martedì 5 novembre 2013
Riflettiamo... I have longed to move away... La poesia, il pensiero dello scrittore gallese più controverso e visionario della letteratura inglese.
Oggi, voglio riflettere insieme a voi sulla poesia e sulla mente controversa di uno
dei più rilevanti poeti che ha lasciato il segno nella letteratura inglese. Dylan Thomas.
“La poesia, per un
poeta, è il lavoro più remunerativo del mondo. Una buona poesia è un contributo
alla realtà. Il mondo non è più lo stesso dopo che una buona poesia gli si è
aggiunta”
Dylan Thomas, non accetta nessun intellettualismo o
problema ideologico, infatti cerca di creare una poesia tutta sua che
privilegia la più semplice base organica dell’esperienza, come il momento della
nascita, e per questo si rivela diverso dai suoi coetanei come: Wystan Hugh
Auden, Stephen Spender e Louise MacNeice, mostra delle affinità con altri
moderni visionari come William Butler Yeats e James Joyce.
I temi principali della poesia di Dylan Thomas sono sempre gli stessi e vengono ripetuti in modo quasi
ossessivo nelle sue composizioni: la
natura, vista nel suo aspetto sacro, come energia che scorre in ogni
creatura vivente, la "linfa e la
radice" che fa compiere il ciclo di nascita, crescita, riproduzione e
morte; la fondamentale unità di vita e
morte, di creazione e distruzione; l'infanzia,
sia personale, sia fase mitica della vita umana; l'orrore della guerra (tema introdotto dalla raccolta del 1946); e
la morte, che viene vista non come
la fine inevitabile della vita, ma come un momento transitorio che alterna la
vita alla morte.
La morte, uno dei temi che trascina in una controcorrente
volontaria il nostro poeta che per distinguersi dai suoi coetanei, sceglie
questo simbolo di rovina e spiega la sua decisione in una lettera inviata nel
1933 a Pamela Hansford Johnson, e
scrive:
Se scrivo tanto spesso in termini di corpo, di morte, di malattia e
di corruzione del corpo, non significa necessariamente che la mia Musa (non una
delle mie parole preferite ) sia sadica. Almeno per ora credo nello scrivere
poesia della carne, e in genere, della carne morta . Moltissimi poeti moderni
scelgono come loro oggetto la carne ‘viva’, e con il loro accorto lavoro di
dissezione, la trasformano in una carcassa. Io preferisco usare la carne
‘morta’, e con tutta la positività di fede e di convinzione che ho dentro di
me, costruirci una carne ‘viva’
Mah! Chi è in realtà Dylan Thomas?
Un fumatore accanito? Un alcolizzato? Un visionario? O forse
era semplicemente un poeta?
Come lui stesso dice: “Contengo in me una
bestia, un angelo e un pazzo. E la mia ricerca riguarda la loro azione, e la
mia difficoltà consiste nel loro soggiogamento e nella loro vittoria, negli
abbassamenti e nei sollevamenti, e il mio sforzo è la loro autoespressione.”
Questo letterato, costruisce una visione tutta sua, unica e rigeneratrice, che ricorda i grandi poeti romantici come: William Blake e Samuel Taylor
Coleridge.
Distorce il linguaggio in modo intenzionale per adattarlo
alla sua visione del momento, e con grande talento riesce a creare una nuova
lingua che riesce a raggiungere in modo diretto ed espressivo, chi legge le sue
poesie. Un poeta che sottolinea a chiare lettere la sua diversità, anche se
molti studiosi notano l’influenza di quei grandi scrittori che hanno dato un
impatto al linguaggio poetico, tra cui ricordiamo Gerard Manley Hopkins l’eccentrico poeta che soltanto dopo l’incontro
con la poesia di Ezra Pound e di Thomas Stearns Eliot è stato in pieno
riconosciuto come grande sperimentatore e innovatore del linguaggio poetico.
A reading of "Do Not Go Gentle Into That Good Night" by Dylan Thomas.
Do not go gentle into that good night,
Old age should burn and rave at close of day;
Rage, rage against the dying of the light.
Though wise men at their end know dark is right,
Because their words had forked no lightning they
Do not go gentle into that good night.
Good men, the last wave by, crying how bright
Their frail deeds might have danced in a green bay,
Rage, rage against the dying of the light.
Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.
Grave men, near death, who see with blinding sight
Blind eyes could blaze like meteors and be gay,
Rage, rage against the dying of the light.
And you, my father, there on that sad height,
Curse, bless, me now with your fierce tears, I pray.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.