lunedì 11 novembre 2013

"Noi gitani siamo sempre stati liberi. Tutti i re e i principi in ogni angolo del mondo hanno tentato di piegarci, senza riuscirci. Con noi non ce la faranno mai. Niente e nessuno ci lega. Il rischio non ci fa paura, ce ne infischiamo delle leggi e dei decreti. E' questo che chiunque si consideri un vero gitano ha sempre sostenuto e difeso."

News! Finalmente in libreria.
 Amici in lettura, finalmente possiamo leggere l’ultima fatica del grande scrittore spagnolo Ildefonso Falcones, che dopo i successi letterari di La mano di Fatima e La cattedrale del mare, che mi ha catturato tra le sue pagine trascinandomi in una emozionante trama ambientata in una Spagna storica, proprio come reclama il suo stile e questo suo ultimo romanzo La regina scalza, edito dalla casa editrice Longanesi.


Un romanzo, che ci riporta nel 1748 in un’altra bellissima e affascinante città spagnola Siviglia e la protagonista questa volta è una ex schiava di origine cubana, Caridad, che il destino la unisce a quello di Milagros e dei gitani. Nel fermento della Spagna di questo periodo storico, Falcones, ci trasporta in questo viaggio avventuroso dove la storia si unisce alle vite dei suoi personaggi che con le loro vicissitudini ci faranno vivere amori, passioni e lotte e chissà dove ci porteranno questa volta?




Dall’anteprima e dalla descrizione di questo romanzo si preannuncia una storia emozionante che mi ricorda la bella Esmeralda, l’affascinante gitana protagonista del romanzo del grande Victor Hugo, che si è innamorata dell’uomo sbagliato, un arrogante ed egocentrico, proprio come Milagros, l’amica di Caridad. A intricare la storia c'é anche lo storico editto della deportazione dei gitani. Cosa succederà a Milagros e Caridad?
Personalmente non vedo l’ora di scoprirlo e voi?
Intanto ecco un piccolo assaggio e il link dell'anteprima e la presentazione di questo storico romanzo scritto da parte di questo geniale scrittore, Ildefonso Falcones.
Porto di Cadice, 7 Gennaio 1948
Quando stava per mettere piede sul molo di Cadice, Caridad ebbe un attimo di esitazione. Si trovava in fondo alla passerella della feluca su cui erano sbarcati dll Reina, il galeone che aveva scortato i sei mercantili e il loro prezioso carico dall’altra parte dell’oceano. La donna alzo gli occhi al sole invernale che illuminava il porto affollato e chiassoso: uno dei vascelli che aveva con loro dall’Avana stava per essere scaricato. I raggi penetrarono nel suo liso cappello di paglia, abbagliandola. Tanto baccano la prese alla sprovvista e lei si ritrasse spaventata, come se quelle urla fossero rivolte a lei. “Ehi, tu! Non stare lì impalata, Morena”, urlò il marinaio dietro di lei mentre passava davanti senza tropi riguardi. Caridad incespicò e fu sul punto di cadere in acqua. Quando un altro degli uomini alle sue spalle fece per superarla, la donna saltò goffamente sul molo, si fece da parte e rimase immobile mentre altri membri dell’equipaggio continuavano a sbarcare tra risate, battute e scommesse di ogni tipo sulla femmina grazie alla quale avrebbero subito dimenticato la lunga traversata oceanica. “Goditi la tua libertà, negra!” gridò uno di loro passandole accanto...

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