Benvenuti tra le
mie pagine,
Amici in
lettura.
Oggi, 29 gennaio,
sono molte e attesissime le uscite nelle nostre librerie, tra tutte io vi ho già
parlato di Onyx, il 2° vol. della saga urban fantasy LUX
di Jennifer Armentrout edito da Giunti; così come del 5° vol. della
saga Vampire Accademy –
Anime legate di Richelle
Mead edito da Rizzoli; ma ancora
non vi ho parlato di lei, una delle mie autrici più amate, Susanna Tamaro, che
oggi ha affermato la sua volontà di condividere con i suoi amati lettori, il
suo primo manoscritto ILLMITZ. Un’opera, che è stata scritta e chiusa
segretamente all’interno di un cassetto, nonostante l’apprezzamento di chi
allora aveva letto questo romanzo, e non parlo di comuni lettori, ma di importanti
intellettuali triestini, rilevanti nel panorama storico letterario, come: Claudio Magris,
Giorgio Voghera, che rimasero colpiti e affascinati dallo stile
scarno, sincopato, antiaccademico dell’allora, giovane scrittrice triestina, e
da questo romanzo che riflette lo spirito di Hermann Hesse.
Di Illmitz hanno scritto:
“Lessi il manoscritto di Susanna Tamaro,
Illmitz. Un testo duro, incisivo e tagliente, che dice la violenza della vita.
Ho cercato invano, inviandoli a molti editori, di farli pubblicare; Illmitz è
un testo notevolissimo. (…) Poco dopo Susanna Tamaro avrebbe pubblicato un
forte libro di racconti, Per voce sola, da Marsilio, e Va' dove ti porta il
cuore, che ebbe uno straordinario successo, anche se a mio avviso poeticamente
non regge il confronto con Illmitz.”
Claudio Magris (Corriere
della Sera)
“Il protagonista
di Illmitz se n'era andato, tormentato da “un
malessere profondo”, dalla sensazione di ‘essere nulla in mezzo al frastuono’, che ‘il mondo intero avesse smarrito il senso, la direzione’.
Un disagio esistenziale sordo e profondo è il tema che appare subito al centro
dell'universo narrativo di Susanna Tamaro e ad esso i suoi personaggi
reagiscono rompendo gli ormeggi e prendendo il largo. ‘Partire – dice Jiri, il
protagonista di Illmitz – mi è sempre parso un gesto ostile’, e così,
andandosene alla ventura, egli dichiara la sua guerra privata al mondo com'è,
alla solitudine cui si sente dannato, alla famiglia che non c’è più, e se
ricompare è soltanto per complicare le cose e tormentare la vita.
Cesare De Michelis (primo
editore di Susanna Tamaro)
Ma come mai, la nostra
pluripremiata scrittrice triestina, nonostante l’ottimo giudizio di questi
esperti, l’ha conservato così a lungo nel cassetto?
La sua risposta a questa
domanda è stata: ‘Pubblicarlo
prima non avrebbe avuto senso’
Dopo la risposta pragmatica
della nostra Susanna Tamaro ecco la risposta del suo primo editore Cesare De Michelis
“Non si tratta comunque di un libro per
bambini, come molti altri della Tamaro, ma bensì di un romanzo di formazione,
profondo e ricco di significati” (WLibri)
Il
romanzo non è molto lungo, solo 126 pagine, ma nonostante la brevità che
ricorda la scrittura essenziale di Alessandro Baricco, la nostra celebre
scrittrice italiana, ci regala una storia intensa e profonda, di un giovane che
nei suoi venticinque anni compie un viaggio importante, che lo porta da Trieste
a Illmitz, sul confine dell’Ungheria. Il suo luogo d’origine, si, perché è da
questo luogo sconosciuto e distante che proviene la sua famiglia. Questo è un viaggio
in cui il protagonista ricerca se stesso, per trovare una giustificazione alla propria inadeguatezza e fragilità, ritrovando
man mano nella propria memoria, nei propri fantasmi la sua appartenenza. In
questo percorso, il giovane protagonista sarà accompagnato da una galleria di
personaggi indimenticabili che si affacceranno sul palcoscenico della propria
mente: una cugina, Agnese, vittima di una crisi religiosa, morta investita
mentre attraversava una strada a occhi chiusi per verificare l’esistenza
dell’angelo custode; la “fidanzata” Cecilia, impiegata a Roma – dove il
protagonista si è trasferito –, dotata di una fisicità massiccia e una
sessualità esuberante quanto il protagonista è, invece, esile, quasi
disincarnato; l’amico d’infanzia Andrea, rimasto nel paese natale, sul Carso,
vicino alle proprie radici; il vicino di casa di Roma, subnormale,
soprannominato Frankenstein, che urla e litiga con la madre e che il
protagonista vede uscire ogni tanto, elegantemente vestito; sua madre,
scomparsa da alcuni anni.
Adesso, non ci resta che scoprire quest’altra importantissima pagina
della vita letteraria di questa grande scrittrice, per carpire e comprendere
meglio il “perché” di tante cose e per amarla, così come lei desidera essere
amata, in silenzio, solo attraverso la lettura delle sue opere.
Buona Lettura