mercoledì 31 luglio 2013
Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. "Se questo è un uomo" di Primo Levi
Agenda letteraria
“Voi che vivete sicuri nelle vostre
tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che
lotta per mezzo pane che muore per un sì o per un no…”
Ciao a tutti, eccoci al nostro consueto
appuntamento con la nostra Agenda letteraria, che oggi 31 Luglio, ci ricorda la nascita di uno scrittore
ebreo, noto per il suo antifascismo, Primo Levi, alleato dei partigiani,
è stato catturato e condotto nel campo di concentramento di Auschwitz in Polonia,
dove è riuscito a salvarsi, solo grazie a una serie di fortunati eventi che gli
hanno permesso di sopravvivere fino alla liberazione da parte dell’Armata Rossa.
Durante questo difficile periodo della sua vita, matura la sua opera più
famosa, Se questo è un uomo, scritto nel 1947, e come ci ricordano i
versi di introduzione, del post, ma non a caso anche del libro e che come
spiega il nostro autore fanno parte di una antica preghiera dello Shemà.
La natura
biografica e la reale testimonianza dei fatti raccontati, hanno fatto di questo
libro un’opera neorealistica, dove la narrazione si lega alla memoria della
voce dell’autore che attraverso le sue considerazioni, trascina il lettore in
una profonda riflessione.
Primo Levi, ha ricevuto sia il Premio Campiello per “La
tregua”,
dove il nostro scrittore racconta la sua avventura del viaggio di ritorno da Auschwitz;
e il Premio
Strega per il libro “La chiave a stella” nel 1979, dove rinnova
i temi cari negli anni sessanta, quelli dell’industrialismo, infatti racconta
le vicende di un operaio, celebrando con la sua storia il concetto del lavoro,
che noi ricordiamo con la famosa frase del libro.
Se si escludono istanti prodigiosi e singoli
che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è
privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla
felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.
"Perché senti il bisogno che tutti si sposino?", gli ha chiesto Christopher, arrabbiato, quando Henry gli ha domandato della sua vita privata. "Perché non lasci che gli altri se la cavino da soli?" - Henry non vuole che gli altri siano soli. "Olive Kitteridge" di Elizabeth Strout
Parliamo di…
"I ragazzi
Burgess"
Ciao a tutti cari amici del ”la bacheca dei
libri”, ritorna la nostra rubrica Parliamo
di…, che oggi vi parla della scrittrice americana Elizabeth Strout, nata a Portland,
nel Maine, nel 1956 e da quasi trent’anni si è stabilita a New York. Questa popolare
scrittrice, ha vinto il Premio Pulitzer
nel 2009, e il Premio Bancarella nel
2010, con un successo editoriale dal titolo "Olive
Kitteridge", una raccolta di racconti che ha dato fama a questa
autrice che a cinque anni di distanza matura una nuova opera dal titolo “I
ragazzi di Burgess”, edito dalla Fazi Editore. Un libro che è stato
subito giudicato positivamente dalla critica nazionale e internazionale infatti
dicono:
“I ragazzi Burgess sa avere un punto di vista forte sull’oggi, su tutto
ciò che è contemporaneo della vita borghese, in America ma non soltanto”. Paolo Giordano
“Elizabeth Strout è ai vertici della narrativa contemporanea di lingua inglese”.
Roberto Bertinetti, Il Sole 24 Ore
“Elizabeth Strout è uno di quegli scrittori rarissimi capaci di fare di garbo e sottigliezza una forza, senza lasciare una parola al patetico”.
“Elizabeth Strout è ai vertici della narrativa contemporanea di lingua inglese”.
Roberto Bertinetti, Il Sole 24 Ore
“Elizabeth Strout è uno di quegli scrittori rarissimi capaci di fare di garbo e sottigliezza una forza, senza lasciare una parola al patetico”.
Tiziano Gianotti, D di Repubblica
“Un romanzo delicato, sottile ma anche brusco e sensibile come la sua protagonista”.
Daria Bignardi, Donna Moderna
“Una narratrice straordinaria”.
Caterina Soffici, Vanity Fair
“Un romanzo delicato, sottile ma anche brusco e sensibile come la sua protagonista”.
Daria Bignardi, Donna Moderna
“Una narratrice straordinaria”.
Caterina Soffici, Vanity Fair
Questo romanzo è stato paragonato dal Time,
alla grande pastorale americana di Roth, forse perché Elizabeth Strout, ci
parla di una epopea familiare, dove si sente il forte richiamo per la famiglia,
che nel momento del bisogno si riunisce, nonostante l’allontanamento e l’isolamento
di alcuni membri della famiglia e fa fronte comune contro le necessità della
vita. Secondo l’autrice il possibile elemento comune con questo monumento della
letteratura e l'ambientazione in una comunità chiusa, nel quale l'elemento
razziale finisce per imporsi irreversibilmente. Questo libro si caratterizza
secondo lo stile della nostra autrice, per il tono diretto che rende appieno i
risvolti psicologici dei personaggi, senza tralasciare la sua scrittura che si
presenta chiara al lettore, che può lasciarsi coinvolgere dalla storia dei
fratelli Burgess, Jim, Bob e Susan, che si sono allontanati per un dramma, che li
ha coinvolti, ma nonostante tutto non hanno dimenticato il forte legame che li
unisce e anche se il dolore e il rimorso tormentano le loro menti, quando Susan
chiede aiuto, i fratelli accorrono da lei e decidono di affrontare ognuno i
propri scheletri nell’armadio.
Titolo I ragazzi Burgess
Autore Elizabeth Strout
Editore Fazi
collana: le strade
Traduttore Castoldi S.
Data di Pubblicazione Giugno 2013
Prezzo: € 18.50
Pagine: 447
Formato: brossura
Ecco il video della conferenza di Paolo Giordano su la sua maestra, Elizabeth Strout.
Ecco il video della conferenza di Paolo Giordano su la sua maestra, Elizabeth Strout.
" I libri vanno letti con la stessa cura e con la stessa riservatezza con cui sono stati scritti. " Paul Auster, Trilogia di New York, 1987
News
Cari amici lettori, a due
mesi esatti dalla nascita di questo blog, “la bacheca dei libri”, ha fatto la sua prima intervista dal vivo, e presto vi presenterà un libro che
vale la pena di leggere e condividere, senza cadere nell’errore di
sottovalutarlo perché realizzato da un giovane autore, dato che ha scritto un’opera
di qualità, che merita tutta la nostra attenzione, quindi non perdete questo evento che è
motivo di orgoglio per un piccolo blog che sta muovendo i suoi primi passi, con
il proposito di diffondere e condividere la passione per la lettura e i libri,
e come diceva Amos Bronson Alcott, nel
Table Talk, 1877: “È un buon libro quello che si apre con
aspettativa e si chiude con profitto.”
Agenda letteraria, Baciami ancora, e non lasciarmi vedere i tuoi occhi. Io ti perdono per quello che hai fatto a me. Io amo il mio carnefice; ma il tuo? Come potrò?
Agenda letteraria
“Se tu morissi... io ne
morirei...”
Cari amici, oggi 30 Luglio
ricordiamo la nascita di una delle scrittrici romantiche inglesi più famose Emily Brontë, l’autrice famosa, come la
piccola frase introduttiva del post, per il romanzo Cime tempestose, uno dei
primi classici che ho iniziato a leggere quando ero piccola, subito dopo aver
visto il cartone animato di Maya, quando ha interpretato il personaggio di Catherine,
e la gioia della sua lettura mi ha avviato alla scoperta di questo genere
letterario e alle opere, che hanno popolato questo periodo, il XIX secolo. Emily
Brontë, è la seconda delle sorelle Brontë, anche se non può essere considerata
una scrittrice maggiore nella letteratura inglese, lei oltre che per le sue
poesie, e diventata celebre, con questa sua opera, che è stata considerata un classico
della letteratura inglese, regalandoci una delle storie d’amore più famose e
tormentate, che ci mostrano due personaggi controversi e potenti, come Heathcliff e
Catherine che si amano e si odiano, divisi ma uniti fino alla morte, una storia
ambientata nella brughiera inglese del North Yorkshire, è stata scritta nel 1847,
sotto lo pseudonimo di Ellis Bell, il titolo viene dal nome di una casa che è
una delle tre principali ambientazioni del libro.
Questo romanzo aveva
lasciato perplessi i critici del tempo che sono rimasti sbalorditi dalla sua
struttura innovativa, perché la storia è racconta a ritroso nel tempo e si
svela a poco a poco. Questo libro ha ispirato molto i registi, che ne hanno
tratto spunto per creare rappresentazioni teatrali, sceneggiati, film e
pensate anche una canzone ovvero quella di Kate Bush intitolata Wuthering Heighs,
del 1978, di cui vi lascio il video insieme alle tormentate parole di Catherine
per Heathcliff.
“Io lo amo più di me stessa, Ellen; e lo so da questo:
tutte le sere io prego di potergli sopravvivere, perché preferirei essere
infelice io, piuttosto che saperlo infelice. È la prova che l'amo più di me
stessa.”