venerdì 18 luglio 2014

FINALMENTE! Eccola, una nuova scrittrice, BEATRICE MARIANI, intervistata per voi da "la bacheca dei libri".

Come vi avevo preannunciato, ho l’immenso piacere di ospitare tra le mie pagine, una giovane penna, che sta cercando di mostrare al mondo i suoi meravigliosi colori, Beatrice Mariani. In questa nuova intervista scopriremo qualcosa di più su di lei, sul suo romanzo 

Amore Alieno e parleremo della sua grande passione “la Scrittura”, che ha già dato luce a diversi racconti che potete trovare su Amazon.


Ma adesso, accogliamo con un applauso Beatrice Mariani
 

  • Beatrice, benvenuta tra le pagine di “la bacheca dei libri” e grazie infinite per avermi dedicato un po’ del tuo tempo per rispondere alle mie curiosità. Allora, Beatrice, parlaci un po’ di te e della tua passione per la scrittura, come e quando è nata, cosa ti spinge a scrivere e soprattutto chi è realmente Beatrice Mariani?


Ciao, grazie a te per l’ospitalità. Mi trovo sempre in difficoltà quando qualcuno mi chiede di parlare di me e non perché non voglia farlo ma perché sono una persona assolutamente normale, senza nulla di speciale da raccontare di sé. Mi sento più a mio agio a scrivere e, attraverso gli scritti, comunicare quel che penso, desidero o temo. La passione per la scrittura è nata dalle esperienze che ho vissuto. Per necessità familiari durante l’infanzia e l’adolescenza ho viaggiato moltissimo, trasferendomi in città diverse anche ogni sei mesi. Sono stata un po’ dappertutto - Usa, Australia, Cina, Brasile - ma, a differenza di quello che molti pensano, non è bello cambiare continuamente casa e amici. Da piccolissima cominciai a scrivere un diario per affidare alle sue pagine ciò che sentivo: il mio diario era sempre con me, non mi avrebbe detto addio come molte persone a cui mi ero affezionata. Da lì è nata la mia passione per la scrittura. Ora che sono adulta mi sono finalmente fermata scegliendo Roma, la mia città natale, come luogo in cui costruire il mio futuro. E la scrittura è rimasta con me, quasi come una necessità, il mio modo per comunicare con il mondo.

  • Ho notato che quest’anno hai iniziato a pubblicare su Amozon diversi racconti, ma solo Amore Alieno è il tuo primo vero romanzo. Quello che mi ha incuriosito molto è stata non tanto la scelta di pubblicare racconti alcuni davvero brevissimi, ma la diversità del genere letterario, infatti h0 notato: young adult, fantasy, Paranormal fantasy, romance e addirittura qualcosa di più piccante, come mai hai deciso di spaziare tra così tanti generi e non ti sei concentrata su uno in particolare?


Mi piace sperimentare. Sebbene mi venga più naturale scrivere racconti rosa, ho tentato di scrivere ogni tinta di questo genere. Con Amore Alieno ho dato sfogo alla mia passione per l’astronomia e la scienza e l’esperienza mi è piaciuta molto. Credo che scriverò molto altro di questo genere, ma ho ancora intenzione di provare qualcos’altro, come un rosa storico, un thriller o un giallo.

  • Hai già provato a inviare i tuoi scritti a una casa editrice, anche locale o hai deciso di passare direttamente al self-publishing per vedere la reazione del pubblico on line?

Non ho cercato il contatto con nessuna casa editrice per il momento. In una delle mie ultime tappe Usa (Ohio) mia madre mi ha presentato dei docenti universitari che facevano anche parte di un’agenzia letteraria. All’epoca non avevo mai nemmeno pensato di dedicarmi seriamente alla scrittura però grazie a queste conoscenze ho avuto modo di comprendere come funziona l’editoria. Approdata definitivamente in Italia ho confrontato la situazione editoriale nostrana con quella degli States e le differenze sono abissali, disarmanti. È il concetto alla base dell’editoria che è diverso; come vanno le cose qui in Italia non mi piace per niente. Credo che, se mai decidessi di contattare un editore, sarebbe un editore straniero e pubblicherei in inglese. Nel frattempo ho deciso di sottoporre ai lettori italiani i miei scritti per vedere cosa ne pensano. Amazon è un’ottima piattaforma.

  • Come è nata l’idea e la trama di Amore alieno, che cosa ti ha ispirato e come sono nati questi personaggi metà alieni e metà umani chiamati Jonah e Davin e come hai deciso l’abbinamento delle personalità dei personaggi femminili Liberty e Summer a quelle di Jonah e Davin?

Per un periodo piuttosto lungo, o meglio relativamente lungo (due anni), ho vissuto a Tucson, in Arizona. È una città straordinaria: sospesa tra la cultura dei nativi americani, quella messicana e quella statunitense più classica. Inoltre l’area circostante è ricca di strutture di ricerca, geologica ma anche astronomica (per esempio l’osservatorio del Monte Graham che compare anche in Amore Alieno), le lande sconfinate del deserto, il cielo stupendo che si può osservare di notte: tutte queste caratteristiche insieme mi hanno fatto pensare che, se non esiste davvero una presenza aliena in quella zona, sarebbe comunque l’area perfetta per la sua comparsa e mimetizzazione. Sono appassionata di astronomia ma anche di genetica e seguo da anni lo sviluppo di alcune teorie sulla possibilità di creazione di ibridi da parte di esseri alieni (le testimonianze di addotti a riguardo sono tantissime) e ho pensato che potrebbe davvero essere possibile. Il DNA tra l’altro è come una mappa di cui noi siamo riusciti a decifrare ancora poco ma potrebbe essere possibile imprimere al suo interno dei dati, da ciò l’idea dei flash di Jonah e Davin e delle informazioni sulla propria natura. Magia di Tucson + infinite possibilità offerte dal DNA + romance = Amore Alieno.
Jonah sarebbe stato un classico bravo ragazzo se non fosse stato alieno, timido e schivo ma affidabile. Liberty è uno spirito temprato dalle perdite familiari, indipendente ma dolce, il perfetto completamento della personalità di Jonah. Insieme possono raggiungere grandi obiettivi. Davin, un "cattivo" ragazzo, con la sua impulsività esplosiva (e nel libro scopriamo perché) è un po’ egoista, si esalta facilmente, proprio come Summer, la migliore amica di Liberty. Ho pensato che farli avvicinare avrebbe dato vita a scene divertenti e litigi frequenti, per un po’ di quel pepe che serve in ogni libro.

  • Quando è maturata l’idea di scrivere un vero romanzo, visto che ho notato solo racconti tra i tuoi scritti e  come mai (secondo le recensioni che ho letto su Amazon) non hai sviluppato le buone idee che sono state abbozzate nei racconti scrivendo direttamente un romanzo invece di racconti brevi?


Bella domanda. Come accennato prima, mi piace sperimentare. Ho provato a scrivere diversi generi vedendo fino a dove riuscivo ad arrivare, cosa ne ottenevo. I risultati che mi hanno soddisfatta di più sono stati i racconti erotici perché secondo me leggere 200 pagine di erotismo dopo un po’ stanca, mentre un racconto è più che sufficiente. Per i racconti chick lit, come Una possibilità, ci ho messo impegno nel sviluppare la caratteristica peculiare per questi scritti, cioè il sarcasmo e l’ironia, ma sento che non è esattamente la mia strada. Non credo che sarei riuscita a sviluppare interi romanzi su questa linea. Con Amore Alieno invece la stesura mi è venuta molto più naturale e ho lasciato le dita correre sulla tastiera da sole, fino alla fine.

  • All’inizio del tuo romanzo hai lasciato una citazione di Murakami Haruki tratta dal terzo libro del popolare romanzo 1Q84. Ottobre-dicembre :  “Ci sono amori che devono superare ostacoli, difficoltà, avversari, enigmi. Amori che devono, soprattutto, vincere le paure interiori, inquietanti e terribili come piccole creature che albergano dentro di noi, per poter creare a propria volta un mondo in cui non ci sia più la paura, un mondo nuovo in cui essere al sicuro in due.”
  • Dalla lettura del romanzo, posso capire perché l’hai scelta, ma credo che la tua opinione in merito sia molto importante per i nostri lettori, perché non sempre si ha la stessa visione delle cose, quindi come mai questa cit. e come mai tra tanti autori hai scelto proprio Murakami Haruki?


Il primo romanzo che ho letto di Murakami Haruki fu Tokyo Blues. Mi colpì per la chiave nostalgica dell’intera narrazione, per il linguaggio intimo e suggestivo. Leggendo altri suoi libri ho poi compreso che Murakami è molto più di questo ed è diventato uno degli autori che leggo con più piacere. In particolare mi colpisce la sua volontà, in quasi ogni romanzo, di presentare le sfide che la moderna società tecnologica pone alla società e agli individui. L’eventuale contatto tra l’umanità e una razza aliena sarebbe esattamente questo, una sfida: verrebbero messe in dubbio le convinzioni di ogni essere umano, la percezione della Terra come pianeta e dello spazio, ci sarebbero risvolti imprevedibili. Per questo una citazione di Murakami è secondo me l’ideale per introdurre un libro come Amore Alieno. La particolare citazione che ho scelto inoltre rimanda al più intimo rapporto tra Jonah e Liberty e alle difficoltà che devono affrontare e superare per sperare in un futuro insieme.

  • Dopo quest’ultima domanda mi viene naturale chiederti, quali sono i tuoi personaggi letterari preferiti e quale romanzo ha lasciato il segno su di te e perché?


Amo Isaac Asimov e Stanley Kubrick, ma anche i loro predecessori come Allan Poe, per quanto riguarda il genere fantascientifico. Mi piace anche leggere distopici, primo fra tutti George Orwell con 1984 e anche i nuovi distopici young adults come Hunger Games. Sono tuttavia anche un’anima romantica che non disdegna un buon romance, o ancor meglio rosa storico. Uno dei libri che ho preferito sopra gli altri è La straniera di Diana Gabaldon. C’è di tutto: storia, amore, passione, viaggi nel tempo… non potevo non amarlo.

  • Se dovessi identificarti con uno scrittore o scrittrice, chi si avvicina di più a te e perché?

Nessuno mi hai mai fatto questa domanda e sinceramente io non me la sono mai posta. Non riesco a identificare il mio stile in uno schema preciso poiché lo modifico in base al genere che scrivo. Inoltre, avendo interessi letterari a volte contrastanti (per esempio letteratura fantascientifica e di contro il classico romance) non posso identificarmi con un autore o una corrente in particolare. Tuttavia la domanda è interessante, per cui accetto volentieri le impressioni dei lettori a riguardo.

  • Quando scrivi ti è mai capitato di  lasciar perdere qualsiasi cosa perché hai avuto un’ispirazione improvvisa? E  in genere hai un ambiente ideale per favorire la tua ispirazione?


Per quanto io sia una persona ordinata, precisa fino all’ossessione, divento disordinata quando si tratta di scrivere. Se mi viene in mente qualcosa che vorrei scrivere in un racconto o modificare in un altro, prendo appunti su post-it colorati. E così la mia scrivania si ricopre di bigliettini stile casa di Bruce Nolan in Una settimana da Dio, quando cerca di catalogare le preghiere.
Riesco a lavorare solo e soltanto in un luogo: nello scantinato di casa mia, dove i rumori della città non arrivano e la luce è smorzata, dove sono solo io di fronte al cursore che lampeggia sul foglio bianco di Word.
  • Un libro, la Musica, l’arte o anche un film,  hanno mai favorito l’ispirazione? E se sì, quale e perché?


L’arte. Amo l’impressionismo e in particolare Monet e Degas. Ogni volta che guardo i loro quadri (di cui casa mia è tappezzata) mi sembra di vedere qualcosa al di là si ogni singola pennellata, un disordine di sentimenti, di intenzioni o di sogni, qualcosa che, a seconda della luce usata nel dipinto e del mio umore, cambia eppure resta sempre uguale. Ogni ballerina di Degas mi comunica una cosa diversa ogni giorno, mi ricorda qualche particolare sfumatura che vorrei dare a un personaggio, e allora corro ad aggiungere un post-it alla scrivania di Bruce Nolan.

  • Prima di concludere l’intervista e prima di lasciare la recensione con tutte le mie motivazioni da lettrice imparziale, volevo chiederti,  secondo te perché i nostri lettori dovrebbero leggere Amore Alieno?


Amore Alieno ha le caratteristiche dell’urban fantasy, del paranormal romance, dello sci-fi, del rosa, con qualcosina di poliziesco e giallo. Inoltre, da lettrice di young adults, direi che gli scaffali delle librerie ormai sono pieni di vampiri, licantropi, demoni e angeli, ma gli alieni in chiave romance scarseggiano. Spero si riveli una lettura piacevole.

  • A conclusione di questa domanda forse un po’ spiazzante ti chiedo come faccio sempre nelle mie interviste, di scegliere un passo significativo secondo il tuo punto di vista, tratto dal tuo romanzo Amore Alieno da lasciare ai nostri lettori, giusto per stuzzicare la loro curiosità?


Questa è la richiesta che sempre temo. Paradossalmente, trovo più facile scrivere un racconto che scegliere un estratto significativo di un mio scritto. Ci provo comunque, sperando di scegliere qualcosa di interessante ;)

«Ah, detesto quando manca l’acqua», sbuffò Brody uscendo dal bagno. «E non è agosto o settembre, accidenti. Se non la sprecassero su tutti quei campi da golf! Dove vai?», chiese alla figlia che si stava truccando allo specchio dell’ingresso.
«Scusa papà, ho dimenticato di avvisarti. Vado con Summer a una festa sul fiume.»
«Che tipo di festa?»
«Non è un rave, tranquillo», rispose Liberty sorridendo con espressione innocente. «Si tratta di una cosa molto per bene. Non è proprio una festa, piuttosto una sagra data da un’associazione di navajo.»
«Uhm. Va bene. Mi raccomando a te.»
Liberty gettò alla rinfusa i trucchi nel beauty-case e lanciò un baciò volante al padre. «Non preoccuparti.»
Summer la aspettava in strada, il macinino già in moto. Liberty salì dal lato passeggero.
«Non sono in ritardo», dichiarò.
«Soltanto di un quarto d’ora», rispose Summer partendo. «Stai migliorando.»
«Wallace?», si informò Liberty.
«Non viene. Sua nonna è ammalata e Dio solo sa quant’è buono di cuore quel ragazzo. A quest’ora le starà leggendo un libro di fiabe.»
«Domani gli dico che lo stai prendendo in giro», minacciò Liberty ridendo.
«Non potrai», replicò l’altra. «Non verrà a scuola per assistere la nonna.»
«Cattivissima.»
«È per questo che mi volete bene!», esclamò Summer.
«Non proprio.» Liberty fece una linguaccia che Summer non vide ma udì.
Il luogo in cui si teneva la sagra era a qualche miglio dalla città, sul fiume Santa Cruz. Tra gli amici di famiglia di Summer c’erano diversi navajo, così la ragazza era stata informata della sagra. Aveva invitato Liberty e Wallace per trascorrere una tranquilla serata umana per soli partecipanti umani. A Liberty l’idea era piaciuta: non che disdegnasse la compagnia di Jonah e Davin, ma distrarsi e fare qualcosa di altamente normale poteva solo farle del bene. Tra l’altro aveva un debole per la cultura dei nativi americani: era stata un sacco di volte al museo cittadino a loro dedicato.
«Non sarà qualcosa di affollatissimo come il rave», annunciò Summer entrando nel parcheggio provvisorio allestito per l’occasione. Parcheggiò alla meglio il macinino verde battaglia.
«Meglio così. L’esperienza non mi è piaciuta», ricordò Liberty.
Non ci sarebbe stato nessun incendio a una tranquilla sagra navajo, giusto? Tuttavia le numerose candele e torce accese lasciavano intendere un rischio potenziale.
Il fiume scorreva scuro e poco rumoroso accanto alle bancarelle della fiera. La notte era limpida come tutte le notti. L’atmosfera di tranquillità in cui versava generalmente l’altopiano sembrava quella notte dilatata dai fuochi, dalle piume, dai colori sgargianti dei nativi.
Buona parte della fiera era dedicata all’artigianato e ai prodotti tipici. C’erano poi gli angoli della musica e dei giochi.
Summer e Liberty si spostarono da una bancarella all’altra come api sui fiori, nutrendosi di ciò che vedevano, sentivano, toccavano. È vero che c’è qualcosa di magico, arcaico, nelle culture dei nativi americani: Liberty se ne sentiva pervasa, ebbra. Anche Summer era particolarmente elettrizzata e, al suo solito, esternò l’eccitazione provando a rimorchiare. Lui era un gran bel pezzo di navajo, alto e muscoloso, con i lineamenti decisi e virili. Liberty lasciò l’amica libera di flirtare e gironzolò per le bancarelle vicine. Sarebbe volentieri rimasta lì fino all’alba.
Si chinò su un banco per esaminare un braccialetto.
«Carino», sentì dire alle proprie spalle.
Si tirò su e si voltò. «Ciao, Jonah. Che sorpresa.»
«Già. Non immaginavo di trovarti qui.»
Liberty sorrise. «Sembra che ci piacciano le stesse feste.»
«Ti svelo un segreto», disse lui in tono cospiratorio. Si chinò per sussurrarle all’orecchio. «Non mi piacciono le feste.»
Liberty accennò una risata e Jonah si sollevò. «Anche stavolta mi ci ha trascinato Davin.» Cominciò a camminare verso il fiume.
«I navajo hanno qualcosa a che fare con la vostra… situazione?», domandò lei, seguendolo.
«Non lo so. La cultura dei nativi d’America è intrisa di leggende, è ricca di storia. Davin è venuto qui con il preciso intento di interrogare gli indiani più anziani.»
«Ma tu non lo farai», palesò Liberty.
Jonah si fermò in riva al fiume e la guardò. «Non lo farò.»
Liberty gli si avvicinò. «Sai, certe volte sembra che tu non sia affatto interessato a scoprire il tuo passato o il tuo destino. Voglio dire, a differenza di Davin tu sei sempre cauto, riflessivo, quasi schivo nei confronti delle novità. Ecco, forse il tuo potere speciale deriva da questo lato di te. Proteggi ciò che hai, ciò che vuoi mantenere al sicuro… difendi le cose in modo che rimangano sempre uguali.»
Jonah accennò un sorriso. «Wow. Direi che ci stavi pensando da molto.»
Liberty gli sorrise in modo incoraggiante e lui osservò il fiume.
«Non so, forse temo qualcosa», disse piano. I rumori della sagra sembrarono improvvisamente lontani. «Temo di scoprire davvero perché sono qui. E se fossi stato programmato per uccidere gli esseri umani? Se un giorno si risvegliasse in me qualcosa di terribile? Potrei fare del male ai miei genitori, a te.»
«Che dici?», domandò lei dolcemente, colpita dalla sensibilità nelle sue parole. «Tu sei buono. Non faresti del male a nessuno, neanche se fosse scritto nel tuo DNA.»
Si voltò verso di lei, fissandola con gli occhi castani accesi dei riflessi delle torce. «Ne sei davvero convinta?»
Liberty annuì. «Farai sempre ciò che è giusto. Io ho fede in te», soggiunse dicendo a lui le parole che il padre aveva dedicato a lei. Era un gesto d’affetto e di stima, ora lo sapeva.
Jonah la guardò in modo diverso e Liberty per un attimo rivide i suoi occhi accesi d’azzurro fosforescente. Non si era resa conto di come e quando era accaduto, ma ora era così vicina a lui da sentire il suo respiro, il suo odore.
«Liberty», disse piano Jonah.
Liberty chiuse gli occhi ma li riaprì di scatto nell’udire un grido. Si voltarono entrambi e, scorgendo un nugolo di persone raccolto all’estremità del mercato, cominciarono a correre. Si fecero largo tra la gente e raggiunsero l’oggetto di tanto interesse. Disteso nella polvere c’era il corpo senza vita di un uomo.

La nostra intervista si conclude qui, con la lettura di questo significato passo lasciato da Beatrice Mariani e tratto dal suo romanzo Amore Alieno, di cui domani potrete leggere la mia recensione, intanto saluto calorosamente la nostra scrittrice, ringraziandola immensamente per la sua disponibilità con l’augurio che possa presto raggiungere le vette proprio come la grande Jennifer Armentrout, che con questo genere ha raggiunto il cuore di milioni di lettori o come i grandi scrittori che la nostra Beatrice ama tanto leggere.
A domani con la recensione su Amore Alieno di Beatrice Mariani.

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