lunedì 24 marzo 2014
Sophie ha un'unica certezza sopra tutte: mai accontentarsi di un amore a metà.
Buongiorno e benvenuti al...
S.O.S. la domenica sera ci ha
preannunciato la fine del week end e l’arrivo di un nuovo tragico lunedì, e
l’unica cosa che ci può salvare soprattutto una mattina d’inizio settimana è un
buon fragrante caffè accompagnato da una zuccherosa lettura, adatta ad
addolcirci la giornata in modo che tutto fili nel modo giusto, quindi ecco che
arriva il vostro Caffè Letterario a
soccorrervi con questa entusiasmante lettura di Stella Newman
L'amore a modo mio
Editore Piemme
Sophie è una ragazza londinese sopra i trenta, piena di
vita, di amici e di progetti. I dolci sono la sua passione ed è riuscita anche
a farne un lavoro: si inventa dessert sempre nuovi, per stuzzicare il palato
dei clienti di una grande catena di supermercati. E se sui dolci ha le idee
molto chiare, lo stesso vale in fatto di uomini: mai mangiare un brownie se non
è di ottima qualità; mai sposare un uomo se non lo ami davvero.
Così, quando conosce
James, non ha dubbi. Lui è brillante, divertente, e il giorno dopo le telefona
subito (un segno!): è l’incontro del destino.
Troppo bello per
essere vero? Forse sì, perché, oltre a mostrarsi sempre più sfuggente, James
comincia a mettere in discussione tutto di lei: quanto mangia e quanto pesa,
come si veste e come si comporta. Ben presto, Sophie si ritrova non solo con il
cuore a pezzi, ma anche con l’autostima sotto i piedi. Non sa più chi è, non le
piace più ciò che fa, non le interessa più niente.
Sarà dura riprendere
in mano la propria vita, servirà tempo e serviranno gli amici veri. Ma Sophie,
alla fine, ne uscirà più forte. E con un’unica certezza sopra tutte: mai
accontentarsi di un amore a metà.
Adesso scopriamo qualcosa di più sull’autrice
di questo romanzo che ci saprà far migliorare l’umore nero del lunedì, rivelando
la sua dolce scioglievolezza.
Stella Newman
Vive a Londra ed è una copywriter
freelance, oltre che un’appassionata di cucina. L’amore a modo mio è il suo primo romanzo, diventato un bestseller
in Gran Bretagna grazie al passaparola spontaneo delle tantissime lettrici che
si sono identificate nella storia della protagonista.
Dopo il grande successo, Stella ha già scritto
vari romanzi, che ancora non sono stati pubblicati in Italia: Pearl Shaped; The
perfect escape; Left Overs. Intanto,
continua a curare i suoi blog, dove parla di cibo, scrittura e ristoranti: www.stellanewmansblog.blogspot.com
Come sarà questa sfiziosa storia? Scopriamolo,
iniziando a sciogliere in bocca questa deliziosa lettura, accompagnandola con
il nostro amato caffè.
Due ragazze entrano in
un caffè. No, non è l’inizio di una barzelletta. Io sono quella a sinistra, con
il vestito estivo a pois bianchi e neri decisamente fuori stagione. È il febbraio
più nevoso degli ultimi trentotto anni ma io sono tornata da tre giorni dopo un
mese a Buenos Aires, non voglio sprecare questa bella abbronzatura. Un mese a
Buenos Aires... Fantastico, vero? Okay, un mese a Buenos Aires in una pensione
d sei sterline a notte nel barrio
Boedo (immaginatevi il quartiere di Kilbern a Londra con il novantotto per
cento di umidità). Niente aria condizionata, niente lampadari, docce in comune.
Ho trentatré anni, guadagno bene. Non mi piace condividere le docce, men che
meno con diciottenni austriache convinte che Wiener Blut sia il più bel disco di Falco. Viennesi a parte, Laura
e io ci siamo divertite un sacco. Laura è quella sula destra. Amica del cuore,
tosta, del Nord. Indossa un dolcevita e un berretto di lana. Insieme siamo
ridicole, ma non ci interessa. È una di quelle serate. Sarà per come siamo
vestite, per l’abbronzatura, oppure per la voglia di compagnia che c’è a Londra
in un nevoso venerdì sera, fatto sta che alla fine ci ritroviamo sotto i
riflettori. Un certo Rob cerca di fare colpo su di me da venti minuti. È troppo
carino per i miei gusti e si vanta di conoscere il direttore del casting di
Martin Scorsese. “Ti ci vedo nel ruolo
della pupa di un gangster con quel vestito” dice. “E con quegli occhi verdi. Quelle curve.” Mi metto a ridere. Io
sono una quarantadue con tette e culo, mentre la ragazza che ha mollato al bar
a parlare con il suo amico è una di quelle a cui si possono contare le costole
sotto la camicetta di seta. “Sono veri
quegli occhi?” domanda. “No, sono
caramelle alla menta. Tutte le mattine mi coloro le iridi in base alle scarpe” rispondo.
“Mi piaci” dice lui ammiccando. “La tua ragazza sembra un po’ stufa” osserva
Laura. “È con il mio amico” ribatte
Rob, giocherellando con l’orologio. “Volete
qualcosa dal bere? Altri due Margarita?” Si allontana per andare al bar. Non fa in tempo a tornare che
il suo amico, meno carino e molto più il mio tipo, ci raggiunge. “Certo
che non perde tempo...” mi sussurra Laura. Io resto eppure in silenzio.
Guardo l’amico di Rob e ho una sensazione strana eppure familiare: sta per
succedere qualcosa. “Perché parli con
Rob?” mi chiede il tizio con un sorriso.
“Si vede che non ti piace.” “La cosa non ti riguarda. Io ti piaccio?” Mi
fissa per un istante “Si.” “Allora parla tu con me. Come ti chiami?” “James.” “James
come?” “James Stephans.” “Oh, che ragazza colta.” “Per niente. Mia nonna cita
spesso una sua poesia.” “Una poesia d’amore?” “Si, parla di un uomo che strangola la moglie
troppo soffocante.” Lui scoppia a
ridere. “Vedo che sei un tipo sveglio. E appassionato.
Te lo leggo negli occhi. Non perdere tempo con Rob, perdilo con me.” Ed è
quello che ho fatto. Ho chiacchierato con lui, ho ballato il tango intorno al
bancone dl bar, ho bevuto tre Margarita e a fine serata gli ho dato il mio
numero. Mi chiama quando ha detto che lo farà, cioè il giorno dopo. Allora perché
mi sento tanto riconoscente? Forse perché, nell’universo degli incontri
casuali, gli uomini lo fanno troppo raramente. “Mi piacerebbe rivederti” dice. “Va bene.” “Per domani devo partire e starò via per due settimane.” “Oh.” “È per lavoro. Viaggio molto.” “Dove vai?” “In Cina.” “Che lavoro fai?” Mi ero immaginata che fosse un
imprenditore immobiliare di lusso, o che si occupasse di magazzinaggio.
È un tipo molto virile,
massiccio, un po’ rude, e la camicia che portava ieri sera non gli si addiceva.
“Ti metterai a ridere.” “Sei un clown famoso?” “No. Vendo calzini.” “In un negozio?” “Più o meno.”
“Tutti hanno bisogno di calzini” osservo. “Almeno due paia. Quando torno
vorrei invitarti fuori a cena.” “Perfetto.
Adoro i ristoranti.” “Ti piace mangiare?”
“Stai scherzando? Lo faccio in continuazione.”
“Non sei una di quelle che ordina solo un’insalata? Mi sembri
piuttosto magra.” “Credo che tu abbia
visto male.” Ho le braccia sottili e
la vita stretta, una combinazione che inganna molti. “Bene. Conosco già il posto perfetto. Ci sentiamo tra due settimane.” Lavoro
in un palazzo di vetro di dodici piani a Soho. Fino a sei mesi fa avevo uno dei
lavori e uno dei capi migliori del mondo. Sono una sviluppatrice di budini per
Fletchers, una delle principali catene di supermercati del paese. Un tempo ero
alle dipendenze di un genio di nome Maggie Bainbridge. Non era mai scesa a
compromessi sulla qualità e aveva più palle di tutti gli uomini là dento messi
insieme. Sei mesi fa ha dato le dimissioni dopo che la direzione aveva
licenziato in tronco un gruppo dei nostri migliori talenti per sostituirli con
un branco di ragionieri interessati esclusivamente a far quadrare i conti. Persino
il rotolo di carta igienica è stato rimpiazzato da quella cartaccia anni
Ottanta che va sfilata da una scatola di cartone. Maggie ha aperto una società
uninominale che produce brownie, la Happy Tuesday. Siamo ancora in contatto,
però sento la sua mancanza e sogno a occhi aperti di andarmene via e tornare a
lavorare con lei. E così continuo a d avere un ottimo lavoro, ma non ho più un
ottimo capo. Decisamente no. Adesso ho Devron. ... Due settimane dopo, James mi
telefona dall’aeroporto di Pechino. “Ti
ricordi di me?” “La scuola per clown ha
chiuso per le vacanze estive?” “Dovresti
vedere che cosa sono capace di fare con tre bacchette e uno scorpione.” “Sinceramente non ci tengo. Comunque, che
cosa posso fare per te?” “Dimmi che sei
libera per andare a mangiare un piatto di spaghetti.” Il mio piatto
preferito. “Mercoledì della settimana
prossima?” “Troppo tempo. Voglio vederti
prima.” Allora avresti dovuto chiamarmi prima. “Mi spiace.” “Che hai da fare?” “Un sacco di cose. Facciamo mercoledì,
allora?” “Okay. Ti telefonerò tra
qualche giorno per proporti un piano. Ora devo andare, stanno chiamando il mio
volo.” Sedevo vedrmi con James alle otto, ho bisogno di almeno due ore per
prepararmi, il che significa uscire dall’ufficio prima. non è un problema se
Devron è impegnato in una delle sue interminabili riunioni o se è al telefono
con la sua fidanzata poco più che maggiorenne o se Janelle non è al suo posto.
Janelle è la segretariarottweiler di Devon. ... Sono fortunata in giro non c’è
nessuno dei due, così mi fiondo fuori dalla porta e salto su un taxi. Casa mia
è un edificio residenziale di Little Venice. Fuorviante. Quando sento la parola
“residenziale”, mi immagino una dimora sontuosa con una scala di rappresentanza
e non un bilocale al quinto piano senza ascensore. ... Dopo sei mesi, sono la
ragazza a più basso mantenimento di tutto il pianeta, ma il primo appuntamento
è il primo appuntamento e ho aspettato tre settimane per vedere quest’uomo;
sarò assolutamente al massimo. Ho una chioma di capelli castani naturalmente
mossi. Il trucco è leggero e, per una volta, non mi taglio passandomi il rasoio
sulle gambe. ... scarpe tacco dieci. ... Ho un vestito fantastico, aderente e
scollato fino alla vita poi morbido e sciolto, di una sfumatura di rosso scuro
che mette in risalto il verde di miei occhi. ... Sono follemente nervosa e
trepidante. ...
He... he... he... come andrà il tanto
atteso appuntamento della nostra gattina dagli occhi verdi? Come sarà James?
Rimarrà incantato dal fascino della nostra Sophie o ci saranno nuovi risvolti?
Scopriamolo leggendo questa dolcissima
storia che ci delizierà come la deliziosa crema dei fantastici budini ideati
dalla nostra protagonista. Sophie.