La biblioteca teologica del Monastero di Strahov a Praga

La bacheca dei libri, ha come modello questa immensa fonte di conoscenza perché: "La lettura è per la mente ciò che l'esercizio è per il corpo

Novità e successi della NORD Editore

Ecco le novità da non perdere e il successo di "Vita dopo vita" che come sottolinea l'Espresso:«La nostra eroina muore e rinasce innumerevoli volte; e il lettore la segue in un crescendo di suspense che sta la fantascienza e il miglior realismo magico. Un romanzo così non si era mai visto.»

Novità e successi della Dunwich Edizioni

La Porta dei cieli, il thriller archeologico protagonista del Blog Tour ancora in corso; Il successo dell'horror "William Killed The Radio Star" uno sfondo musicale dalla intricata indagine psicologica e le attese novità legate ai concorsi della Dunwich.

I 5 romanzi finalisti del Premio Strega 2014.

Ecco i romanzi candidati a entrare nell'immortale albo d'oro del Premio. Il favorito è "Non dirmi che hai paura" vincitore del Premio Strega Giovani. Alla finale del 3 Luglio ha vinto il prezioso elisir Francesco Piccolo con "Il desiderio di essere come tutti".

Novità editoriali da non perdere

Ecco le fresche letture che hanno attirato la mia attenzione. Da un Amore Alieno a Per sempre insieme,dalla passione di Così come sei al distopico fantasy Mystic city, ma un Eccezione serve sempre quindi non perdetevi l'eccezionale caos di sentimenti scritta dall'islandese Audur...

lunedì 5 agosto 2013

Le parole d'amore che sono sempre le stesse, prendono sapore dalle labbra di chi le pronuncia.

Agenda letteraria 
"Bisogna sempre lasciare accumulare i propri debiti, per poter poi venire ad una transazione."

 Bentrovati appassionati lettori, siete giunti in tempo per sfogliare insieme  la nostra Agenda letteraria, che oggi 5 Agosto, ci ricorda la nascita di un grande della letteratura francese, Henri-René-Albert-Guy de Maupassant, meglio noto come Guy de Maupassant, il famoso autore del Bel Ami, il suo secondo romanzo, un classico delle letteratura europea, dove il realismo di questo autore, mette in luce la società francese del tempo, attraverso il suo personaggio principale Georges Duroy, un uomo, che grazie al suo fascino e alle sue capacità dialettiche, riesce a intraprendere una vera scalata sociale, rivelando tutti i risvolti della società, con cui il nostro scrittore non si ritrova, dove a differenza del romanzo del suo amico Flaubert non mostra i segni di quel romanticismo in voga al tempo, ma si limita a creare un antieroe, senza scrupoli, un personaggio desiderato dalle donne, ma freddo e distante, che concede il suo fascino quel tanto che basta per essere, il Bel Ami, di tutte.
 Quest’opera, ha anche stuzzicato i registi sia teatrali che cinematografici, infatti recentemente è stato realizzato un adattamento cinematografico, diretto da Declan Donnellan e Nick Ormerod, dal titolo “Bel Ami – Storia di un seduttore”, che vede nei panni del seduttore il famoso protagonista di Twilight, Robert Pattinson. Il film, è stato presentato fuori concorso al 62° Festival di Berlino, riscuotendo un buon successo. 
 Adesso ci godiamo i versi introduttivi di questo bellissimo classico e ci guardiamo il trailer del film “Bel Ami – Storia di un seduttore”
 Dopo aver preso alla cassa il resto della moneta da cento soldi, Georges Duroy uscì dal ristorante. poiché aveva un bel portamento per sua natura e per quella sua posa da ex sottufficiale, s'impennò nella figura, arricciò i baffi con gesto militaresco e consueto, e lanciò sugli avventori attardati un rapido sguardo circolare, uno di quegli sguardi di bel ragazzo che s'allargano come giacchio in mare. 

Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene

Incontriamo... 
Banana Yoshimoto
 Pseudonimo di Mahoko Yoshimoto, figlia di Takaaki Yoshimoto, noto anche come Ryūmei Yoshimoto, è uno dei più importanti e famosi filosofi e critici giapponesi degli anni sessanta, e sua sorella Haruno Yoiko, è una conosciuta disegnatrice di anime giapponesi. Questa famosa scrittrice,  è nata a Tokyo il 24 luglio 1964, si è laureata al college delle arti della Nihon University con una specializzazione in letteratura, e durante questo periodo che inizia a usare lo pseudonimo nome di Banana, perché lo ha trovato, usando le sue parole: "carino" e "intenzionalmente androgino".  Influenzata dai romanzi del grande Stephen King, e da autori come Truman Capote e Isaac Bashevis Singer, inizia a dedicarsi alla scrittura e scrive la sua prima opera Kitchen, nel 1987, con cui ha mostrato un talento sorprendente, in sole 150 pagine, scritte in modo fresco, proprio come un manga shojo, che le hanno fatto vincere il 6° Newcomer Writers Prize nel 1987, il 16° Izumi Kyoka Literary Prize nel 1988 e l’Umitsubame First Novel Prize nel 1987. un vero successo editoriale, seguito dalla produzione di due film, il primo è stato prodotto nel 1997 a Hong Kong e si intitola Wo ai chu fang ovvero Mi piace la cucina, con la regia di Ho Yim, che ha mantenuto una certa fedeltà con il romanzo, vincendo il Puchon International Fantastic Film Festival. Il secondo è una produzione giapponese, realizzata nel 1989, da Yoshimitsu Morita, nonostante, un piccolo distacco dal libro, che gli suscita alcune critiche, il film ha successo e vede come protagonisti Kenji Matsuda, Ayako Kawahara e Isao Hashizume. La Yoshimoto, ha esordito con ‘Kitchen’ a 24 anni, e mostra il suo forte legame con l’Italia, concedendo per primo al nostro Paese i diritti di traduzione, infatti è in italiano che viene tradotto per la prima volta Kitchen e non solo, infatti, quasi tutte le sue opere sono tradotte da Giorgio Amitrano, Alessandro Giovanni Gerevini e Gala Maria Follaco, per Feltrinelli, che è il suo editore italiano.
"La nostra natura ci spinge a reggerci in piedi da soli, per quanto disperati possiamo essere."

"Con tutta me stessa avrei voluto fermarmi: smettere di camminare, smettere di vivere. Il pensiero che ci sarebbe stato un domani, e poi un dopodomani, e poi una settimana, non mi era mai sembrato tanto insopportabile. Continuare a vivere nei giorni a venire con quella sensazione di sconforto totale mi ripugnava. Mi era ingrata anche la mia stessa figura che percorreva le strade come quelle di qualsiasi altro passante notturno senza rivelare lo scompiglio che aveva dentro."

Titolo Kitchen
Autore Banana Yoshimoto
Editore Feltrinelli
Collana Universale Economica
Pagine 150
Prezzo 7,00 ebook 4,99 €
Kitchen, racconta la storia di Mikage, una giovane disadattata, che dopo la morte della nonna resta completamente sola, è si rifugia nel luogo che lei ama di più, la cucina, perché è il luogo dove si prepara il pasto che serve a riunire la famiglia che lei non ha, per questo lei ama cucinare, infatti studia per diventare chef. Il vuoto della sua solitudine viene ricolmato quando un giovane di nome Yūichi, legato a sua nonna, bussa alla sua porta e dopo aver fatto amicizia con lei le chiede di trasferirsi a casa sua, e vivere insieme a lui e sua madre Eriko, nella loro bella casa, con una cucina nuova e tecnologica a sua disposizione. Sola e senza mezzi, la ragazza accetta la sua offerta, e per Mikage, si apre un mondo luminoso e pieno di affetto e risate che le fanno scoprire il calore di una famiglia che lei non ha mai avuto. Leggendo questo romanzo, possiamo scoprire una travolgente tragicomicità che risveglia i nostri sensi, soprattutto quando viene alla luce che la madre del suo amico, in realtà è suo padre.
 Dopo Kitchen, Banana Yoshimoto, ha scritto numerose opere di successo che hanno aumentato la sua fama, perché presenta ai suoi lettori una scrittura fresca, leggera ma veloce, che allo stesso tempo riesce a coinvolgere, con le emozioni dei suoi personaggi, regalandoci dei libri da leggere in un battito di ciglia, delle storie che potrebbero anche diventare un manga come ad es. Kitchen.  Questo è il segreto che ha reso questa autrice una delle più famose scrittrici a livello internazionale, facendo conoscere e apprezzare la narrativa contemporanea giapponese anche al di fuori dei suoi confini, con le sue storie come nel caso di questo primo romanzo, della vita quotidiana che è stata molto apprezzata nel suo Paese e si è mostrata ancora più attrattiva ai nostri occhi, perché ci mostra una cultura diversa dalla nostra e soprattutto affascinante come può essere solo quella giapponese, dove tutto ci appare nuovo e curioso, e questa curiosità credetemi è una attrattiva irresistibile.
 Per voi un piccolo estratto del libro Kitchen e del film di Yoshimitsu Morita, in italiano naturalmente.
... Ognuno di noi pensa di avere molte strade e di potere scegliere da sé. Ma forse sarebbe stato più esatto dire che sogna il momento di scegliere. Anche per me è stato così. Ma ora lo so. Lo so con tanta chiarezza da poterlo mettere in parole. La strada è sempre decisa, non però in senso fatalistico. Sono il nostro continuo respirare, gli sguardi, i giorni che si succedono a deciderla naturalmente.

“Happiness is a cup of coffee and really good book" - Un paese lontano. Un grande amore. Un'amicizia che sfida il tempo.

Caffè letterario
Good morning to all 
 Seguendo il consiglio della felicità, oggi ci godiamo il nostro caffè in compagnia di un buon libro come quello di Barbara Mutch, che con questo suo romanzo d’esordio, ci regala “la storia di due donne e di un’amicizia che sfida il tempo e le convenzioni sociali”, dal titolo “La bambina dagli occhi di cielo”, edito dalla Corbaccio Editore. Quindi prendiamoci un bel caffè insieme a questa scrittrice di origine inglese, che è cresciuta tra gli affascinanti e suggestivi scenari del sud dell’Africa, ma ora vive a Londra.
  “Un romanzo intenso, ricco di speranza e amicizia.” TV SORRISI E CANZONI
  “Altro esordio fortunato: pagine avvincenti, tra Lezioni di piano e atmosfere di The Help.” L'UNITA'
  “Un romanzo d’esordio epico e commovente, che scava nella storia e nei sentimenti di due generazioni di donne che vivono, lottano e amano in un Paese meraviglioso e crudele” FAMIGLIA CRISTIANA
Titolo La bambina dagli occhi di cielo 
Autore Barbara Mutch 
Collana Romance
Editore CORBACCIO
Pagine 384
Formato cartonato con sovracoperta
Prezzo  16,40 ebook 11,99 €
 La nostra autrice, con questo libro, ci appassionerà con i meravigliosi scenari africani, segno che non ha dimenticato i luoghi caldi e del colore del sole, dove è cresciuta e ci regala una storia coinvolgente dove una giovane donna irlandese Cathleen, è costretta a vivere l’esperienza dell’emigrazione, per aiutare la sua famiglia e raggiungere l’uomo che ama e che ormai non vede da cinque anni, ma ora è giunto il momento di seguirlo nell’assolata terra del cioccolato, l’Africa un luogo magico e potente ma allo stesso tempo lontano, dai suoi affetti e dalla sua umida e verde terra, che porterà sempre nel cuore, confidando alle pagine di un diario le sue emozioni e angosce, che un giorno incontreranno gli occhi di una bambina, che le mostra come guardare il cielo e perdersi in esso, donandole una amicizia che supera il tempo e le convenzioni sociali.
 Adesso sorseggiamo il nostro caffè e godiamoci questo splendido romanzo, venuto fuori dalla penna di Barbara Much “La bambina dagli occhi di cielo”, emozionante quanto La mia Africa, anche se paragonato al potente film vincitore di un Oscar e campione di incassi, The Help.
Irlanda 1919
 Oggi sono partita per l’Africa. Sono uscita dal portone e ho percorso il vialetto lastricato. I gabbiani stridevano sopra le scogliere di Bannock e la mia carissima sorella Ada piangeva. Mia madre – vestita con l’abito marrone che metteva per i matrimoni e i battesimi – guardava altrove. Ricordati di questo, mi ripetevo mentre salivo sul biroccio tirato da un pony. Ricordati di questo: i gabbiani che volavano in cerchio, il battito ritmico delle onde sui ciottoli della baia, le mani di Papà rosse e screpolate, Eamon che saltellava da un piede all’altro, una zaffata di terra torbosa e di fumo del caminetto, il profumo di lillà… Ricordati di tutto questo, tienitelo stretto.
 Non era previsto che nascessi a Cradock House. Non io. Ma mia madre Miriam restò nella kaia sul retro, sotto l’ombra scarna dell’acacia a ombrello, gemendo sottovoce nella calura di mezzogiorno finché Madam non tornò da scuola con i bambini e scese in giardino a cercarla. Ormai si era fatto troppo tardi per andare in ospedale. Il Signor Edward era in casa, a occuparsi delle sue carte nello studio. Madam lo spedì a chiamare il dottore nell’ambulatorio Church Street. Era l’ora di pranzo e il dottor Willmott fu costretto a interrompere il suo pasto. Mia madre mi disse che Madam cacciò i bambini – Miss Rosemary e il Signorino Phil – dall’unica stanza della kaia e aiutò Miriam a salire in casa. Lì le tenne la mano e le asciugò la fronte  con il proprio fazzoletto, lo stesso che Miriam aveva stirato il giorno prima. Il dottore arrivò. Il Signor Edward tornò nello studio. Nacqui io. Era il 1930. Mamma mi chiamò Ada come la sorella minore di Madam dall’altra parte del mare, in un posto chiamato Irlanda. Credo che essere nata a Cradock House sia stato per tutta la vita un motivo di gratitudine per me. Sento di appartenere a quel luogo come invece mia madre Miriam non ha mai potuto. Le scale strette e i pomelli d’ottone delle porte conoscono le mie mani e i miei piedi, lo scarno albero di acacia e l’albicocco mi hanno dentro di sé, io scorro insieme alla loro linfa anno dopo anni. E in cambio possiedo una piccola parte di loro. Così, quando Cradock House mi è stata portata via, non sono più riuscita a capire la mia vita. Cradock è situata nel Karoo, il grande semideserto del Suafrica in cui ci si imbatte ogni volta che, dalla balza arricciata delle montagne che bordeggiano la costa, ci si inoltra a sufficienza nell’entroterra. Il Karoo è il luogo desolato che bisogna attraversare prima di raggiungere Johannesburg, dove si può estrarre oro dal suolo e diventare ricchi. Ma io non sapevo nulla di tutto questo, ovviamente. Tutto il mio mondo consisteva in un quadrato, due case di pietra color panna dal tetto di lamiera rossa in una cittadina circondata di Koppies rocciose, polvere marrone e niente pioggia. L’unica acqua di cui ero a conoscenza si trovava nel Groot Vis – il Grande Fiume dei Pesci – che a volte si muoveva quel tanto che bastava da mettersi a correre in un piccolo canale fuori dalla casa, da dove poteva essere deviato nel giardino per dar da bere alle piante. Ai confini della città, dove il sole incontrava la  terra, il duro bush del Karoo, che non superava quasi mai l’altezza di un bambino, se ne stava abbarbicato al suolo arido. Sopra il bush spuntavano i tronchi avvizziti delle agavi, sormontati dai loro aguzzi fiori arancioni che si stagliavano come fiamme contro la boscaglia. C’erano anche degli alberi, come gli eucalipti o le spumeggianti mimose, ma solo nei giardini privati o lungo le rive deo Groot Vis, dove le radici potevano affondare nel terreno in cerca di acqua. Quelle rare volte che pioveva, il rumore era così forte e martellante sul tetto di lamiera che Miss Rosemary e il Signorino Phil si mettevano a urlare. Anche io e mia madre – nella kaia in fondo al giardino – avevamo il tetto di lamiera, che però era grigio e sovrastato di acacia a ombrello. E così il martellio veniva smorzato in un sibilo. Io non urlavo contro la pioggia, mi limitavo a stare sulla soglia ad ascoltarla, spingendo lo sguardo verso il veld al di là dello steccato. Quando mia madre non guardava, allungavo un pied nudo verso i rivoletti che strisciavano sopra il terreno duro e stavo a guardare l’acqua formare una pozzanghera e poi lasciarsi assorbire riluttante attorno alle mie dita. Cradock House si ergeva in Dundas Street, appena sopra il Groot Vis e appena sotto la Piazza del Mercato. Dundas diventava Bree Street verso la metà. … Al mattino, quando i bambini erano a scuola e iio ero indaffarate a spolverare il primo piano della casa, ero solita svignarmela in camera del Signorino Phil e, dopo essermi arrampicata sulla scatola dei balocchi, sbirciavo fuori dalla finestra. Eccola lì: Cradock tutta intera – o forse, pensavo, tutto il Karoo – che si estendeva sotto il sole giallo del mattino come la mappa che il Signor Edward una volta aveva srotolato sotto la luce gialla della lampada dello studio. … Mentre me ne stavo lì ad allungare il collo, ogni giorno, mi sembrava che per un unico, speciale istante la città intera, tutto il Karoo, fossero miei. Da quel punto,da quella finestra, non appartenevano a nessun altro. Proprio come mi apparteneva Cradock House. Forse anche Madam provava la stessa cosa nei confronti di quel posto chiamato Irlanda dall’altra parte del mare, da dove era venuta. Anche lei guardava fuori dalla finestra come se stesse cercando qualcosa oltre gli eucalipti e il Groot Vis e la polvere marrone aleggiava sopra la Piazza del Mercato quando c’erano troppi carretti tirati dai cavlli e non pioveva per settimane.
A Mamma e Papà non dispiace che io vada in Africa, anzi, in realtà ne hanno bisogno. Ma non vogliono dirlo apertamente. E io non ne parlo. Potranno dare in affitto la mia stanza per una somma maggiore di quella che io posso pagare con il mio stipendio. Eamon ha bisogno di un paio di stivali. Il cappotto di Ada – quello verde che prima era mio – è tutto consumato. Non ci sono abbastanza soldi perché io resti qui. Non vedo l’ora di partire, anche se al contempo ne ho il terrore. Perché so che, una volta arrivata laggiù, non potrò più tornare indietro. Si tratta di un impegno che durerà tutta la vita. E  anche se potrò tenermi in contatto con amici e famigliari tramite lettere che ci scambieremo, non rivedrò mai più i loro amati visi né udrò più la loro risata irlandese. Ecco che cosa significa emigrare. …

Quando la rosa è morta, i petali di rosa sono raccolti sul letto dell'amata; quando te ne sarai andata, con il pensiero di te anche l'Amore si addormenterà.

Agenda letteraria
"E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
 tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
 se viene l'Inverno, potrà la Primavera essere lontana?"
 Cari amici, con questi celebri versi tratti dal poema "Ode al vento dell’Ovest", oggi 4 Agosto la nostra Agenda letteraria ricorda la nascita di uno di più grandi poeti romantici inglesi, Percy Bysshe Shelley, compagno e poi marito di Mary Shelley, la famosa scrittrice diventata famosa per il suo romanzo gotico Frankenstein. Questo cantore di versi, nonostante la vita, breve, infatti muore annegato a soli trent’anni; disastrata e anticonformista, tanto che ai suoi tempi ha suscitato grande scalpore per le sue idee sulla libertà sessuale, soprattutto quando, dopo l’abbandono della prima moglie Harriet, che dopo alcuni anni si è suicidata e dei due figli, decide di fuggire all’estero con Mary, allora sedicenne. Nonostante Shelley, dai posteri è considerato uno dei massimi poeti della letteratura inglese del periodo romantico, non è stato molto amato dai suoi contemporanei perché la sua poesia viene considerata contraddittoria e visionaria, per le varie ideologie di cui è stata imbevuta, e che sono una evidente testimonianza non solo del suo ateismo dichiarato, con le sue concezioni fondamentaliste sull’amore libero e la trasgressione dei principi morali, che evidenzia nell’opera Laon e Cythna, che mette in luce un amore incestuoso, o contro il lavoro organizzato e l’istituzione mercantile e colonialista, come anche il regime. La sua frequenza presso i circoli letterari, lo avvicinano agli altri famosi poeti romantici, come Byron e Keats, ma anche Peacock, che ha influenzato la filosofia della sua poetica. Oltre ai poemi l’Ode al vento dell’Ovest, e la Maschera dell’anarchia, i suoi capolavori sono considerati i poemi visionari come il Prometeo liberato, un dramma lirico in versi, ispirato all’opera di Eschilo, che mostra la concezione del nostro cantore, secondo la quale la forte visione del poeta si riflette per salvare e rigenerare la società.
Come vaghe queste forme nate dall'aria!
eppure io sento più vana ogni speranza che non sia amore:
e tu lontana, Asia!
che, quando il mio essere traboccava
eri come un calice d'oro per il mio vino lucente,

che sarebbe finito altrimenti nell'assetata polvere
Dopo questi brevi versi tratti dal Prometeo liberato, vi lascio con i bellissimi versi della poesia Ti amerei, che nel video volano tra le note della colonna sonora del film, La lettera scarlatta.
Ti amerei nel vento
Sotto il cielo terso in primavera
Tra la dolcezza delle rose...
Ti amerei nel canto degli uccelli
All'ombra della vegetazione
Sulle pietra calda e nuda
Sotto il solo bruciante,
Nella frescura dell'erba
E con il canto degli insetti..
Ti amerei il giorno e la notte,
Nella calma e nella tempesta
Sotto le stelle che brillano
Sotto la rugiada della notte
E la mattina all'alba
Con il sorriso e con le lacrima,
Ti amerei con tutte le mie forze...