Incontriamo …
Ciao a tutti cari amici, benvenuti a Incontriamo
..., con questa rubrica andremo a incontrare uno scrittore molto
apprezzato dal pubblico non solo per i suoi libri ma anche per i film ispirati
ai suoi romanzi. Questo scrittore ha avuto molto successo anche al Salone del
libro, e uno dei suoi libri, si trova al 2° posto della nostra classifica dei
più venduti del mese di Maggio, come avrete capito, mi riferisco a Andrea
Camilleri
Ma chi è veramente
Andrea Camilleri e il commissario Montalbano?
Oggi voglio far conoscere sotto una veste
diversa il grande scrittore che ha dato voce e volto, confermando
orgogliosamente la sua appartenenza a una delle regioni più belle d’Italia, la
Sicilia. Curioseremo nei retroscena della sua vita, e nella produzione
cinematografica della serie Montalbano con Zingaretti, vedremo come è nato il
personaggio Montalbano, ma anche i pro e i contro rivoltagli dalla critica
letteraria.
Andrea Camilleri ha scritto moltissimi libri,
infatti aveva iniziato a scrivere, come lui stesso racconta, già a venti anni
quando veniva pubblicato in un’antologia di poeti scelti da Ungaretti, inoltre
scriveva raccontini che gli venivano
pubblicati su “L’Italia socialista” e “L’ora di Palermo”, precisando di
scrivere in italiano. Ma come è arrivato a scrivere di Montalbano? Ma
soprattutto come è riuscito a trovare quello stile, quel modo di scrivere che
lo ha reso unico?
Prima di arrivare a
Montalbano non aveva avuto molto successo, anche perché il suo uso del dialetto
faceva storcere il naso a molti, questo perché come sappiamo uno scritto pieno
di dialetto è molto limitativo per chi non conosce il gergo e fare opera di
interpretazione mentre si legge, e un po’ come tradurre una versione di latino
o greco senza vocabolario.
Il suo stile,
come ci racconta sul suo sito parlando del linguaggio, non è un vero dialetto
siciliano, ma un dialetto contadino. Quindi mi chiedo: ma come mai un dialetto
contadino, da dove è arrivata la folgorante idea?
Il nostro autore dice
che immette il linguaggio contadino all’interno del suo linguaggio esattamente
come aveva fatto Pirandello quando tradusse Il Ciclope di Euripide in dialetto
siciliano, utilizzando così due livelli di dialetto, ottenendo ad esempio: "Scussate,
non vorrei distrubbare ma...". Questa operazione pirandelliana, Camilleri, la definisce
strepitosa, infatti è così che Catarella si è trovato a fare il militare a
Cuneo.
Svelato
così il mistero sull’utilizzo di questo italiano un po’ sgrammaticato mischiato
a queste forme non proprio dialettali, adesso ci chiediamo.
Ma come è
riuscito Andrea Camilleri a trovare una voce tutta sua?
Il nostro
scrittore racconta di averla trovata per caso, mentre raccontava al padre un
fatto buffo accaduto in uno studio televisivo e il suo papà aveva riso così
tanto che quando era arrivata sua madre aveva cercato di narrarle il fatto, ma
dato che sembrava una barzelletta raccontata male, disse al figlio: "Raccontagliela tu, perché tu gliela
racconti meglio di me"; e allora il nostro scrittore rispondeva: "In che senso gliela racconto
meglio?". A questo punto, analizzando il suo discorso, si rese conto
di usare l’italiano e il dialetto per dare colore alla battuta, questa
considerazione è stata fulminate, Andrea aveva trovato la sua voce.
Ma come mai
il libri di Camilleri sono quasi tutti ambientati in Sicilia?
La risposta
è semplice, perché il nostro autore racconta di non poter parlare di un posto o
di persone che non conosce perché non riesce a comprendere neanche il modo di
pensare della gente, cosa fondamentale per riuscire a creare un personaggio,
oserei dire. Infatti il nostro afferma che:
La Sicilia per me è il villaggio di Tolstoj, quando Tolstoj diceva:
"Descrivi bene bene il tuo villaggio e avrai descritto il mondo".
Come è nato, il mitico Montalbano e perché
un giallo?
Camilleri dice: Ricordavo che Sciascia aveva scritto: "Il romanzo giallo in fondo
è la migliore gabbia dentro alla quale uno scrittore possa mettersi, perché ci
sono delle regole, per esempio che non puoi barare sul rapporto logico,
temporale, spaziale del racconto". Sicché mi sono provato a scrivere un
romanzo giallo - La forma dell'acqua - come una sorta di pensum, di compito che
mi ero dato, perché avevo tra le mani Il birraio di Preston del quale non
riuscivo a calibrare la struttura.
Sembra proprio che il beneamato
Montalbano sia stato molto duro. Ma come è riuscito a togliersi dai guai il
papà di: Montalbano sono?
Ci racconta che è stata la lettura di un
romanzo di Vazquez Montálban, Il pianista - che non ha nulla a che fare con i
suoi Pepe Carvalho – che gli aveva suggerito una strada possibile per
strutturare Il birraio di Preston, grato a questo autore spagnolo, decise di chiamare il commissario, del quale stava scrivendo
la prima avventura, Montalbano, che è anche un cognome siciliano
diffusissimo. Così come dice Camilleri: pigliavo
due piccioni con una fava: pagavo un certo debito a Montálban e nello stesso
tempo davo un nome siciliano preciso a questo commissario.
Quando la Forma dell'acqua venne pubblicato, ebbe successo, però il nostro
racconta che non voleva continuare con Montalbano. Ma, Camilleri, racconta che: questo personaggio non era risolto dentro di
me: abituato come sono stato per trent'anni e passa al teatro, io ho bisogno di
un personaggio a tutto tondo, qualcuno che possa poi incarnarsi in un attore,
come ce lo si immagina quando si legge un copione teatrale e a poco a poco il
personaggio si "alza" dalla pagina, comincia ad avere un aspetto
fisico preciso, i suoi tic, la sua psicologia. Questo personaggio era ancora
troppo una funzione, la funzione di colui che risolve un caso. Così
racconta come nasce il secondo libro, Un
cane di terracotta. A questo punto ci fu veramente un grosso successo.
Montalbano cominciò a essere una sorta di apripista per gli altri romanzi
storici, se li portò dietro ed è cominciata la situazione a volte imbarazzante,
perché Montalbano è un serial killer di eventuali altri personaggi. È
invadente: mentre stai pensando a un'altra cosa, arriva e dice "tu devi
scrivere solo di me".
Bene cari amici della bacheca per questa prima puntata su Andrea Camilleri è tutto, vi aspetto ancora per parlarvi dei retroscena dei film del mitico Commissario di Vigata, della vita del nostro beneamato e di tante altre curiosità.
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