Il linguaggio dei fiori
E proprio vero, cari lettori, “Se non
sai cosa dire, dillo con un fiore”. Il mondo dei fiori ha un fascino
misterioso, che attrae un po’ come l’ape con il miele, perché con la loro
presenza possono dire molto a coloro che li ricevono. Naturalmente non tutti
conoscono la loro lingua, ma esiste un vero e proprio dizionario, che ci
illumina, traducendo il loro linguaggio. Nel mondo dei libri esistono anche tanti
romanzi che hanno tratto ispirazione da loro, e quello che ha avuto maggiore
successo è senza ombra di dubbio “Il linguaggio segreto dei fiori” di Vanessa Diffenbaugh, edito dalla Garzanti editore.
Non mi fido
come la lavanda
Mi difendo
come il rododendro
Sono sola, come
la rosa bianca, e ho paura.
E quando ho
paura la mia voce sono i fiori.
Sinossi: Le rose per la grazia e l’eleganza, la camomilla per
emergere dalle difficoltà, la gerbera come l’allegria di un’inattesa speranza e
i bouganville per la passione. Ogni fiore ha un significato più intenso di
quello che pensiamo e ogni lettore potrà attribuirsene uno, scegliendo per sé,
e per chi ama, una copertina diversa per questo strabiliante libro. “Il
linguaggio segreto dei fiori” di Vanessa Diffenbaugh, fenomeno editoriale ancor
prima della pubblicazione e conteso da tutti gli editori del mondo, racconta
attraverso uno dei personaggi più straordinari mai creati, una vicenda di
forza, sofferenza, amore e incredibile sete di vita. Victoria è una ragazza di
diciotto anni con un passato alle spalle di certo non facile: abbandonata nella
culla dai genitori, ha passato l’infanzia tra famiglie adottive, genitori
provvisori e spesso non ideali. Un giorno però la ragazza incontra Elizabeth,
una donna straordinaria e speciale che le cambia e sconvolge la vita persino in
modo drammatico. Elizabeth è per Victoria la sua unica vera madre e per questo
le trasmette un dono speciale: la capacità di conoscere il linguaggio segreto
dei fiori. Diventata maggiorenne, la ragazza decide di lavorare come fioraia e
il richiamo magico delle sue rose e delle sue margherite porterà tutta la città
nel suo negozio. Perché i fiori, nel romanzo della Diffenbaugh, curano prima di
tutto le ferite dell’anima e lasciano delle pillole di felicità. Victoria però
ha paura di amare, di lasciarsi trasportare dalle emozioni e dalle parole. Per
lei farsi toccare dagli altri è impossibile, l’unico tocco che sopporta è
quello dei petali dei fiori. E’ infatti nella quiete del parco pubblico di una
splendente San Francisco che la protagonista trova rifugio. Lì, attorniata dai
fiori, i suoi pensieri possono esprimersi e la sua mente può volare libera.
Grant, un ragazzo tenebroso che pare sappia misteriosamente tutto del suo
passato, sembra però l’unico in grado di scuotere Victoria e di regalarle dei
momenti di serenità. La ragazza infatti si porta dentro una ferita che è una
colpa che non riesce a cancellare dal suo cuore. Per fortuna esistono i fiori.
Ce n’è uno per ogni male dell’anima.
Un romanzo davvero molto bello, dove i fiori parlano per la protagonista,
e ci confermano come questi delicati e profumati esseri del mondo vegetale,
possono rappresentare non solo un vero rimedio contro il dolore fisico, ma
anche per la sofferenza del cuore.
In questo romanzo la protagonista, Victoria, possedeva un vero e proprio memorandum che le ha fatto conoscere questo linguaggio, e ora io desidero proporvelo perché
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