Agenda letteraria
Cari amici, oggi 11 Luglio la nostra Agenda
letteraria, ci ricorda la nascita della scrittrice americana, Jean
Webster, pseudonimo di Alice Jane Chandler Webster 1876-1916,
autrice del mitico libro Papà Gambalunga
un classico della letteratura per ragazzi, un
romanzo che ha conquistato i lettori di tutto il mondo e di tutte le età. La nostra
scrittrice era la figlia della nipote del famoso Mark Twain, lo scrittore che grazie a Tom Sawyer, siede tra grandi
pionieri della letteratura americana. A quanto pare il sangue non mente e
questa giovane scrittrice nonostante la morte prematura a causa del parto, ci
ha lasciato una storia che è rimasta nel cuore, accompagnando dal 1912 la
crescita dei fanciulli di molte generazioni, tanto che è stato riadattato per
un film con Fred Astaire e Leslie Caron nel 1955, in una serie animata
giapponese (1991) ed in un film coreano (2004).
Il romanzo racconta di come Jerusha Abbott detta anche Judy, una
ragazzina orfana viene adottata segretamente da un generoso e sconosciuto benefattore
che le permetterà di studiare e realizzare il suo sogno di scrittrice, l’unico
indizio che la lega a lui è la sua lunga ombra, così nella mente della ragazza
si idealizza la figura di papà Gambalunga a cui dedicherà una lettera ogni sera,
raccontando le sue avventure. Ma chi è il suo misterioso papà? Judy lo riuscirà
a incontrare? La nostra amata storia la conosciamo bene, e nonostante le banali
domande retoriche, lasciamoci conquistare ancora una volta dalla emozionante storia
di Judy Abbott nata dalla fantasia della sua mamma Jean Webster, perché come sappiamo ci sono
letture che meritano di essere lette e rilette, quindi ecco per voi un piccolo
assaggio prima di giungere alla portata principale, l’ultima edizione della
Giunti Junior Editore che al piccolo prezzo di 7,90, ci presenta una di quelle storie
intramontabili che sono diventate un classico della letteratura.
Il primo mercoledì di ogni mese
era un giorno davvero terribile! Un giorno atteso con timore, da
sopportare con coraggio e da dimenticare il più in fretta possibile. Tutti i
pavimenti dovevano essere puliti senza macchia, tutte le sedie senza un
granellino di polvere e tutti i letti rifatti senza una piega. Novantasette piccoli
orfani, bambini e bambine, andavano strigliati, pettinati e rivestiti dei loro
abiti di cotone inamidati a puntino; e a tutti e novantasette bisognava
ricordare le buone maniere, preparandoli a rispondere con garbo “Sissignore” e “No, signore” se una delle autorità avesse loro rivolto la parola. Era,
insomma, una giornata stressante, e lo era soprattutto per la povera Jerusha
Abbott che, essendo l’orfanella con più anni, ne doveva sopportare il peso
maggiore. Ma come tutti i precedenti, anche il mercoledì in cui comincia questa
storia giunse a termine, e Jerusha poté scappare dalla dispensa – dov’era
rimasta per ore a farcire le tartine per i patroni dell’istituto – e tornarsene
al piano di sopra per dedicarsi alle sue incombenze quotidiane. … La giornata
era finita, e finita abbastanza bene, secondo lei: le autorità e i membri del
consiglio avevano fatto la loro ispezione, letto le loro relazioni, bevuto il
tè, e ora se ne stavano tornando in tutta fretta nelle loro case … con la fantasia
seguiva il tragitto … Je-ru-sha Ab-bot,
sei di-de-rata in di-re-zione! Corri in fret-ta sento odor di punizione! Jerusha
si avvio senza fare commenti. Che cosa
era andato storto?, si chiese inquieta. … mentre Jerusha scendeva le scale
scorse un ultimo consigliere che ancora indugiava sulla del portone spalancato
che immetteva nella corte esterna. Jerusha lo vide appena – e l’impressione che
ne ricavò era sostanzialmente quella di un uomo alto, che faceva cenno col
braccio verso un’automobile ferma in attesa sulla curva del viale. Come il
motore fu acceso e il veicolo cominciò ad avvicinarsi, la luce abbacinante dei
fari proiettò l’ombra del consigliere sul muro interno dell’atrio: una figura
grottesca – con gambe e braccia che non finivano più… Ricordava proprio un
grosso ragno che si dondolava sulle sue zampette lunghe e sottili, quello che
viene comunemente chiamato dai ragazzini americani “papà gambalunga”.
0 commenti:
Posta un commento