“Non ho mai conosciuto nessuna creatura al mondo che amasse tanto scrivere ”
Questa affermazione, fatta dallo scrittore Edward Morgan Forster, è rivolta alla grande scrittrice inglese Adeline
Virginia Stephen Woolf, o semplicemente Virginia
Woolf la musa ispiratrice di questa rubrica, “Donne letterarie” , che dopo aver parlato di alcune scrittrici
del nostro tempo, come la coraggiosa giovane Amani El Nasif, che ha trovato la forza di scrivere la sua storia, nel
suo libro “Siria, mon amour”
ergendosi a testimonianza della misera condizione della donna, che purtroppo
ancora oggi è precaria in alcuni Paesi del mondo, ora ritorna sui suoi passi
per rendere omaggio alla scrittrice che con le sue opere letterarie e la sua
conoscenza culturale è stata presa come modello dal primo e dal secondo
femminismo, il quale è stato anche il primo momento politico di critica storica alla
famiglia e alla società. Virginia era una donna, ma soprattutto una grande
letterata, infatti non solo il padre ma anche tutta la sua famiglia, è stata il
centro culturale della Londra del tempo, con un circolo intellettuale “Bloomsbury
Group” che hanno formato dopo la morte del padre, quando ha iniziato a
scrivere per il supplemento letterario
del “Times”. Qui, fa conoscenza con importanti
intellettuali, tra cui Bertrand Russell,
Edward Morgan Forster, Ludwig
Wittgenstein e conosce anche il marito Leonard Woolf, un teorico
della politica, che anche dopo il matrimonio sostiene e incoraggia la passione
della moglie, soprattutto durante i suoi momenti di fragilità. È così che nascono le
famose “serate del giovedì”, riunioni
alle quali partecipano intellettuali di rilievo per parlare di politica,
lettere e arte. E' in questo piacevole ambiente letterario che decide di dare
ripetizioni alle operaie, e scrive il suo primo romanzo, ma la delusione delle
case editoriali la spinge nell’abisso e così il marito l’aiuta, con la
fondazione di una casa editrice, tutta per lei, la “Hogarth Press”, dove
vedranno la luce oltre alle sue opere anche quelle di scrittori come: Katherine Mansfield, Italo Svevo, Sigmund
Freud, Thomas Stearns Eliot, James Joyce.
Nei confronti della letteratura, la presa di posizione della nostra amata scrittrice
si deve al suo profondo amore per essa e per la scrittura, perché nel suo
tempo, le donne non godevano di una buona posizione in questo ambiente, infatti
nelle sue opere e nelle sue conferenze, precisa come la maggior parte di loro
sono state da sempre ostacolate nelle loro ambizioni letterarie a causa dei
pregiudizi sia sociali che politici, e nonostante la profonda cultura e la
fornitissima biblioteca di famiglia a cui il padre le ha dato accesso,
sottolinea come lei stessa, ha ricevuto un'educazione frammentaria, a differenza
dei fratelli, perché la rigida società vittoriana nella quale vive, non
permette alle ragazze di frequentare nessun istituto scolastico pubblico, dato che l’accesso è consentito solo ai maschi. A salvarla dalla completa
ignoranza è stata la madre che le ha impartito lezioni di latino e francese, e
il padre che ha assecondato la sua fame di cultura e sapere, poiché ha notato il suo
grande talento, ma nonostante ciò è rimasta segnata nell’animo da questa
ingiustizia, e quando nell’Ottobre del 1928, le viene chiesto di partecipare a due conferenze, in cui è stata invitata a parlare del tema: Le donne e il romanzo, da sfogo alla sua
frustrazione e scrive le sue riflessioni sull’universo femminile e la
creatività letteraria, che hanno dato vita a un vero e proprio manifesto sulla
condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto
donna-scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, giudicata
attraverso il rigore storico e la profonda passione per la letteratura e racchiude tutto nel suo saggio, “Una
stanza tutta per sé”, dove scrive:
"La sola cosa che potevo fare era offrirvi un punto di vista: se vuole
scrivere romanzi, la donna deve avere del denaro e una stanza tutta per sé".
Questo, è uno dei messaggi che la
nostra scrittrice lascia nel suo libro, dove elenca le condizioni per poter
essere una scrittrice, soldi per poter pubblicare i suoi
lavori, del cibo adeguato e una stanza tutta per sé, perché è
impossibile scrivere in cucina, tra tanta gente che parla rumorosamente. Il
risultato è stato giudicato come un vero e proprio manifesto che ha ispirato i movimenti
femminili, che l'ha resa famosa come l’ideatrice e modello del primo e del secondo
movimento.
“Finché scrivete ciò
che volete scrivere, questa è la sola cosa che conta: e se conti per un giorno
o per un’eternità nessuno può dirlo”
Dettagli del libro
Editore Einaudi
Edizione 2006
- Testo inglese a fronte
Collana ET
Classici
Pagine pp.
XL - 238
Prezzo €
12,00
A cura di
Maria Antonietta Saracino
Traduzione
di Maria Antonietta Saracino
“Quella donna dunque, nata nel cinquecento con
il dono della poesia, era una donna infelice, una donna in lotta con se stessa.
Tutte le condizioni della sua vita, tutti i suoi istinti, erano ostili a quello
stato d'animo che è tuttavia indispensabile, se si vuole esprimere liberamente
ciò che si ha nel cervello”.
Dettagli del libro
Genere letteratura
internazionale
Editore Feltrinelli
Collana Universale
economica i classici
Ristampa 09/03/1992
Traduttori Adriana
Bottini
Pagine 256
Prezzo € 8,00
A 9 anni di distanza segue un altro saggio “Le
tre ghinee”, che ha scosso le menti del tempo e fatto impazzire i vari
movimenti femminili, perché la discussione ora si sposta sul tema della “differenza che la società pone fra uomo e
donna”, e approfondisce il ruolo
dominante dell’uomo nella storia contemporanea. Ora, la nostra Virginia, da
sfogo alle sue “Vampate d’ira”, come le ha definite lei; infatti scrive: “Le vampate d’ira sono utilissime per il mio
libro”, queste sono nate dalle ingiustizie che ha dovuto subire nella sua
vita per colpa della società e infatti non manca di sottolineare la discussione
con il suo amico scrittore Edward Morgan
Forster, che con noncuranza, le ha ricordato la sua impossibilità di
entrare alla biblioteca di Londra perché è una donna. Questa, insieme a tutte
le altre limitazioni, che l’hanno fatta ribollire, sono contenute in questo
saggio, che è stato scritto nel 1938, un periodo particolare per la storia
europea, quando le scintille del secondo conflitto mondiale iniziano a scoppiettare
e la nostra autrice, immagina di ricevere tre lettere per una raccolta di fondi
per prevenire la futura guerra, e le sue risposte, sono tre ghinee, una per ogni sua richiesta, ovvero la formazione di college femminili, dove si insegnano tutte le
materie come nelle università maschili, una associazione per dare lavoro alle donne e la formazione di
una associazione pacifista femminile,
chiamata magari la “Società delle Estranee”, senza scopi di lucro, dove l’unica
regola da seguire è l’astenersi dalla guerra e di rifiutare nel caso ci sia, di lavorare nelle fabbriche
di armi o di fare da infermiere, come è successo nella grande guerra.
La famosa critica letteraria, scrittrice, e traduttrice italiana, Nadia
Fusini, ha dedicato la sua attenzione alla nostra amata scrittrice, e
ha scritto una sua particolare biografia, dove le restituisce la voce
attraverso una prosa poetica che come una musica armoniosa, forte e fragile
come il cristallo, fa parlare la nostra Virginia, e rivela così non solo la sua
forza, dove si erge da sola contro una società opprimente, ma anche la fragilità
della sua anima e il canto melodioso delle sue opere, nel libro Possiedo
la mia anima, edito dalla Mondadori, un’opera che consiglio a tutti, perché
non è una classica biografia, ma si snoda come un meraviglioso racconto, dove
la protagonista è lei l' unica e sola Virginia Woolf, una delle letterate più
significative della letteratura internazionale.
Dettagli del libro
Editore: MondadoriTitolo: Possiedo la mia anima. Il segreto di Virginia Woolf
Autore: Nadia Fusini
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Pubblicazione: Aprile 2006
Pagine: 347
Formato: rilegato
Prezzo 17,00 €
Pubblicazione: Aprile 2006
Pagine: 347
Formato: rilegato
Prezzo 17,00 €
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