Ciao a tutti amici de “La bacheca dei libri”, oggi
19 Giugno la nostra agenda ci ricorda la nascita e la morte di un scrittore
forse un po’ controverso ma che ha lasciato la sua impronta nel panorama
letterario internazionale, Osamu Dazai, di origine giapponese,
ha passato la sua intera vita cercando di suicidarsi e finalmente il giorno del
suo trentanovesimo compleanno è riuscito nell’impresa, però la sorte non poteva
portarsi via questo autore prima di lasciarci le sue opere. Dazai, appartiene
alla corrente della Burai-ha o scuola decadente, un gruppo di scrittori
dissoluti che esprimevano la mancanza di scopi e la crisi di identità nel
Giappone post-seconda guerra mondiale
La tecnica
narrativa adoperata maggiormente è quella dello shisosetsu, vale a dire il
Romanzo dell’Io: un tipo di romanzo confessionale dove gli eventi nella storia
raccontata corrispondo agli eventi della vita dell’autore.
Lo stile
letterario di Dazai è sicuramente influenzato dalla letteratura europea, pur
rimanendo molto legato alla letteratura giapponese classica. Questa convivenza
di influenze fa sì che egli sia uno scrittore accessibile anche al lettore
occidentale, anche se adopera alcuni insoliti mezzi letterari, legati alla
letteratura orientale, come fornire la battuta finale di un dialogo, che spesso
si rivela essere quella cruciale, e poi torna indietro per raccontare la
vicenda che conduce a quella battuta. Un altro peculiare aspetto della prosa di
Dazai è la maniera di descrivere fatti secondari per suggerire situazioni più
vaste. In questo egli si affida alla tecnica della poesia giapponese, in
particolare alla miniatura del haiku, una composizione di diciassette sillabe
dove ogni parola è una parte vitale del tutto, e dove si tenta di offrire al
lettore la vastità della natura distillata in poche gocce di poesia. Tra le sue
opere più rilevanti va citata Lo squalificato pubblicato nel 1948
è uno dei romanzi più celebri della letteratura giapponese. Il romanzo, parla
di Yozo, un uomo molto solo che non riesce a inserirsi nella società e cerca di
attirar l’attenzione con suggestive pagliacciate, ma la squalifica da parte
della società lo porta alla morte, ed e proprio qui che lo scrittore riesce
a dargli un senso diverso, spostando bruscamente ma in maniera perfetta il
punto di vista narrativo al di fuori del protagonista. Questo scrittore nonostante
la vita dissoluta, e riuscito a mostrare la sua grande capacità narrativa e questo libro ne è l’esempio. La storia di
Yozo, è come la sua vita, e la frase citata nel romanzo, rappresenta ciò che
egli pensa di se stesso. Vi lascio con questa frase tratta da Lo squalificato:
“La mia è stata una
vita di grande vergogna. Non riesco lontanamente a immaginarmi cosa significhi
vivere la vita d’un essere umano” (pag.
19).
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