venerdì 5 luglio 2013

Agenda letteraria

Agenda letteraria
Il verbo amare è uno dei più difficili da coniugare: il suo passato non è semplice, il suo presente non è indicativo e il suo futuro non è che un condizionale.

Cari amici, con questo aforisma, oggi 5 Luglio, la nostra Agenda letteraria ricorda la nascita del poeta, saggista e drammaturgo francese Jean Maurice Eugène Clément Cocteau. Un grande personaggio, noto a livello internazionale anche come regista e attore, le sue doti riconosciute per l’originalità e la forte capacità espressiva, che vengono messe in mostra nelle sue opere sia scritte come il suo romanzo più famoso I ragazzi terribili e nella rappresentazione teatrale come la La voce Umana messa in scena la prima volta nel 1930 e ieri sera è stata rappresentata al Teatro Gobetti di Torino, per la prima nazionale di quest’opera di Jean Cocteau con l’adattamento e la regia di Giulio Graglia che vede sul palco il Duo Eridano.
Inoltre, non possiamo dimenticare il grande film La bella e la bestia del 1946, presentato in concorso alla prima edizione del Festival di Cannes.

Non sono da meno dei film e delle opere teatrali, quelle letterarie, che non passano inosservate tanto che il 20 giugno 1912 Marcel Proust gli scrive: Crepo di gelosia nel vedere come nei suoi straordinari pezzi su Parigi lei sappia evocare delle cose che io ho sentito e che son riuscito ad esprimere solo in modo assai pallido. “ Ed è in questo periodo che a Montmartre stringe amicizia con Guillaume Apollinaire, Roland Garros, Max Jacob, Pablo Picasso (con il quale si reca a Roma nel febbraio 1917), Blaise Cendrars, Erik Satie e Amedeo Modigliani (che lo ritrarrà in un famoso dipinto).  Tra i suoi scritti, il romanzo breve I ragazzi terribili, è la sua opera più conosciuta e nel 1950, ha prodotto un film omonimo, diretto da Jean-Pierre Melville. Il libro dato alle stampe nel 1929 parla del rapporto ambiguo tra Elisabeth e Paul, fratello e sorella, e un amico particolare Gérard, uniti da un morboso legame che li distruggerà. Vi lascio con un passo di quest'opera che ancora oggi impressiona i suoi lettori, come un quadro surrealista.
"Lurido mostro! Lurido mostro!” Paul continuava, rantolava, la fucilava con lo sguardo azzurro, con un fuoco azzurro ininterrotto, attraverso la fessura delle palpebre. Dei crampi, dei tic torturavano la  sua bella bocca, e la secchezza che inaridiva la sorgente delle lacrime comunicava al suo sguardo quei lampi febbrili, una fosforescenza da lupo. La neve sferzava le vetrate. Elisabeth indietreggiò. “Ebbene, sì!” disse “E’ vero. Ero gelosa. Non volevo perderti. Io detesto Agathe. Non potevo permettere che ti portasse via dalla casa.” …Sola contro tutti con la camera, Elisabeth sfidava Agathe, sfidava Gérard, sfidava Paul, sfidava il mondo intero. Afferrò la rivoltella sul cassettone. Agathe urlava: “Sta per sparare! Vuole uccidermi!” e si aggrappava a Paul che vaneggiava. … Elisabeth, un dito sul grilletto, attendeva lo spasimo mortale del fratello, gli gridava di raggiungerla, lo chiamava per nome, spiando il minuto splendido in cui si sarebbero appartenuti nella morte. … Elisabeth credette che fosse la fine, appoggiò la canna della rivoltella contro la tempia e sparò. …Ma che cosa vuole? Che cosa pretende? Gli occhi di Paul si spengono. Il filo si spezza e della camera dileguata non rimane che l’odore infetto, e una piccola donna su un marciapiede, che rimpicciolisce, che si allontana, che scompare.



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