Sono Tony Webster ". Mi guardava con circospezione. " Bella
battuta, con Hunt ". Sembrava non sapesse a che cosa mi riferivo. "Quella lì,
su -qualcosa è accaduto-”. - "Ah, si." Mi è parso che non la cogliesse. Non era la
risposta che mi aspettavo da lui. Ricordo un altro dettaglio: a sigillo della
nostra unione noi tre portavamo l’orologio con il quadrante sull’interno del
polso. Si trattava di un’affettazione, ovviamente, ma forse anche d’altro. trasformava
il tempo in qualcosa di personale, per non dire di segreto. Speravamo che
Adrian notasse il gesto e lo emulasse, ma non lo fece. Più tardi quel giorno,
ci toccavano due ore di letteratura con Phil Dixon, un professore giovane,
fresco di studi di Cambridge. Amava proporci testi contemporanei e lanciarci
sfide improvvise: - “Nascita, Copula e Morte”, e tutto qui, a detta di
T.S.Eliot. qualche commento? - … quel pomeriggio ci consegnò una poesia senza
titolo, data di composizione o nome dell’autore; ci concesse dieci minuti per
esaminarla e infine ci chiese di commentare. – Vogliamo partire da lei, Finn? In
parole povere, di che cosa tratta la lirica, a suo giudizio? – Adrian levò gli
occhi dal banco. – Eros e Thanatos, signore. – Hmm. Prosegua. – Sesso e morte, - precisò Finn, come se il
greco potesse non essere un problema soltanto per i babbei dell’ultima fila. –
O amore e morte, se preferisce. Il principio erotico, in ogni caso, in
conflitto con il principio di morte. E le conseguenze del conflitto stesso. Signore.
È probabile che la mia espressione tradisse più sbalordimento di quanto Dixon
ritenesse appropriato. …
Cari
amici leggete e commentate questo romanzo che può rivelarsi al giudizio del
lettore come il mare, calmo e piacevole o forte e impetuoso.