Maria Gaetana Agnesi, è una
erudita e matematica milanese del Settecento (1718-1799) nota in tutta Europa per
il suo mecenatismo e il grande ingegno intellettuale. A 296 anni dalla sua
nascita, oltre me, anche Google la
ricorda con uno speciale Doodle che rappresenta quella particolare curva piana frutto
delle sue ricerche e intuizioni che le ha valso il titolo di “Signora della Matematica”, la VERSIERA.
La nostra immortale Signora ha spiegato in
modo chiaro e dettagliato le funzioni della Versiera, nel suo più celebre
trattato diviso in due volumi e intitolato: Istituzioni Analitiche ad uso della
Gioventù.
Questi scritti pensati per dei
principianti della matematica, sono frutto della sua genialità che si è
sviluppata in questo campo grazie alla sua passione per lo studio della
geometria e dell'algebra, e rappresentano un tentativo di sistemazione delle
più recenti scoperte sul calcolo infinitesimale.
Con sommo stupore di molti, è stata conclusa quando aveva soli 30 anni, ovvero nel 1748. Un opera decisamente anticonvenzionale, perché è stata scritta contrariamente alle consuetudini del tempo in italiano e non in latino e il suo grandioso successo ha portato a una traduzione in francese e inglese.
Ma cos’è la Versiera?
La versiera, applicata anche in fisica e statistica, è stata studiata da precedenti matematici tra cui il grande Pierre de Fermat ed è una curva dalla forma a
campana costruibile attraverso alcuni semplici procedimenti geometrici,
esprimibili, in analisi matematica, con una funzione cubica . La cosa che rende speciale gli studi portati avanti dalla Agnesi è la sua
precisione, che ancora non era stata raggiunta dagli altri studiosi.
Quello che pone questa geniale donna
nella mia speciale rubrica Donne Letterarie non è solo questa sua importante opera che l’ha resa immortale o il contributo alla scienza, ma
anche il fatto che nonostante è stato riconosciuto il suo grande ingegno da potenti sovrani come L'imperatrice Maria Teresa d'Austria e il valore scientifico delle
sue deduzioni tanto che il Papa Benedetto XIV l’ha nominata professore di
Matematica e filosofia naturale all'Università di Bologna; in quanto DONNA non
le è stato concesso di usufruire dell’importante riconoscimento di cui è stata
insignita. Un vero spreco, non solo per le giovani menti del tempo, perché avrebbe potuto aiutarle a svilupparsi, ma
soprattutto a livello culturale, dato che il talento, l’ingegno non dovrebbero
essere imprigionati ma liberati e coltivati a prescindere dall’essere umano che
le possiede, senza distinzioni di sesso, razza, religione e dispiace che ancora
oggi nonostante quanto la storia ci ha insegnato simili restrizioni purtroppo, esistono ancora.
Ma quando riusciremo a liberarci da queste catene e vivremo
godendoci gli immensi doni che la natura ci ha conferito?
Con questa domanda enigmatica vi aspetto
per presentarvi presto un'altra donna letteraria, che arricchirà questa rubrica, nata su ispirazione della grande letterata Virginia Woolf.
0 commenti:
Posta un commento