Nello scaffale…
Cari amici, oggi mentre sistemavo lo scaffale dei libri,
mi è scivolato un libro tra le mani.
È non indovinereste mai … tataan…!!! Arie Bifolchine di Enrico
Pea, prima edizione del Marzo 1943, pubblicato dalla Vallecchi Editore. Pensate, il
mio regalo di compleanno dello scorso anno, una copia ripescata in una libreria
antiquaria di Roma.
Forse non tutti conoscono questo poeta e scrittore
italiano, che si è guadagnato il Premio Viareggio nel 1938, con il romanzo
Maremmana, caratterizzato da una grande espressività di sentimenti.
Arie Biforchine, pubblicato nel 1943, è l’ultima
raccolta poetica di questo autore, l'edizione è stata curata da Enrico Falqui. Enrico Pea, è stato apprezzato maggiormente per le sue
opere narrative, ma si è occupato anche di teatro, di cui è stato anche
impresario e pensate, ha avuto la parte di un vecchio naturalista in un film di
Giovanni Paolucci, dal titolo Gli
orizzonti del sole. Anche se la narrativa ha avuto più successo, è stata
una figura importante nel mondo della poesia, infatti sicuramente molti poeti
riconosceranno la sua figura e il suo ruolo tra i fondatori del Premio Lerici, sorto nel 1954 e dopo la
morte del nostro scrittore nel 1958, in onore alla sua memoria, è stato aggiunto il suo nome al concorso
di poesia, che è stato denominato: “Premio Lerici/Pea”.
Prima di lasciarvi con una sua poesia presa a caso dal suo
libro, bisogna fare un accenno allo stile di questo autore, che predilige trattare scene
della vita paesana, con le paure e tormenti che caratterizzano i popolani, anche se a volte fa sentire
il suo tormento religioso. Importante per Enrico Pea è stato l’incontro con Giuseppe Ungaretti, che visto il suo talento ha fatto pubblicare nel 1910, la sua prima raccolta di
poesie Fole.
Pagina 84-:
“Rosalbina Maria, perché bussate?
Che domandate alla chiesa
di Dio?”
E due voci risposero: “La
fede”.
“E la fede che bene vi
darà?”
“La fede mi darà la vita
eterna.”
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