Caffè letterario
Happiness is, a cup of coffee
and really good book
Good Morning, miei cari amici lettori, è giunto il nostro
momento di felicità, con un buon caffè e un bel libro come quello che ci
accompagna oggi tra il dolce ondeggiare del mare blu. Il senso di una fine di Julian Barnes, Editore Einaudi.
Titolo: Il senso di una fine
Autore: Julian Barnes
Traduttore: Susanna Basso
Pagine: 150
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Einaudi
Prezzo di copertina: 10,00 €
Autore: Julian Barnes
Traduttore: Susanna Basso
Pagine: 150
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Einaudi
Prezzo di copertina: 10,00 €
Un libro coinvolgente, che trascina il lettore
come il risucchio del mare e lo culla tra le onde di un ricordo, quello di un
amore finito tra Tony e Veronica, che ritorna, con un diario e un lascito
testamentario da parte della madre del suo vecchio amore, che ha sposato uno
dei suoi amici, l’affascinante Adrian, un ragazzo intelligente e filosofico, che
a distanza di qualche tempo dalla fine della loro amicizia, si suicida e come l’acqua
del mare che si ritrae quando sbatte sulla battigia anche lui scompare con una
frase enigmatica, sul senso del tempo, lasciata su un biglietto: “Fine della prima parte”. Tra i ricordi
di una storia di amicizia e di un amore finito nello scenario degli anni sessanta, dove un gruppo di giovani amici
intellettuali: Tony, Alex, Colin e Adrian, si dibattono sulla libertà
sessuale, i sogni e i progetti per un brillante futuro, caratterizzato dalla
leggerezza della loro età. Il nostro scrittore, riesce a catturare il suo
lettore con un linguaggio scorrevole e accattivante sul misterioso lascito di
una donna che ha conosciuto tanto tempo fa e con cui ha parlato poche volte, senza
considerare il misterioso diario del suo ex amico Adrian? Un rebus che
coinvolge come un giallo e grazie alla bravura di Barnes, riesce a lasciare
col fiato sospeso, per poi regalare al suo lettore un finale inaspettato per
questo libro che è stato considerato un capolavoro da scrittori e critici di
rilievo come: Alessandro Piperno, Nadia Fusini, Alessandro Mari e altri. E voi
cari lettori cosa pensate di questo romanzo con cui il nostro autore Julian
Barnes ha vinto il Man Booker
Prize 2011?
… "Viviamo nel tempo; il tempo ci forgia e ci contiene,
eppure non ho mai avuto la sensazione di capirlo fino in fondo. Non mi
riferisco alle varie teorie su curvature e accelerazioni né all'eventuale
esistenza di dimensioni parallele in un altrove qualsiasi. No, sto parlando del
tempo comune, quotidiano, quello che orologi e cronometri ci assicurano scorra
regolarmente: tic tac, tic toc. Esiste al mondo una cosa più ragionevole di una
lancetta dei secondi? Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un
piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo accelerano, altre lo
rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in effetti sparisce sul serio
e non si ripresenta più.
Noi eravamo in tre, e
lui, arrivando, divenne il quarto. Non avevamo previsto di aumentare il numero
ristretto: cricche e appaiamenti risalivano a molto prima, mentre già
cominciavano a visualizzare una via d’uscita dalla scuola e un ingresso alla
vita vera. Si chiamava Adrian Finn, era un giovane alto e timido che nei primi
tempi teneva gli occhi bassi e segrete le idee. Per un paio di giorni lo
notammo appena: da noi a scuola non esistevano cerimonie di accoglienza e men
che meno l’opposto, vale a dire reclutamenti punitivi. Ci limitammo a
registrare la sua presenza e a restare in attesa. Più interessati di noi erano
invece i docenti. Dovevano valutare la sua intelligenza, il suo senso della
disciplina, giudicare il livello degli insegnamenti ricevuti fino a quel punto
per stabilire se avesse la “stoffa da borsista”. … Al primo intervallo mi
presentai a Finn. "Sono Tony Webster ". Mi guardava con circospezione. " Bella
battuta, con Hunt ". Sembrava non sapesse a che cosa mi riferivo. "Quella lì,
su -qualcosa è accaduto-”. - "Ah, si." Mi è parso che non la cogliesse. Non era la
risposta che mi aspettavo da lui. Ricordo un altro dettaglio: a sigillo della
nostra unione noi tre portavamo l’orologio con il quadrante sull’interno del
polso. Si trattava di un’affettazione, ovviamente, ma forse anche d’altro. trasformava
il tempo in qualcosa di personale, per non dire di segreto. Speravamo che
Adrian notasse il gesto e lo emulasse, ma non lo fece. Più tardi quel giorno,
ci toccavano due ore di letteratura con Phil Dixon, un professore giovane,
fresco di studi di Cambridge. Amava proporci testi contemporanei e lanciarci
sfide improvvise: - “Nascita, Copula e Morte”, e tutto qui, a detta di
T.S.Eliot. qualche commento? - … quel pomeriggio ci consegnò una poesia senza
titolo, data di composizione o nome dell’autore; ci concesse dieci minuti per
esaminarla e infine ci chiese di commentare. – Vogliamo partire da lei, Finn? In
parole povere, di che cosa tratta la lirica, a suo giudizio? – Adrian levò gli
occhi dal banco. – Eros e Thanatos, signore. – Hmm. Prosegua. – Sesso e morte, - precisò Finn, come se il
greco potesse non essere un problema soltanto per i babbei dell’ultima fila. –
O amore e morte, se preferisce. Il principio erotico, in ogni caso, in
conflitto con il principio di morte. E le conseguenze del conflitto stesso. Signore.
È probabile che la mia espressione tradisse più sbalordimento di quanto Dixon
ritenesse appropriato. …
Cari
amici leggete e commentate questo romanzo che può rivelarsi al giudizio del
lettore come il mare, calmo e piacevole o forte e impetuoso.
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