Benvenuti tra le mie
pagine...
Siete pronti? Si, perché dopo avervi
trascinato nell’avventuroso viaggio tra le misteriose scoperte della Roma
Sotterranea, che ha fatto da scenario all’intrigante romanzo di Stefano Dipino, La porta dei cieli
È una
semplice porta ornamentale. Eppure custodisce un segreto che affonda le sue
radici nella nascita della Città eterna.
In una
torrida estate romana Alessandro Altieri, professore di Antropologia Culturale,
viene avvicinato da Roberto Guerrini, uno studente la cui fidanzata, Sveva, è
scomparsa. Qualche giorno dopo anche Paolo Altieri, padre del professore,
svanisce insieme a una stele fenicia da poco entrata in suo possesso.
Cosa
collega la stele alla Porta dei Cieli? Il misterioso monumento costruito nel
XVII secolo dal marchese Palombara affiora nella memoria di Alessandro,
ricordandogli qualcosa del suo passato.
È l’inizio
di un incubo per l’insegnante, che viene proiettato in una Roma oscura e
onirica, fatta di leggende, borghi sepolti, laghi e templi sotterranei. Dietro
le due sparizioni c’è l’ombra di una sanguinaria società che annovera tra i
suoi membri personaggi che hanno fatto la storia di Roma nell’arco di quasi tre
millenni.
Per
scoprire la verità, Alessandro dovrà aprire la mente e abbandonare tutto quello
in cui ha sempre creduto. Solo così potrà svelare i segreti della sua famiglia
e far luce sull’intricata trama di misteri che si tesse attorno a lui.
Ora finalmente, vi parlo di questa
avvincente lettura, che mi ha coinvolto dalla prima fino all’ultima pagina,
quindi ecco cosa penso del romanzo scritto da questa esordiente penna scoperta
dalla stimata Casa Editrice
Recensione
La lettura di questo romanzo è stata una
piacevole e sorprendente scoperta, proprio come la misteriosa e affascinante
Roma sotterranea. Tutto ha avuto inizio con la cortese richiesta di
partecipazione all’avvincente Blog Tour dedicato a questo romanzo.
Così mi sono ritrovata tra le pagine di
questa intigante storia, che mi ha riportato alla mente l’intrepida emozione
che mi ha lasciato la lettura del “Codice
da Vinci” il celebre romanzo di Dan Brown.
Ma cosa hanno in comune questi due romanzi?
Semplice, entrambi sono due thriller
avvincenti, con risvolto storico-archeologico, hanno in comune il
coinvolgimento di una setta e nonostante c’è di mezzo un professore tra i protagonisti
i romanzi non possono che essere molto differenti, perché la personalità dei
personaggi è diversa, così come i risvolti della storia. Ma la cosa che mi ha
conquistata è stata l’ intrigante e coinvolgente trama, infatti, quando inizi a
leggere perdi completamente la cognizione del tempo e non vedi l’ora di
scoprire cosa succede dopo, perché le vicende si susseguono come gli anelli di una catena.
La scrittura dell’autore è piacevole e
scorrevole e durante questa lettura l’autore dimostra il suo grande talento
come scrittore, perché riesce a sorprendere e a volte a spiazzare completamente il lettore che si
ritrova intrappolato all’interno della vicenda narrata come una mosca nella
tela di un ragno.
In questo caso, non vi riporto lo
spoiler, perché altrimenti rovinerei le sorprese che l’autore ci ha riservato,
quindi, credo proprio che dovrete cimentarvi in questa lettura se desiderate
saperne di più.
Si nota, come la psicologia dei
personaggi sia stata ben studiata, infatti a differenza del celebre Jack
Landon, il professore Alessandro
Altieri, dimostra le sue debolezze umane, lui non è un eroe, ma il legame con
il padre, lo spinge ad andare avanti e a superare suo malgrado le paure che lo
affliggono. Come il professore, anche gli altri personaggi, tendono a mostrare
i risvolti del loro carattere, mettendo a nudo come nel caso di Roberto
Guerrini, le sue passioni che si svelano con l' intraprendenza e temerarietà, che lo
spingono verso il pericolo. Entrambi questi due personaggi possiedono la stessa
determinazione nel salvare la persona a cui tengono. È questa caratteristica che
li accomuna, li porta a un amicizia che altrimenti non sarebbe mai nata. Alla
trama avvincente e ben costruita si aggiungono i fatti storici, che si legano
in modo superbo alla trama, senza appesantire la lettura, anzi come in un
videogioco, il lettore come il giocatore, si trova coinvolto nelle vicende narrate.
Ecco quindi, un magnifico metodo per scolpire nella memoria di chi non ama la storia quegli
eventi che hanno colpito il nostro popolo.
Storia e fantasia, si legano in
modo uniforme, rendendo la lettura
scorrevole e priva di attrito, come una lastra di ghiaccio dove il lettore si
trova a pattinare sostenuto dalla scrittura del nostro Stefano Dipino.
Oltre ai colpi di scena, alla trama
intrigante, agli aneddoti storici sapientemente mischiati ai fatti di fantasia,
si uniscono anche i reperti archeologici, che come la ormai celebre Porta
alchemica, risalente al XVII secolo e costruita per la villa del marchese
Palombara fa da sfondo a questo romanzo, insieme ai luoghi misteriosi e
affascinanti della Roma Sotterranea che
offrono uno scenario accattivante, che stuzzicano la fantasia del lettore.
Il mio giudizio non può che essere Eccellente, per questo libro che mi ha
tenuta con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Un romanzo ricco di
possibilità, che ha rivelato ancora una volta il talento di un altro giovane
autore che potrebbe diventare grande.
Ultimamente sono piacevolmente entusiasta
delle letture che mi offrono le giovani penne, che si addentrano nel profondo
mare della letteratura e chi sa se anche il nostro Stefano Dipino un giorno
possa raggiungere le vette delle classifiche, come il
celebre Dan Brown.
Consigliato a chi ama le letture intriganti e soprattutto i thriller a risvolto
storico.
Da leggere mangiando Cioccolato fondente.