martedì 4 giugno 2013

Incontriamo … Andrea Camilleri (Parte 1)



Incontriamo … 


 Ciao a tutti cari amici, benvenuti a Incontriamo ..., con questa rubrica andremo a incontrare uno scrittore molto apprezzato dal pubblico non solo per i suoi libri ma anche per i film ispirati ai suoi romanzi. Questo scrittore ha avuto molto successo anche al Salone del libro, e uno dei suoi libri, si trova al 2° posto della nostra classifica dei più venduti del mese di Maggio, come avrete capito, mi riferisco a Andrea Camilleri
Ma chi è veramente Andrea Camilleri e il commissario Montalbano?
  Oggi voglio far conoscere sotto una veste diversa il grande scrittore che ha dato voce e volto, confermando orgogliosamente la sua appartenenza a una delle regioni più belle d’Italia, la Sicilia. Curioseremo nei retroscena della sua vita, e nella produzione cinematografica della serie Montalbano con Zingaretti, vedremo come è nato il personaggio Montalbano, ma anche i pro e i contro rivoltagli dalla critica letteraria.
  Andrea Camilleri ha scritto moltissimi libri, infatti aveva iniziato a scrivere, come lui stesso racconta, già a venti anni quando veniva pubblicato in un’antologia di poeti scelti da Ungaretti, inoltre scriveva raccontini  che gli venivano pubblicati su “L’Italia socialista” e “L’ora di Palermo”, precisando di scrivere in italiano. Ma come è arrivato a scrivere di Montalbano? Ma soprattutto come è riuscito a trovare quello stile, quel modo di scrivere che lo ha reso unico?
Prima di arrivare a Montalbano non aveva avuto molto successo, anche perché il suo uso del dialetto faceva storcere il naso a molti, questo perché come sappiamo uno scritto pieno di dialetto è molto limitativo per chi non conosce il gergo e fare opera di interpretazione mentre si legge, e un po’ come tradurre una versione di latino o greco senza vocabolario.
 Il suo stile, come ci racconta sul suo sito parlando del linguaggio, non è un vero dialetto siciliano, ma un dialetto contadino. Quindi mi chiedo: ma come mai un dialetto contadino, da dove è arrivata la folgorante idea?
  Il nostro autore dice che immette il linguaggio contadino all’interno del suo linguaggio esattamente come aveva fatto Pirandello quando tradusse Il Ciclope di Euripide in dialetto siciliano, utilizzando così due livelli di dialetto, ottenendo ad esempio: "Scussate, non vorrei distrubbare ma...".    Questa operazione pirandelliana, Camilleri, la definisce strepitosa, infatti è così che Catarella si è trovato a fare il militare a Cuneo.

Svelato così il mistero sull’utilizzo di questo italiano un po’ sgrammaticato mischiato a queste forme non proprio dialettali, adesso ci chiediamo.
Ma come è riuscito Andrea Camilleri a trovare una voce tutta sua?
  Il nostro scrittore racconta di averla trovata per caso, mentre raccontava al padre un fatto buffo accaduto in uno studio televisivo e il suo papà aveva riso così tanto che quando era arrivata sua madre aveva cercato di narrarle il fatto, ma dato che sembrava una barzelletta raccontata male, disse al figlio: "Raccontagliela tu, perché tu gliela racconti meglio di me"; e allora il nostro scrittore rispondeva: "In che senso gliela racconto meglio?". A questo punto, analizzando il suo discorso, si rese conto di usare l’italiano e il dialetto per dare colore alla battuta, questa considerazione è stata fulminate, Andrea aveva trovato la sua voce.
 Ma come mai il libri di Camilleri sono quasi tutti ambientati in Sicilia?
  La risposta è semplice, perché il nostro autore racconta di non poter parlare di un posto o di persone che non conosce perché non riesce a comprendere neanche il modo di pensare della gente, cosa fondamentale per riuscire a creare un personaggio, oserei dire. Infatti il nostro afferma che: La Sicilia per me è il villaggio di Tolstoj, quando Tolstoj diceva: "Descrivi bene bene il tuo villaggio e avrai descritto il mondo".

Come è nato, il mitico Montalbano e perché un giallo?
  Camilleri dice: Ricordavo che Sciascia aveva scritto: "Il romanzo giallo in fondo è la migliore gabbia dentro alla quale uno scrittore possa mettersi, perché ci sono delle regole, per esempio che non puoi barare sul rapporto logico, temporale, spaziale del racconto". Sicché mi sono provato a scrivere un romanzo giallo - La forma dell'acqua - come una sorta di pensum, di compito che mi ero dato, perché avevo tra le mani Il birraio di Preston del quale non riuscivo a calibrare la struttura.
  Sembra proprio che il beneamato Montalbano sia stato molto duro. Ma come è riuscito a togliersi dai guai il papà di: Montalbano sono?
  Ci racconta che è stata la lettura di un romanzo di Vazquez Montálban, Il pianista - che non ha nulla a che fare con i suoi Pepe Carvalho – che gli aveva suggerito una strada possibile per strutturare Il birraio di Preston, grato a questo autore spagnolo, decise di chiamare il commissario, del quale stava scrivendo la prima avventura, Montalbano, che è anche un cognome siciliano diffusissimo. Così come dice Camilleri: pigliavo due piccioni con una fava: pagavo un certo debito a Montálban e nello stesso tempo davo un nome siciliano preciso a questo commissario.
   

   Quando la Forma dell'acqua venne pubblicato, ebbe successo, però il nostro racconta che non voleva continuare con Montalbano. Ma, Camilleri, racconta che: questo personaggio non era risolto dentro di me: abituato come sono stato per trent'anni e passa al teatro, io ho bisogno di un personaggio a tutto tondo, qualcuno che possa poi incarnarsi in un attore, come ce lo si immagina quando si legge un copione teatrale e a poco a poco il personaggio si "alza" dalla pagina, comincia ad avere un aspetto fisico preciso, i suoi tic, la sua psicologia. Questo personaggio era ancora troppo una funzione, la funzione di colui che risolve un caso. Così racconta come nasce il secondo libro, Un cane di terracotta. A questo punto ci fu veramente un grosso successo. Montalbano cominciò a essere una sorta di apripista per gli altri romanzi storici, se li portò dietro ed è cominciata la situazione a volte imbarazzante, perché Montalbano è un serial killer di eventuali altri personaggi. È invadente: mentre stai pensando a un'altra cosa, arriva e dice "tu devi scrivere solo di me".


Bene cari amici della bacheca per questa prima puntata su Andrea Camilleri è tutto, vi aspetto ancora per parlarvi dei retroscena dei film del mitico Commissario di Vigata, della vita del nostro beneamato e di tante altre curiosità.

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