Incontriamo…
Cari amici, oggi incontreremo e cercheremo di
scoprire uno scrittore eccezionale, che diverse volte a ricevuto la candidatura
e ha sfiorato il Premio Nobel per la letteratura, lo scorso anno infatti, è stato in contesa con
il vincitore Mo Yan. Vediamo cosa ha risposto in una intervista alla domanda:
Come ci si sente a essere un eterno
candidato al Nobel? Quest’anno si aspettava di vincere?
“La
giuria non ha mai comunicato una lista dei finalisti, è soltanto dalle
congetture dei media che ho saputo di essere candidato al premio. Riflettere su
semplici congetture non penso sia mio compito. Ho l’impressione di dire e
ridire di continuo le stesse cose, ma per me ciò che conta non sono i premi o
le onorificenze, bensì i tanti lettori, e l’empatia che loro provano (spero)
nei confronti delle mie opere. Non c’è una sola cosa al mondo che meriti di
essere data in cambio”.
Come sappiamo per comprendere uno scrittore dobbiamo
vedere le sue opere, e quelle di questo scrittore amante dei Rolling Stones, sono
particolari, perché ama scrivere storie strane, come lui stesso le definisce: “Scrivo storie strane, bizzarre. Non so perché
mi piaccia tanto tutto ciò che è strano. In realtà, sono un uomo molto
razionale. Non credo alla New Age, né alla reincarnazione, ai sogni, ai
tarocchi, all'oroscopo. [...] Ma quando scrivo, scrivo cose bizzarre. Non so
perché. Piú sono serio, piú divento balzano e contorto”. Oltre a essere
strane, le sue storie amano viaggiare su una realtà parallela, su vite
parallele che si contendono lo stesso spazio e vivono in un mondo irreale che
lui riesce a trasformare in reale, è quello che accade nel suo ultimo romanzo
1Q84, il terzo libro di un opera divisa in tre parti, il cui titolo è un chiaro
riferimento al libro 1984, del maestro della distopia, George Orwell, perché
parla di luoghi del tutto spiacevoli e indesiderabili; la differenza tra i due
sta nel fatto che il mondo di Orwell è ben definito e potenzialmente
verosimile, radicato in qualche modo alla realtà, mentre lui, crea un mondo
parallelo che arriva dal suo subconscio, lasciando al lettore la libertà di
decifrarne i significati. Nel primo libro, che si svolge a Tokyo tra l’aprile e
il settembre di un fantastico 1984, si assiste, all’incontro dei due
protagonisti, che per sei mesi hanno vissuto in un turbinio di universi
paralleli, in una realtà a cui non appartengono, in un mondo “al di là dello
specchio” su cui brillano due lune. Tengo e Aomame, sono così divisi e costantemente
in pericolo di vita, e sembra che tutto intorno a loro trami per non vederli mai
uniti. In quest’ultimo capitolo, negli ultimi tre mesi della storia, tra
ottobre e dicembre, oltre alla setta Sakigake e alle altre oscure e sfuggenti
forze che congiurano contro di loro, compare un'altra figura, l’investigatore
privato Ushikawa. Sarà questo il terzo punto di vista, oltre i due personaggi
principali, capace di accompagnare il lettore verso la vorticosa conclusione di
1Q84, dove gli enigmi e i misteri sono al limite dell’irrealtà costruiti dal
nostro autore, con lo scopo di rivelare, un preciso disegno.
Vediamo cosa risponde in una intervista alla domanda: I mondi paralleli che lei descrive sono sempre assurdi, ma le sue descrizioni sono così accurate e le logiche così coerenti che diventano appunto più realistici della cosiddetta realtà. Ma se tutto è nel non A, che cosa resta in A?
Vediamo cosa risponde in una intervista alla domanda: I mondi paralleli che lei descrive sono sempre assurdi, ma le sue descrizioni sono così accurate e le logiche così coerenti che diventano appunto più realistici della cosiddetta realtà. Ma se tutto è nel non A, che cosa resta in A?
“Non
ho riflettuto profondamente su quelli che vengono chiamati “mondi paralleli”.
Ma che il mondo in cui viviamo sia stato scelto per caso tra infinite
possibilità e sia soltanto qualcosa di provvisorio è un fatto reale e
indiscutibile. Ad esempio, se l’attacco dell’11 settembre non avesse avuto un
successo così totale, il mondo con ogni probabilità non sarebbe diventato
quello che è attualmente. È un pensiero che mi dà sempre una sensazione strana.
Il suolo su cui mi trovo, pur essendo dotato di una massa ben reale, può darsi
che in quanto realtà sia qualcosa di inadeguato. E probabilmente non sono il
solo a provare questo disorientamento”.
Murakami, è uno scrittore che ama la musica, infatti
prima di dar sfogo alla sua vena creativa, gestiva un jazz bar che ha venduto
solo dopo che la sua carriera come scrittore è decollata, grazie anche ai
meritati riconoscimenti che hanno incoraggiato il nostro scrittore già dal suo
primo romanzo Ascolta la canzone nel vento, pubblicato nel 1979, con cui
vince il Premio Gunzo come migliore
esordiente. L'anno seguente dà alle stampe Il flipper, mentre risale al 1982 la pubblicazione di Sotto
il segno della pecora, che gli vale il Premio Noma per scrittori emergenti. I tre libri vengono
solitamente riuniti sotto il nome de La
trilogia del Ratto, perché uno dei personaggi principali si chiama "il
Ratto". Nel 1985 vince il Premio
Tanizaki con La fine del mondo e Il paese delle meraviglie . Dall'ottobre
1986 viaggia tra la Grecia e l'Italia, in particolare, in Sicilia e a Roma,
dove scrive nel 1987 Tokyo blues, Norwegian wood, che si
rivela subito un autentico caso letterario, vendendo due milioni di copie in un
anno e nel 1988 pubblica, Dance dance dance. Dopo A sud
del confine, a ovest del sole, nel 1996 arriva un prestigioso riconoscimento
con il Premio Yomiuri, con il romanzo
L'uccello
che girava le viti del mondo.
Dopo un saggio Underground pubblicato nel 1997,
sull’attentato alla metropolitana di Tokyo compiuto con il gas Sarin dalla
setta Aum nel 1995, e dopo La ragazza dello Sputnik, nel 1999, riceve
un altro premio nel 2006 il Frank
O'Connor International Short Story Award per la raccolta di racconti brevi I
salici ciechi e la donna addormentata e vince il World Fantasy Award con il romanzo Kafka sulla spiaggia, il
romanzo con cui ho iniziato a apprezzare questo meraviglioso scrittore, e che lo
stesso anno gli conferisce anche il Premio Franz Kafka, in passato
già assegnato ad autori del calibro di Philip Roth, Harold Pinter ed Elfriede
Jelinek.
Nella grande quantità di successi e premi, il libro
che lo ha reso famoso è Norvegian Wood, di cui è stato
tratto un film nel 2010, scritto e diretto da Tran Anh Hung, che vola sulle
note dei Beatles portandolo in presentazione al concorso della 67ª Mostra
internazionale d'arte cinematografica di Venezia. L’impatto è imminente e consacra
definitivamente Murakami haruki, tra i più grandi scrittori contemporanei nel
panorama internazionale.
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