Come
vi avevo preannunciato, ho l’immenso piacere di ospitare tra le mie pagine, una
giovane penna, che sta cercando di mostrare al mondo i suoi meravigliosi
colori, Beatrice Mariani. In questa
nuova intervista scopriremo qualcosa di più su di lei, sul suo romanzo
Amore Alieno e parleremo della sua grande passione “la Scrittura”, che
ha già dato luce a diversi racconti che potete trovare su Amazon.
Ma
adesso, accogliamo con un applauso Beatrice Mariani
- Beatrice, benvenuta tra le pagine di “la bacheca dei libri” e grazie infinite per avermi dedicato un po’ del tuo tempo per rispondere alle mie curiosità. Allora, Beatrice, parlaci un po’ di te e della tua passione per la scrittura, come e quando è nata, cosa ti spinge a scrivere e soprattutto chi è realmente Beatrice Mariani?
Ciao, grazie a te per
l’ospitalità. Mi trovo sempre in difficoltà quando qualcuno mi chiede di
parlare di me e non perché non voglia farlo ma perché sono una persona
assolutamente normale, senza nulla di speciale da raccontare di sé. Mi sento
più a mio agio a scrivere e, attraverso gli scritti, comunicare quel che penso,
desidero o temo. La passione per la scrittura è nata dalle esperienze che ho
vissuto. Per necessità familiari durante l’infanzia e l’adolescenza ho
viaggiato moltissimo, trasferendomi in città diverse anche ogni sei mesi. Sono
stata un po’ dappertutto - Usa, Australia, Cina, Brasile - ma, a differenza di
quello che molti pensano, non è bello cambiare continuamente casa e amici. Da
piccolissima cominciai a scrivere un diario per affidare alle sue pagine ciò
che sentivo: il mio diario era sempre con me, non mi avrebbe detto addio come
molte persone a cui mi ero affezionata. Da lì è nata la mia passione per la
scrittura. Ora che sono adulta mi sono finalmente fermata scegliendo Roma, la
mia città natale, come luogo in cui costruire il mio futuro. E la scrittura è
rimasta con me, quasi come una necessità, il mio modo per comunicare con il
mondo.
- Ho notato che quest’anno hai iniziato a pubblicare su Amozon diversi racconti, ma solo Amore Alieno è il tuo primo vero romanzo. Quello che mi ha incuriosito molto è stata non tanto la scelta di pubblicare racconti alcuni davvero brevissimi, ma la diversità del genere letterario, infatti h0 notato: young adult, fantasy, Paranormal fantasy, romance e addirittura qualcosa di più piccante, come mai hai deciso di spaziare tra così tanti generi e non ti sei concentrata su uno in particolare?
Mi piace sperimentare.
Sebbene mi venga più naturale scrivere racconti rosa, ho tentato di scrivere ogni
tinta di questo genere. Con Amore Alieno ho dato sfogo alla mia passione per
l’astronomia e la scienza e l’esperienza mi è piaciuta molto. Credo che
scriverò molto altro di questo genere, ma ho ancora intenzione di provare
qualcos’altro, come un rosa storico, un thriller o un giallo.
- Hai già provato a inviare i tuoi scritti a una casa editrice, anche locale o hai deciso di passare direttamente al self-publishing per vedere la reazione del pubblico on line?
Non ho cercato il
contatto con nessuna casa editrice per il momento. In una delle mie ultime
tappe Usa (Ohio) mia madre mi ha presentato dei docenti universitari che
facevano anche parte di un’agenzia letteraria. All’epoca non avevo mai nemmeno
pensato di dedicarmi seriamente alla scrittura però grazie a queste conoscenze
ho avuto modo di comprendere come funziona l’editoria. Approdata
definitivamente in Italia ho confrontato la situazione editoriale nostrana con
quella degli States e le differenze sono abissali, disarmanti. È il concetto
alla base dell’editoria che è diverso; come vanno le cose qui in Italia non mi
piace per niente. Credo che, se mai decidessi di contattare un editore, sarebbe
un editore straniero e pubblicherei in inglese. Nel frattempo ho deciso di
sottoporre ai lettori italiani i miei scritti per vedere cosa ne pensano.
Amazon è un’ottima piattaforma.
- Come è nata l’idea e la trama di Amore alieno, che cosa ti ha ispirato e come sono nati questi personaggi metà alieni e metà umani chiamati Jonah e Davin e come hai deciso l’abbinamento delle personalità dei personaggi femminili Liberty e Summer a quelle di Jonah e Davin?
Per un periodo piuttosto
lungo, o meglio relativamente lungo (due anni), ho vissuto a Tucson, in
Arizona. È una città straordinaria: sospesa tra la cultura dei nativi
americani, quella messicana e quella statunitense più classica. Inoltre l’area
circostante è ricca di strutture di ricerca, geologica ma anche astronomica
(per esempio l’osservatorio del Monte Graham che compare anche in Amore
Alieno), le lande sconfinate del deserto, il cielo stupendo che si può
osservare di notte: tutte queste caratteristiche insieme mi hanno fatto pensare
che, se non esiste davvero una presenza aliena in quella zona, sarebbe comunque
l’area perfetta per la sua comparsa e mimetizzazione. Sono appassionata di
astronomia ma anche di genetica e seguo da anni lo sviluppo di alcune teorie
sulla possibilità di creazione di ibridi da parte di esseri alieni (le
testimonianze di addotti a riguardo sono tantissime) e ho pensato che potrebbe
davvero essere possibile. Il DNA tra l’altro è come una mappa di cui noi siamo
riusciti a decifrare ancora poco ma potrebbe essere possibile imprimere al suo
interno dei dati, da ciò l’idea dei flash di Jonah e Davin e delle informazioni
sulla propria natura. Magia di Tucson + infinite possibilità offerte dal DNA +
romance = Amore Alieno.
Jonah sarebbe stato un
classico bravo ragazzo se non fosse stato alieno, timido e schivo ma
affidabile. Liberty è uno spirito temprato dalle perdite familiari,
indipendente ma dolce, il perfetto completamento della personalità di Jonah.
Insieme possono raggiungere grandi obiettivi. Davin, un "cattivo"
ragazzo, con la sua impulsività esplosiva (e nel libro scopriamo perché) è un
po’ egoista, si esalta facilmente, proprio come Summer, la migliore amica di
Liberty. Ho pensato che farli avvicinare avrebbe dato vita a scene divertenti e
litigi frequenti, per un po’ di quel pepe che serve in ogni libro.
- Quando è maturata l’idea di scrivere un vero romanzo, visto che ho notato solo racconti tra i tuoi scritti e come mai (secondo le recensioni che ho letto su Amazon) non hai sviluppato le buone idee che sono state abbozzate nei racconti scrivendo direttamente un romanzo invece di racconti brevi?
Bella domanda. Come
accennato prima, mi piace sperimentare. Ho provato a scrivere diversi generi
vedendo fino a dove riuscivo ad arrivare, cosa ne ottenevo. I risultati che mi
hanno soddisfatta di più sono stati i racconti erotici perché secondo me
leggere 200 pagine di erotismo dopo un po’ stanca, mentre un racconto è più che
sufficiente. Per i racconti chick lit, come Una possibilità, ci ho messo
impegno nel sviluppare la caratteristica peculiare per questi scritti, cioè il
sarcasmo e l’ironia, ma sento che non è esattamente la mia strada. Non credo
che sarei riuscita a sviluppare interi romanzi su questa linea. Con Amore
Alieno invece la stesura mi è venuta molto più naturale e ho lasciato le dita
correre sulla tastiera da sole, fino alla fine.
- All’inizio del tuo romanzo hai lasciato una citazione di Murakami Haruki tratta dal terzo libro del popolare romanzo 1Q84. Ottobre-dicembre : “Ci sono amori che devono superare ostacoli, difficoltà, avversari, enigmi. Amori che devono, soprattutto, vincere le paure interiori, inquietanti e terribili come piccole creature che albergano dentro di noi, per poter creare a propria volta un mondo in cui non ci sia più la paura, un mondo nuovo in cui essere al sicuro in due.”
- Dalla lettura del romanzo, posso capire perché l’hai scelta, ma credo che la tua opinione in merito sia molto importante per i nostri lettori, perché non sempre si ha la stessa visione delle cose, quindi come mai questa cit. e come mai tra tanti autori hai scelto proprio Murakami Haruki?
Il primo romanzo che ho
letto di Murakami Haruki fu Tokyo Blues. Mi colpì per la chiave nostalgica
dell’intera narrazione, per il linguaggio intimo e suggestivo. Leggendo altri
suoi libri ho poi compreso che Murakami è molto più di questo ed è diventato
uno degli autori che leggo con più piacere. In particolare mi colpisce la sua
volontà, in quasi ogni romanzo, di presentare le sfide che la moderna società
tecnologica pone alla società e agli individui. L’eventuale contatto tra
l’umanità e una razza aliena sarebbe esattamente questo, una sfida: verrebbero
messe in dubbio le convinzioni di ogni essere umano, la percezione della Terra
come pianeta e dello spazio, ci sarebbero risvolti imprevedibili. Per questo
una citazione di Murakami è secondo me l’ideale per introdurre un libro come
Amore Alieno. La particolare citazione che ho scelto inoltre rimanda al più
intimo rapporto tra Jonah e Liberty e alle difficoltà che devono affrontare e
superare per sperare in un futuro insieme.
- Dopo quest’ultima domanda mi viene naturale chiederti, quali sono i tuoi personaggi letterari preferiti e quale romanzo ha lasciato il segno su di te e perché?
Amo Isaac Asimov e
Stanley Kubrick, ma anche i loro predecessori come Allan Poe, per quanto
riguarda il genere fantascientifico. Mi piace anche leggere distopici, primo
fra tutti George Orwell con 1984 e anche i nuovi distopici young adults come
Hunger Games. Sono tuttavia anche un’anima romantica che non disdegna un buon
romance, o ancor meglio rosa storico. Uno dei libri che ho preferito sopra gli
altri è La straniera di Diana Gabaldon. C’è di tutto: storia, amore, passione,
viaggi nel tempo… non potevo non amarlo.
- Se dovessi identificarti con uno scrittore o scrittrice, chi si avvicina di più a te e perché?
Nessuno mi hai mai fatto
questa domanda e sinceramente io non me la sono mai posta. Non riesco a
identificare il mio stile in uno schema preciso poiché lo modifico in base al
genere che scrivo. Inoltre, avendo interessi letterari a volte contrastanti
(per esempio letteratura fantascientifica e di contro il classico romance) non
posso identificarmi con un autore o una corrente in particolare. Tuttavia la
domanda è interessante, per cui accetto volentieri le impressioni dei lettori a
riguardo.
- Quando scrivi ti è mai capitato di lasciar perdere qualsiasi cosa perché hai avuto un’ispirazione improvvisa? E in genere hai un ambiente ideale per favorire la tua ispirazione?
Per quanto io sia una
persona ordinata, precisa fino all’ossessione, divento disordinata quando si
tratta di scrivere. Se mi viene in mente qualcosa che vorrei scrivere in un
racconto o modificare in un altro, prendo appunti su post-it colorati. E così
la mia scrivania si ricopre di bigliettini stile casa di Bruce Nolan in Una
settimana da Dio, quando cerca di catalogare le preghiere.
Riesco a lavorare solo e
soltanto in un luogo: nello scantinato di casa mia, dove i rumori della città
non arrivano e la luce è smorzata, dove sono solo io di fronte al cursore che
lampeggia sul foglio bianco di Word.
- Un libro, la Musica, l’arte o anche un film, hanno mai favorito l’ispirazione? E se sì, quale e perché?
L’arte. Amo
l’impressionismo e in particolare Monet e Degas. Ogni volta che guardo i loro
quadri (di cui casa mia è tappezzata) mi sembra di vedere qualcosa al di là si
ogni singola pennellata, un disordine di sentimenti, di intenzioni o di sogni,
qualcosa che, a seconda della luce usata nel dipinto e del mio umore, cambia
eppure resta sempre uguale. Ogni ballerina di Degas mi comunica una cosa
diversa ogni giorno, mi ricorda qualche particolare sfumatura che vorrei dare a
un personaggio, e allora corro ad aggiungere un post-it alla scrivania di Bruce
Nolan.
- Prima di concludere l’intervista e prima di lasciare la recensione con tutte le mie motivazioni da lettrice imparziale, volevo chiederti, secondo te perché i nostri lettori dovrebbero leggere Amore Alieno?
Amore Alieno ha le
caratteristiche dell’urban fantasy, del paranormal romance, dello sci-fi, del
rosa, con qualcosina di poliziesco e giallo. Inoltre, da lettrice di young
adults, direi che gli scaffali delle librerie ormai sono pieni di vampiri,
licantropi, demoni e angeli, ma gli alieni in chiave romance scarseggiano.
Spero si riveli una lettura piacevole.
- A conclusione di questa domanda forse un po’ spiazzante ti chiedo come faccio sempre nelle mie interviste, di scegliere un passo significativo secondo il tuo punto di vista, tratto dal tuo romanzo Amore Alieno da lasciare ai nostri lettori, giusto per stuzzicare la loro curiosità?
Questa è la richiesta
che sempre temo. Paradossalmente, trovo più facile scrivere un racconto che
scegliere un estratto significativo di un mio scritto. Ci provo comunque,
sperando di scegliere qualcosa di interessante ;)
«Ah, detesto
quando manca l’acqua», sbuffò Brody uscendo dal bagno. «E non è agosto o
settembre, accidenti. Se non la sprecassero su tutti quei campi da golf! Dove
vai?», chiese alla figlia che si stava truccando allo specchio dell’ingresso.
«Scusa papà,
ho dimenticato di avvisarti. Vado con Summer a una festa sul fiume.»
«Che tipo di
festa?»
«Non è un rave,
tranquillo», rispose Liberty sorridendo con espressione innocente. «Si tratta
di una cosa molto per bene. Non è proprio una festa, piuttosto una sagra data
da un’associazione di navajo.»
«Uhm. Va
bene. Mi raccomando a te.»
Liberty
gettò alla rinfusa i trucchi nel beauty-case e lanciò un baciò volante al
padre. «Non preoccuparti.»
Summer la
aspettava in strada, il macinino già in moto. Liberty salì dal lato passeggero.
«Non sono in
ritardo», dichiarò.
«Soltanto di
un quarto d’ora», rispose Summer partendo. «Stai migliorando.»
«Wallace?»,
si informò Liberty.
«Non viene.
Sua nonna è ammalata e Dio solo sa quant’è buono di cuore quel ragazzo. A
quest’ora le starà leggendo un libro di fiabe.»
«Domani gli
dico che lo stai prendendo in giro», minacciò Liberty ridendo.
«Non
potrai», replicò l’altra. «Non verrà a scuola per assistere la nonna.»
«Cattivissima.»
«È per
questo che mi volete bene!», esclamò Summer.
«Non
proprio.» Liberty fece una linguaccia che Summer non vide ma udì.
Il luogo in
cui si teneva la sagra era a qualche miglio dalla città, sul fiume Santa Cruz.
Tra gli amici di famiglia di Summer c’erano diversi navajo, così la ragazza era
stata informata della sagra. Aveva invitato Liberty e Wallace per trascorrere
una tranquilla serata umana per soli partecipanti umani. A Liberty l’idea era
piaciuta: non che disdegnasse la compagnia di Jonah e Davin, ma distrarsi e
fare qualcosa di altamente normale poteva solo farle del bene. Tra l’altro
aveva un debole per la cultura dei nativi americani: era stata un sacco di
volte al museo cittadino a loro dedicato.
«Non sarà
qualcosa di affollatissimo come il rave», annunciò Summer entrando nel
parcheggio provvisorio allestito per l’occasione. Parcheggiò alla meglio il
macinino verde battaglia.
«Meglio
così. L’esperienza non mi è piaciuta», ricordò Liberty.
Non ci
sarebbe stato nessun incendio a una tranquilla sagra navajo, giusto? Tuttavia
le numerose candele e torce accese lasciavano intendere un rischio potenziale.
Il fiume
scorreva scuro e poco rumoroso accanto alle bancarelle della fiera. La notte
era limpida come tutte le notti. L’atmosfera di tranquillità in cui versava
generalmente l’altopiano sembrava quella notte dilatata dai fuochi, dalle
piume, dai colori sgargianti dei nativi.
Buona parte
della fiera era dedicata all’artigianato e ai prodotti tipici. C’erano poi gli
angoli della musica e dei giochi.
Summer e
Liberty si spostarono da una bancarella all’altra come api sui fiori,
nutrendosi di ciò che vedevano, sentivano, toccavano. È vero che c’è qualcosa
di magico, arcaico, nelle culture dei nativi americani: Liberty se ne sentiva
pervasa, ebbra. Anche Summer era particolarmente elettrizzata e, al suo solito,
esternò l’eccitazione provando a rimorchiare. Lui era un gran bel pezzo di
navajo, alto e muscoloso, con i lineamenti decisi e virili. Liberty lasciò
l’amica libera di flirtare e gironzolò per le bancarelle vicine. Sarebbe
volentieri rimasta lì fino all’alba.
Si chinò su
un banco per esaminare un braccialetto.
«Carino»,
sentì dire alle proprie spalle.
Si tirò su e
si voltò. «Ciao, Jonah. Che sorpresa.»
«Già. Non
immaginavo di trovarti qui.»
Liberty
sorrise. «Sembra che ci piacciano le stesse feste.»
«Ti svelo un
segreto», disse lui in tono cospiratorio. Si chinò per sussurrarle
all’orecchio. «Non mi piacciono le feste.»
Liberty
accennò una risata e Jonah si sollevò. «Anche stavolta mi ci ha trascinato
Davin.» Cominciò a camminare verso il fiume.
«I navajo
hanno qualcosa a che fare con la vostra… situazione?», domandò lei, seguendolo.
«Non lo so.
La cultura dei nativi d’America è intrisa di leggende, è ricca di storia. Davin
è venuto qui con il preciso intento di interrogare gli indiani più anziani.»
«Ma tu non
lo farai», palesò Liberty.
Jonah si
fermò in riva al fiume e la guardò. «Non lo farò.»
Liberty gli
si avvicinò. «Sai, certe volte sembra che tu non sia affatto interessato a
scoprire il tuo passato o il tuo destino. Voglio dire, a differenza di Davin tu
sei sempre cauto, riflessivo, quasi schivo nei confronti delle novità. Ecco,
forse il tuo potere speciale deriva da questo lato di te. Proteggi ciò che hai,
ciò che vuoi mantenere al sicuro… difendi le cose in modo che rimangano sempre
uguali.»
Jonah
accennò un sorriso. «Wow. Direi che ci stavi pensando da molto.»
Liberty gli
sorrise in modo incoraggiante e lui osservò il fiume.
«Non so,
forse temo qualcosa», disse piano. I rumori della sagra sembrarono
improvvisamente lontani. «Temo di scoprire davvero perché sono qui. E se fossi
stato programmato per uccidere gli esseri umani? Se un giorno si risvegliasse
in me qualcosa di terribile? Potrei fare del male ai miei genitori, a te.»
«Che dici?»,
domandò lei dolcemente, colpita dalla sensibilità nelle sue parole. «Tu sei
buono. Non faresti del male a nessuno, neanche se fosse scritto nel tuo DNA.»
Si voltò
verso di lei, fissandola con gli occhi castani accesi dei riflessi delle torce.
«Ne sei davvero convinta?»
Liberty
annuì. «Farai sempre ciò che è giusto. Io ho fede in te», soggiunse dicendo a
lui le parole che il padre aveva dedicato a lei. Era un gesto d’affetto e di
stima, ora lo sapeva.
Jonah la
guardò in modo diverso e Liberty per un attimo rivide i suoi occhi accesi
d’azzurro fosforescente. Non si era resa conto di come e quando era accaduto,
ma ora era così vicina a lui da sentire il suo respiro, il suo odore.
«Liberty»,
disse piano Jonah.
Liberty
chiuse gli occhi ma li riaprì di scatto nell’udire un grido. Si voltarono
entrambi e, scorgendo un nugolo di persone raccolto all’estremità del mercato,
cominciarono a correre. Si fecero largo tra la gente e raggiunsero l’oggetto di
tanto interesse. Disteso nella polvere c’era il corpo senza vita di un uomo.
La nostra
intervista si conclude qui, con la lettura di questo significato passo lasciato
da Beatrice Mariani e tratto dal suo romanzo Amore Alieno, di cui domani potrete leggere la mia recensione,
intanto saluto calorosamente la nostra scrittrice, ringraziandola immensamente
per la sua disponibilità con l’augurio che possa presto raggiungere le vette
proprio come la grande Jennifer Armentrout, che con questo genere ha raggiunto
il cuore di milioni di lettori o come i grandi scrittori che la nostra Beatrice
ama tanto leggere.
A domani con
la recensione su Amore Alieno di Beatrice
Mariani.
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