giovedì 22 agosto 2013

Miti e Leggende: il Ponte Carlo superò senza intoppi tutte le inondazioni, però quando il sacerdote Nepomuceno, che poi fu fatto santo, venne gettato nella Moldava da questo ponte, si dice che fosse crollata tutta l'arcata...

Che cosa ne pensate dei miti e delle leggende?
Una rubrica dedicata alle leggende che sono alla base delle culture di ogni nazione, alcune famose, altre un po’ meno, nostrane e straniere, europee e continentali, una caccia alle storie più belle e bizzarre per scoprire il filo invisibile che lega tutti i popoli.

Quella di oggi è una storia misteriosa, piena di curiosità, dove lo scenario è una delle città più belle del mondo, PRAGA, una meta che ho avuto la fortuna di raggiungere e che mi ha affascinato molto, perché è antica e piena di misteri che trasudano da ogni viuzza o ponte, palazzo o chiesa, ogni elemento ha una storia da raccontare, ma tra tutte ho scelto quella legata a uno dei luoghi più affascinanti di questa città, “Il Vicolo d’Oro”, situato a nord-orientale dell'area del Castello di Praga, è una stradina in stile Mago di Oz, orlata di piccole casette coloratissime che ti trasportano in un luogo magico che sembra uscito da un bellissimo dipinto manierista. Questa via viene anche chiamata via degli alchimisti, per la leggenda che sto per narrarvi.
 Il castello del Vicolo d’oro
Si racconta che in questa via , il re Rodolfo, faceva alloggiare anche degli alchimisti, quei chimici che cosi venivano chiamati nell’età medievale, poiché desiderava smisuratamente conoscere l’arte di produrre l’oro. Molto tempo dopo, in una piccola casetta andò ad abitare un vecchio misterioso. Era un personaggio bizzarro, che non usciva quasi mai e non dava parola a nessuno. All’interno della sua piccola casa, era come una pentola in ebollizione, infatti dal camino gli altri abitanti vedevano sempre uscire del fumo nero, altre volte giallo o blu, naturalmente tutti erano molto incuriositi da cosa stesse combinando rinchiuso li dentro sempre fino a tarda notte. Ma col passare del tempo vista la sua tranquillità non badarono più a lui e alle sue stramberie. Un pomeriggio, però, il vecchio corse fuori dalla casetta con gli occhi scintillanti e lunghi capelli arruffati, che ondeggiavano. Agitava le mani sopra la testa e gridava: “Gente, gente, c’è l’ho fatta ho creato l’oro! Oro puro!.” Tutti corsero da quel vecchio pazzo, che agitava le mani, mentre balbettando cercava di spiegare qualcosa, fino a quando all’improvviso non s’irrigidì e cadde steso a terra morto. Gli abitanti non conoscendo nessun parente del vecchio, lo seppellirono in una fossa comune. Quando poi i funzionari perquisirono la casetta, non trovarono nessuna traccia dell’oro di cui parlava il vecchio, ma scoprirono delle carte secondo le quali il vecchio apparteneva a una nobile e ricca famiglia. Poco tempo dopo si presentò nel vicolo il figlio del vecchio, che iniziò a chiedere della vita che faceva suo padre. Così raccontò agli abitanti come suo padre anni prima, viveva tranquillo nel loro castello in Boemia meridionale insieme a tutti i suoi figli e alle loro famiglie, fino a quando non si mise in testa di voler assicurare a tutti loro una ricchezza da favola, intestardito da questa idea, iniziò a studiare alchimia per poter creare l’oro e così iniziarono i suoi esperimenti. La sua famiglia cercò di impedirgli di proseguire con la sua follia, tanto che un giorno il vecchio sparì senza lasciare traccia. I figli preoccupati, lo cercarono in tutta la Boemia, senza successo, infatti non potevano immaginare che si fosse rinchiuso nella casetta del Vicolo d’Oro per poter continuare indisturbato i suoi esperimenti. Comunque quello che successe al vecchio restò un mistero, se ha scoperto l’oro oppure no, nessuno lo sa o lo saprà mai perché il segreto è andato con lui nella tomba. Però il Vicolo d’Oro ha aggiunto alla sua storia un vero nobile. E per un bel po’ di anni dopo la sua morte, alla più piccola delle casette del Vicolo d’Oro, i vicini diedero il nome di…. Castello.
La leggenda è tratta da "77 leggende praghesi" di Alena Ježková:

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