venerdì 17 gennaio 2014
Egli non coltivava nessuna attrazione per i libri ed era quindi completamente all’oscuro dei dilettevoli o istruttivi poteri ch’essi posseggono. Quel volume era rimasto per anni in un angolo della sua soffitta, mezzo sepolto tra la polvere e il ciarpame. Lo aveva casualmente notato e, tolto da dove giaceva...l’occhio gli cadde su una pagina del libro che, per qualche accidente si era aperto e...
Agenda letteraria
Lettore o semplice viandante.
Benvenuto in casa mia. Entrate e lasciate un po’ della felicità
che recate.
Accomodatevi, perché questa sera renderemo
onore alla nascita di uno scrittore che ha lasciato una traccia visibile nella
letteratura americana, tanto da essere ricordato come il primo romanziere di
fama internazionale.
Lady and Gentleman vi presento l’illustre
signor Charles
Brockden Brown, che ha visto la luce
nell’anno 1771 di nostro Signore.
Questo romanziere, è
stato lodato da Shelley, per uno dei suoi più celebri romanzi Ormond, or the secret witness. Di questo
libro esiste una traduzione italiana con il titolo: Ormond, il testimonio segreto.
Vi chiederete cosa
hanno in comune Shelley e Brown?
Semplice, il romanzo
gotico. Brown, nonostante nella sua carriera letteraria ha scritto testi di
vario genere, si è rivelato un maestro nel creare effetti e suspense, infatti
era dotato di grande inventiva e si è concentrato sui temi orridi e macabri, tipici
della corrente gotico-romantico. Uno dei suoi romanzi più importanti è stato Wieland: or the transformation – Wieland o la trasformazione. Questo
libro riflette perfettamente le sensazioni di questa corrente letteraria
inglese, infatti, la vicenda e l'atmosfera richiamano quelle del romanzo di Ann
Radcliffe (I misteri di Udolpho, di cui vi ho già parlato), privo di autentiche
manifestazioni del soprannaturale e con un gusto per la spiegazione razionale,
ovviamente a posteriori, degli accadimenti più inquietanti. Quest’opera,
pubblicata nel 1798 prende spunto da un fatto di cronaca accaduto due anni
prima, è infatti uno dei primi esempi di romanzo nella letteratura del Nuovo
Mondo. La trasformazione che vi viene raccontata, attraverso il ricordo della
sorella del protagonista, è quella di un uomo mite e intelligente, sensibile ai
piaceri dell'amicizia e della cultura, che diventa un pazzo omicida, convinto
d'aver ricevuto da Dio l'ordine di sterminare la propria famiglia. Un romanzo
che mi ricorda un po’ la visione di Dottor Jekyll e Mister Hyde. Questo testo
si rivela un importante pezzo della letteratura americana delle origini, perché
Wieland ci presenta un' America delle origini, orgogliosa della propria
selvaggia purezza, dei propri grandi spazi, ma ancora strettamente legata
all'Europa, un continente ricco di fascino e mistero, eppure - agli occhi dei
personaggi del romanzo - dilaniato da guerre e oppresso da tiranni, dal quale
sembrano giungere echi sinistri di un lato oscuro della psiche che i
protagonisti della vicenda, tutti prima o poi in viaggio da una sponda
all'altra dell'Atlantico, sono incapaci di dominare.
Vi lascio con un passo
tratto da Wieland o la trasformazione:
...Qual meraviglia (la vostra e quella dei vostri
amici) susciterà la mia storia! Ogni vostro sentimento griderà di stupore. Se la
mia testimonianza non fosse corroborata da prove, la rigettereste come
incredibile. L’esperienza di nessun essere umano può fornircene un parallelo:
oh, che io scelta tra il resto del genere umano, debba esser riservata ad un
destino che non conosce lenimento e senza pari! Ascoltate il mio racconto, e
poi ditemi cosa ha fatto sì che meritassi d’esser posta in questa terribile
eminenza e se, in verità ogni facoltà d’intendimento non resti come annebbiata
dallo stupore che io sia ancor viva e possa riferirvela...
I bei libri si distinguono perché sono più veri di quanto sarebbero se fossero storie vere. Ernest Hemingway Recensione, Le ceneri dell'esistenza by Dami Jissed Vertiz Lozano
12:52
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Appassionati lettori, quali
caratteristiche deve avere un romanzo per essere considerato un buon libro?
Io penso che molti di voi saranno d’accordo
sul fatto che un buon libro, oltre a dei buoni contenuti deve avere soprattutto
la capacità di catturare l’attenzione del
lettore e trasportarlo con avidità fino alla fine del libro, perché se
annoia lo si ripone in libreria e lì si dimentica. Infatti, il talento di uno
scrittore si rivela limpido e cristallino, quando anche con una banalissima frase
riesce a catturare l’attenzione di chi legge o ascolta. E bene, questo è ciò
che riesce a fare Dami
Jissed Vertiz Lozano, la
giovane autrice che ho il privilegio di presentare, insieme al suo meraviglioso
libro “Le ceneri dell’esistenza”.
Le ceneri dell’esistenza, un titolo molto significativo, ma di
cosa tratta?
Questo romanzo narra la storia di un grande
amore, che resiste alle ceneri della propria esistenza e alla crudeltà di una
vita vissuta nella prima metà del Novecento, sullo sfondo di uno dei periodi
più terribili della storia mondiale, la guerra e l’olocausto, una delle pagine
buie della nostra storia, che ritorna vivida come una ferita non rimarginata
tra le pagine di questo libro, due anime che sopravvivono alle difficoltà della
vita, alla separazione e all’inferno, quelle di Thomas e Ariel.
Ariel è figlia di facoltosi commercianti
ebrei, che all’alba dei suoi dodici anni, prima di ricevere il suo Bat mitzvah, la cerimonia, che per la
fede ebraica le permette il passaggio all’età adulta, incontra un giovane
coetaneo Thomas, che rimasto orfano va a vivere con gli zii. Tra loro, è amore
a prima vista ma la posizione sociale e la fede non lo rendono il partito
giusto agli occhi della madre, che vorrebbe farle sposare Zaccaria, un suo caro
amico, figlio di una importante famiglia di banchieri ebraica. Ariel cerca di
resistere al volere di sua madre, ma quando il fallimento e la morte di suo
padre li trascinano in rovina, lei decide di aiutare la sua famiglia e sposa
Zaccaria, ma la sua coscienza annega nel dolore di aver spezzato il suo cuore e
quello di Thomas, che l’abbandona senza una parola. Quando la guerra e il
partito di Hitler hanno la supremazia, lei viene deportata e la sua famiglia
uccisa, è nel profondo inferno del lager dove regnano umiliazione, vergogna,
fame e disperazione, che incontra di nuovo gli occhi azzurri di Thomas, che veste
i panni del suo carnefice. Thomas, nonostante tutto la ama profondamente e la
protegge in tutti i modi, anche nei più brutali. Ariel si lascia trascinare
dall’impeto del suo amore e accetta tutto di lui anche il suo lato oscuro, che
schiarisce di fronte a lei, infatti rischia tutto per poterla salvare dai suoi
aguzzini, così organizza una fuga per la libertà dalle catene della loro
esistenza e dalla morte da cui si lascia raggiungere solo per poterle
permettere di fuggire. Salva, ma sola si abbandona alla disperazione, ma la
creatura dentro di lei, ricordo di Zaccaria, la riporta alla vita e le ricorda
che c’è ancora qualcosa per cui vale la pena vivere suo figlio, ma … esiste,
anche se è molto raro, un amore che va al di là della vita e della morte dove due
anime amanti si concatenano indissolubilmente, questo è il forte legame che
lega questi due giovani che riescono a beffare la morte e rinascere dalle
ceneri della loro esistenza.
Recensione
Le ceneri della mia esistenza, è un romanzo dal forte impatto, che
cela dietro il grande amore il ricordo a volte crudo, di una
delle pagine storiche più orribili e indimenticabili della storia, perché
rivela il peggio della natura umana,
l’olocausto. Questa scrittrice, nonostante la giovane età è riuscita a
coinvolgere il lettore, e trasportarlo all’interno di una pellicola a bianco e
nero, che ricorda le tinte forti del film del celebre Steven Spielberg, Schindler's List, un memorandum che
fa riaffiorare in superfice la cruda realtà di chi è morto e ha sofferto all’interno
del lager. Un lavoro che rivela il potenziale di questa giovane autrice, che è
riuscita con una scrittura scorrevole e semplice anche se ancora in crescita, a
concatenare la storia principale, quella del grande amore tra Thomas e Ariel a quella storica, che rivela l’influenza della lettura dei documenti
lasciati dalle grandi testimonianze dell’olocausto. Il delicato tema della
deportazione e della vita all’interno del lager, è profondamente legato al tema
dell’amore che in questo libro è visto dalle sue più varie sfaccettature, dall’amore puro e delicato come può esserlo
il primo amore, all’amore forte, pieno di
passione a quello materno, un
incondizionato legame che unisce la madre al figlio. Dei contenuti importanti e
complessi, che è riuscita a sviluppare molto bene, grazie anche alla buona
costruzione dei personaggi, che rivelano una forte personalità come Thomas, che con il suo carattere schivo
e riservato, ma allo stesso forte e indomito, che ricorda la fierezza di un
bellissimo cavallo selvaggio, ma che per la sua Ariel sa essere anche crudele e
spietato, come si rivela nella seconda parte del libro, dove si vendica
crudelmente con tutti quelli che osano fare del male alla sua amata. Leggendo
il libro, ho avuto la sensazione di rivedere i personaggi del celebre romanzo
di Emily Brönte, Cime tempestose,
però durante la lettura mi sono subito resa conto che nonostante la
similitudine che li unisce, in realtà sono
molto diversi, perché questa storia presenta dei personaggi positivi e non negativi. Infatti Thomas, a differenza
del tenebroso Heathcliff, non si lascia distruggere dall’amore ma al contrario,
è l’amore a salvarlo da se stesso.
…“Mi ripetevo tutti i giorni quanto ti
odiavo, e questo mi faceva andare avanti e riempire quel vuoto di risentimento.
Ma adesso che ti ho tra le mie braccia capisco che era solo amore. Tu sei mia”…
Thomas,
è un personaggio che è stato segnato dall’amore, non solo da Ariel ma anche da
quello di sua madre, che abusava del suo corpo come del suo amore. Thomas – “Tu parli tanto d’amore, ma sei solo come mia madre, lei mi
massacrava e poi mi diceva che mi amava, ed è quello che stai facendo tu. Mi
stai massacrando, riducendo ad uno straccio, solo per un tuo divertimento. Ti
piace avere due ragazzi che si ammazzano per te, vero? Beh, la vuoi sapere la
novità? Adesso ne hai solo uno. E ora esci di casa, vattene dalla mia vita. Non
ti voglio vedere mai più!”…
L’amore
trionfa su tutto infatti, nonostante lui prova della gelosia per Zaccaria, che
può stare con la sua amata, non lo odia e tanto meno cerca di vendicarsi di
lui, ne è la prova il fatto che desidera proteggere suo figlio e dargli in sua
memoria lo stesso nome.
Thomas -“Lo chiameremo Zaccaria, in onore a
quell’uomo che ti ha regalato tanta felicità”.
Se Thomas è la luna che splende in un cielo
pieno di stelle, Zaccaria è il sole,
splendido e caldo, che riscalda e conforta il cuore di Ariel, che gli vuole
bene, ma non lo ama come dovrebbe, e lui in cuor suo lo sa e accetta ciò che
lei è disposta a donargli, ricambiandola con un amore puro e sincero che è
fiorito nel giardino del suo cuore quando erano bambini.
Zaccaria
-“…il mio amore per te è sempre stato incontenibile, sin da quando eravamo
piccoli. Ho capito di amarti alla follia a sei anni, quando sono caduto e mi
sono sbucciato il ginocchio e tu mi hai portato con te dentro casa e mi hai
sciacquato la ferita e poi l’hai curata con un bacio. In quel momento ho
davvero realizzato che saresti stata mia moglie e che ti avrei amata fino alla
fine dei miei giorni…”
Zaccaria
è un personaggio positivo e coraggioso, che come Ariel e Thomas si ritrova a
crescere troppo presto, infatti alla prematura morte del padre, durante il
fidanzamento con Ariel ha dovuto svestire i panni del ragazzino di soli
quattordici anni e si è fatto responsabile degli affari di famiglia. Zaccaria – “Sono pronto. in tanti
ucciderebbero per essere nella mia stessa situazione. Mio padre sarà fiero di
me. Porterò avanti tutto in modo diligente ed impeccabile. E poi non sarò solo.
Ci sarai tu con me.”
Anche se
come Edgar, si ritrova nel mezzo dell’amore profondo tra Thomas e Ariel, non è
stato contaminato da nessun sentimento di odio o gelosia e ha pensato a lei, al
suo grande amore anche dopo la sua morte.
Zaccaria – “Dentro di me ho sempre saputo
che hai amato qualcun altro, oltre me, ma non hai mai detto niente. Mi sei
stata fedele come lo sono stato io. Amandoti più della mia vita.
Di questo trio amoroso Ariel è la protagonista,
la chiave di volta delle varie figure dell’amore, è colei che apre le porte del
cuore di entrambi i suoi due amori, Thomas e Zaccaria, che la amano di un amore
incondizionato. Lei è un personaggio con un cuore forte e coraggioso, sicura
del suo amore, ma con determinazione vi rinuncia per poter aiutare la sua famiglia.
Con il dolore nell’anima decisi su due piedi
che dovevo lasciare Thomas per sempre.
La
ragione prevale sul suo cuore, ma la sua fiamma rimane viva sotto le ceneri del
suo dolore. Nonostante l’egoismo di cui si sente vittima nella prima parte del
libro, che la possono avvicinare a Catherine, la protagonista di Cime
Tempestose, non possono essere più diverse perché rimane salda e come Thomas
non si lascia schiacciare dal peso del suo amore, ma va avanti e l’amore la
ricompensa.
Ariel –“Mi sto comportando
ingiustamente? Con Thomas e Zaccaria? Amo alla follia Thomas, ma non voglio
rinunciare alla compagnia di Zaccaria. E’ un ragazzo spontaneo, divertente, non
mi ci devo mica sposare… E poi Thomas mi ha concesso del tempo, prima di
scartare del tutto Zaccaria, vorrei conoscerlo meglio, lo stesso vale per
Thomas, infondo lo conosco da un mese.”
…non
potevo davvero credere che fosse vivo, che fosse stato vivo per tutto quel
tempo. Avevo versato così tante lacrime da riempire il mio oceano di
disperazione, dove nuotavo da anni. Avevo imparato a restare a galla, ma mi
mancava qualcosa. Mi mancava Thomas. E ora era lì.
Ariel, è la donna che ha provato la gioia e la
freschezza di un amore che sboccia, aprendo il suo giovanissimo cuore a un
sentimento bellissimo e potente che le darà forza nella sua difficile vita.
Lui si
avvicinò a me e mi prese il volto tra le mani. Io aprii leggermente la bocca a
corto d’aria. Lui espirò l’ultima boccata vicino alle mie labbra. Stava per
fare qualcosa di inaspettato. Qualcosa che mi avrebbe dato forza nei momenti
difficili. Con delicatezza mi posò un bacio sulle labbra. Era una sensazione
bellissima. Mi sentivo volare. “Sono
innamorata. Troppo innamorata”.
Dopo aver assaporato il dolce sapore della
felicità, ha scoperto il gusto amaro dell’abbandono e del dolore
“il
mio cuore andò di nuovo in frantumi. Ero davvero a pezzi. Volevo solo morire.
Volevo trovare pace, non volevo sentire più dolore. Ero consumata da quel
continuo lacerarsi dentro di me. Improvvisamente mi sentii svuotata, come un
cadavere. Le lacrime si fermarono e guardai ancora per una volta, per l’ultima
volta quegli occhi celesti che mi avevano resa la ragazza più felice del mondo
e che ora mi avevano distrutta. Tutta la mia vita era lì, con lui. Spense la mia
vita con uno sguardo, portandosi con sé le ceneri della mia esistenza.”
Dopo aver
ritrovato di nuovo il suo amore lei si abbandona alla sua forza travolgente e
l’amore puro diventa passione. Ma la perdita lacera di nuovo il suo cuore e
solo l’amore del suo bambino la salva dall’irreparabile.
Nel momento in cui il
mio braccio si stava alzando per poi
pugnalarmi, il bambino mi calciò con una tale forza che lanciai il
coltello lontano qualche metro. Corsi ad appoggiare la mano sul ventre cercando
di attutire il dolore. In quel momento tornai lucida. …
Capii davvero di non
essere sola, anche in quel momento di sconforto il mio piccolo bambino c’era.
Non mi aveva mai lasciata e così dovevo fare io. Dovevo lottare per lui.
Questo libro, con la sua
trama coinvolgente, i personaggi ben costruiti che con le loro interpretazioni
si muovono agilmente sul palcoscenico di questo delicato scenario che con i
suoi contorni ben studiati e definiti, riesce a trasportare il lettore
all’interno di questo mondo, dove si rimane inesorabilmente coinvolti dalla
destrezza delle loro interpretazioni, che sotto la regia di Dami Jissed Vertiz Lozano, acquistano
forza e destrezza, lasciando il povero lettore in balia delle loro emozioni.
Nonostante è un’opera giovanile, questo romanzo rivela una destrezza innata,
che ha permesso a questa autrice di gestire magistralmente una storia che
nasconde dietro il suo velo temi di grande importanza, che nell’insieme
lasciano una profonda traccia nel cuore di chi ha la fortuna di leggere quest’opera,
che ha i presupposti per concorrere a importanti concorsi letterari. In
definitiva un libro che va assolutamente letto e riletto.
Ma chi è Dami
Jissed Vertiz Lozano?
Nasce il 10 Novembre 1994 a Benidorm in Spagna.
Quasi al quarto anno di vita, si trasferisce con la
sua famiglia in Italia, a Napoli, dove incomincerà i suoi studi.
Qualche anno dopo si trasferisce in Abruzzo e più
tardi in Irlanda ed infine in Colombia, dove finisce le elementari.
All’età di undici anni torna in Italia, vicino
Venezia, dove prosegue gli studi. Gran appassionata di musica, pittura,
letteratura e cinema, sin da piccola sviluppa un amore viscerale per l’arte .
Amante della notte, scrive dalle undici in poi,
ispirata dai grandi classici, come Prokofiev, Shostakovich e Stravinskij.
Grande fan di Kubrick, impazzisce per capolavori come Arancia meccanica e
Lolita. Ma, la sua passione più grande sono i viaggi, dichiarandosi un cuore
zingaro senza meta. In tutti i suoi viaggi non si è mai voluta separare dai
suoi libri che ama profondamente. Dalle lunghe letture è nata la sua passione
per la scrittura, concludendo a sedici anni il primo libro di genere fantasy,
non ancora pubblicato Il Riflesso della
Morte. Finito questo incomincia Le Ceneri dell’Esistenza, un romanzo
ambientato nella seconda guerra mondiale. Attualmente è al lavoro su due nuovi
progetti Ossessioni dal passato e Mio fratello Caino.
Aveva 16 anni quando ha scritto "Le ceneri dell'esistenza".
Leggetelo con cura miei cari lettori e scoprite la profonda e preziosa bellezza di questo romanzo, celata dietro la sua immatura imperfezione e solo allora potrete essere testimoni unanimi del perché lo considero il libro + bello che ho letto nel 2013. Cliccate qui: