martedì 30 luglio 2013
"Tienimi con te, solo io ti posso aiutare. Scalderò il tuo cuore."
Caffè letterario
Buongiorno carissimi
amici, siete pronti a lasciarvi coccolare da un caffè dolce come lo zucchero,
accompagnato da un amore di libro, che ci donerà un amore inatteso, e profondo
come gli occhi di un tenero e morbidissimo cucciolotto.
Un amore inatteso, come
quello che ci fa scoprire la scrittrice Lucy Dillon che dopo i vari successi
che hanno commosso e entusiasmato i lettori, come Il rifugio dei cuori solitari,
che ci ha accompagnato con Piccoli passi di felicità.
Lucy
Dillon, è una scrittrice inglese, che vive a Londra e dopo aver fatto ballare i
suoi lettori con la sua passione per il ballo nel 2008, con il libro “Lezioni
di ballo”, ora ci parla del suo più grande amore, quello per i nostri
amici a quattro zampe, che con i suoi precedenti libri ha conquistato il cuore
di molti lettori, e ora con La libreria
degli amori inattesi, ci regala una storia bellissima che ha sciolto le
serrature che bloccano le porte, spalancandole alla gioia e alle possibilità
che la vita può offrire, perché un amico fedele con il suo fiuto eccezionale,
può guidare i passi di chi ha smarrito la strada, e trovare quella giusta da
seguire, magari chissà, verso la felicità.
Titolo La libreria degli amori inattesi
Autore Dillon Lucy
Prezzo € 17,60 ebook 12,99
Editore Garzanti Libri
Uscito 2013
Pagine 477
Dopo un matrimonio fallito,
Michelle una piccola ma con un certo talento per le vendite, decide di
riprendere in mano la sua vita e cancellando con un colpo di spugna la sua vita
passata decide di trasferirsi e aprire un negozio in una zona tranquilla. Senza
amici o affetti durante il suo trasferimento incontra Anna e il suo cane Pongo,
una coetanea che lavora in una biblioteca e che ama profondamente gli animali. Questa
amicizia, le porterà a rilevare una libreria e tra scatoloni e scaffali
Michelle incontrerà chi la sanerà dalle sue ferite dandole la forza e il
coraggio per andare avanti a testa alta, donandole un amore inatteso e ...
tante meravigliose sorprese che scopriremo leggendo questo successo editoriale
che ha intenerito gli inglesi. Intanto iniziamo questo tenerissimo romanzo di
Lucy Dillon, edito dalla Garzanti Editore e sorseggiamo il nostro caffè in
compagnia di Michelle e del suo amore inatteso.
Michelle era ferma al centro del suo nuovo negozio. Tentava
di sceglierne il nome (Domestic Godress? Nightingale’s? Home Sweet Home?)
mentre se lo raffigurava pieno di sacchettini di lavanda cuciti a mano e grosse
candele di c’era d’api ma, soprattutto, privo del persistente aroma di sgombro
affumicato. Fu assalita, per la quinta volta quel giorno, dalla consapevolezza
dell’enormità dell’impresa in cui si stava imbarcando, completamente sola, ma
si accigliò e si disse – anche in questo caso per la quinta volta – che stava
facendo la cosa giusta. Nuovo inizio, nuovo negozio. Nuova Michelle. In un
mondo ideale non avrebbe aperto un negozio di articoli per la casa in una
pescheria e sicuramente non su quella strada principale, in una pescheria e
sicuramente non su quella strada principale, in una cittadina sede di mercato situata a metà
strada fra “Nel bel mezzo del nulla” e “In capo al mondo”; tuttavia, Michelle
sembrava nata per vendere e sapeva le caratteristiche principali del negozio
erano quelle giuste. La trasandata Longhampton, con le sue case, a schiera di
mattoni rossi e la deprimente zona commerciale di cemento, implorava un pizzico
di leggiadria. I locali erano a buon mercato (probabilmente a causa del puzzo
di pesce), luminosi, ampi e situati sulla via centrale, proprio accanto a
uffici pieni zeppi di persone pronte a curiosare durante la pausa pranzo fra
gli articoli esposti. Inoltre – e quello era l’aspetto più importante – il particolare
esercizio commerciale che interessava a Michelle si trovava a duecentoventi
chilometri da Harvey Stewart. Quella era l’unica parte della sua nuova vita che
lei aveva programmato. Lontano dieci chilometri dal raccordo anulare intorno a
Londra il cervello di Harvey cominciava già a soffrire di carenza di ossigeno,
quindi lì, dove persino i cani portavano giacche trapuntate, Michelle
immaginava che sarebbe stata al sicuro da lui e dai suoi modi sottili per
indurla a odiarsi. … Accanto alla futura ex pescheria c’era un caffè che,
contrariamente alla maggior parte dei negozi vicini, era aperto e stava facendo
buoni affari, quella domenica pomeriggio. Michelle ordinò un doppio espresso e
una fetta di torta al bancone e prese posto, con la sua lista di cose da fare,
a un tavolino accanto alla vetrina, da dove poteva esaminare la concorrenza
sulla via principale. Qualcosa nel locale – la pulizia impeccabile? Le torte
fatte in casa? – la rendeva rilassata, ma accanto alle coppiette e alle
famiglie intente a chiacchierare agli altri tavoli si sentiva a disagio,
sbirciata da tutti, quasi che la sua solitudine le aleggiasse intorno come un
cattivo odore. … Orwen, il fratello minore, era l’unica persona con cui si
confidasse davvero; le sue amiche, in realtà, erano solo le mogli dei compagni
di poker di Harvey. Dopo il matrimonio si era inserita nella vita sociale del
marito nello stesso modo in cui a diciotto si era inserita nell’attività di
famiglia. Nessun ex compagno o compagna di università, nessun ex fidanzato,
nessun amico conosciuto a scuola…la porta del bar si spalancò senza preavviso e
un enorme dalmata si fiondò all’interno, con gli occhi scintillanti e le
orecchie maculate drizzate per l’eccitazione. Si fermò accanto al
portaombrelli, dimenando la coda mentre si guardava intorno nel caffè come se
stesse cercando di decidere chi fosse più meritevole di attenzione, poi posò lo
sguardo su Michelle e si lanciò verso di lei. Con profondo stupore di Michelle
si accorse che nessuno dei presenti reagiva a vedere l’animale. Il dalmata la
guardò scodinzolando e lei si rese conto che in realtà lui voleva fare amicizia
con la sua fetta di torta alle carote. … Flash. Flash con il suo sguardo da
tenerone e le grosse zampe morbide. Le si contrasse lo stomaco. Di tutto quanto
aveva lasciato dietro di sé, a Harvey –
denaro, vestiti, anelli cosiddetti “eternity” -, l’unico che rimpiangeva di non
aver caricato sulla sua auto era Flashie. … “Oddio,
mi dispiace tanto. Pongo! Smettila, no! Ha strappato il guinzaglio!” Una
donna bionda più o meno dell’età di Michelle e apparentemente alta il doppio di
lei urtò il suo tavolino, sforzandosi di riavvolgere un guinzaglio estensibile con
una mano mentre con l’altra staccava il cane da un tavolo vicino sotto il quale
si era rifugiato. … “Ha rotto qualcosa? Le
ha rovesciato il caffè? Lasci che gliene ordini un altro. La prego, non lo dica
a Natalie. Gli ha già dato un’ ultimatum.”… “Mi sono appena trasferita qui
in città. Nuova arrivata. Immagino di avere un accento bizzarro.” La padrona di
Pongo sorrise e il volto le si illuminò. “Nooo.
Non lo penbsi nemmeno! Dipende più probabilmente dal fatto che non ha un amico
a quattro zampe. Questo è il caffè dei cani”, aggiunse quando vide l’aria
sconcertata dell’interlocutrice. “Le
persone sono invogliate a venire qui con i propri animali, che non sono ammessi
in nessun altro locale. Natalie dà loro un biscottino, se fanno i bravi.”… Mi
chiamo Anna”, disse, tendendole la mano al di sopra del menù.. “Lui è Pongo. Il nome è preso dal libro,
naturalmente. Bè, dal film, nel suo caso. Dubito che i suoi proprietari abbiano
mai saputo dell’esistenza di un libro.” Parve irritata con sé stessa. “Scusi, è
stata una battutaccia. Finga che io non abbia detto nulla.” - “Io sono Michelle, dammi del tu”, replicò
lei. “Ho appena comprato il negozio qui
accanto.” -“Davvero?” Anna parve
interessata. “Vendi pesce?” –“Dio, no! Il
mio sarà un negozio di articoli per la casa. In realtà”, continuò Michelle,
cogliendo al volo l’opportunità di fare un’indagine di mercato, “puoi aiutarmi dandomi informazioni…” …
La mattina dopo, quando Michelle arrivò al negozio con il muratore, il metro a
nastro e il fascicolo del progetto, trovò davanti alla porta una scatola di
cartone, legata grossolanamente con della rafia e corredata di un’etichetta su
cui è scritto semplicemente Michelle. … Anna aveva aggiunto un suo messaggio,
sollecitando Michelle a passare a trovarla nella biblioteca in cui lavorava… “Non ci vorrà molto!” aveva precisato. Michelle
rimase ferma davanti al suo nuovo negozio e in quel preciso istante il sole fece
capolino da dietro le nuvole illuminando la High Street di Longhampton. Si sentiva
già meglio ancora prima che iniziassero i lavori di ristrutturazione. Due anni e mezzo più tardi…
Una vita nuova, e una amica nuova di zecca,
che preannuncia una amicizia speciale. Che cosa avrà realizzato Michelle due
anni e mezzo dopo questo nuovo inizio? Scopriamo leggendo questo amore di
libro, che parla di un’amicizia speciale e unica come può solo può essere
quella con un animale, un amico insostituibile che ricambia l’affetto che gli
viene dato proteggendo e sostenendo per istinto chi tanto lo ama, senza riserve
e tradimenti.
Agenda letteraria, "Ogni uomo, di qualsiasi razza, colore, origine e ideologia, è capace di tutto e di qualsiasi cosa". Chester B. Himes
Agenda letteraria
“Guardando
a est dalle torri della chiesa di Riverside, appollaiata tra gli edifici
universitari sulla riva alta del fiume Hudson, in una valle molto più in basso,
le onde di tetti grigi distorcono la prospettiva come la superficie di un mare.
E sotto la superficie, nelle acque scure di luridi casamenti, una città di
gente nera convulsa in un vivere disperato, come l'insaziabile ribollire di
milioni di pesci cannibali affamati. Bocche cieche che divorano le proprie
stesse viscere. Ci infili una mano e tiri fuori un moncherino. Questa è Harlem.
Più ci si sposta a est e più diventa nera. A est della Seventh Avenue, fino al
fiume Harlem, viene chiamata The Valley. Case brulicanti di vita si stendono
nel tetro squallore. Ratti e scarafaggi, contendono a cani e gatti rognosi ossa
già rosicchiate dagli uomini”
Nero, nero come la pece e rabbia tanta rabbia,
contro un mondo dove i bianchi disprezzano il colore del cioccolato, questo era
ciò che ha provato il Balzac nero, Chester
B. Himes, (1909-1984) lo scrittore afro-americano di cui oggi 29 Luglio
la nostra Agenda letteraria, ricorda la nascita. Un uomo che ha lottato contro
le discriminazioni razziali, di cui è stato vittima quasi tutta la vita, che
gli ha fatto montare una rabbia che ha riversato nei suoi romanzi di genere
criminale, dove utilizza la trama poliziesca, per dar voce alle ingiustizie
della società, che si mostrano in modo prepotente e forte in uno dei suoi più
famosi romanzi Cieco, con la pistola, un romanzo che contiene la rabbia e la
durezza della sue emozioni, pubblicato nel 1969, ci presenta due indagini di
due poliziotti neri più duri di tutta
Harlem.
Titolo Cieco, contro la pistola
Autore Chester B. Himes
Editore
Rizzoli
Collana
Scrittori contemporanei
Data uscita
23/06/2010
Pagine
250
Formato
brossura
Prezzo
€ 9,80
Vi
lascio con una massima di Chester B. Himes:
"Ogni
uomo, di qualsiasi razza, colore, origine e ideologia, è capace di tutto e di
qualsiasi cosa".