La biblioteca teologica del Monastero di Strahov a Praga

La bacheca dei libri, ha come modello questa immensa fonte di conoscenza perché: "La lettura è per la mente ciò che l'esercizio è per il corpo

Novità e successi della NORD Editore

Ecco le novità da non perdere e il successo di "Vita dopo vita" che come sottolinea l'Espresso:«La nostra eroina muore e rinasce innumerevoli volte; e il lettore la segue in un crescendo di suspense che sta la fantascienza e il miglior realismo magico. Un romanzo così non si era mai visto.»

Novità e successi della Dunwich Edizioni

La Porta dei cieli, il thriller archeologico protagonista del Blog Tour ancora in corso; Il successo dell'horror "William Killed The Radio Star" uno sfondo musicale dalla intricata indagine psicologica e le attese novità legate ai concorsi della Dunwich.

I 5 romanzi finalisti del Premio Strega 2014.

Ecco i romanzi candidati a entrare nell'immortale albo d'oro del Premio. Il favorito è "Non dirmi che hai paura" vincitore del Premio Strega Giovani. Alla finale del 3 Luglio ha vinto il prezioso elisir Francesco Piccolo con "Il desiderio di essere come tutti".

Novità editoriali da non perdere

Ecco le fresche letture che hanno attirato la mia attenzione. Da un Amore Alieno a Per sempre insieme,dalla passione di Così come sei al distopico fantasy Mystic city, ma un Eccezione serve sempre quindi non perdetevi l'eccezionale caos di sentimenti scritta dall'islandese Audur...

lunedì 27 gennaio 2014

"Noi sopravvissuti alla Shoah siamo inchiodati: vorremmo liberarci dal peso insopportabile di ciò che è stato e invece siamo costretti a riviverlo ogni volta. Delegati a testimoniare da chi avrebbe avuto il dovere di evitarcelo: quest'Europa che cancella i suoi sensi di colpa per lo sterminio degli ebrei non parlandone, e scaricando su noi vittime la responsabilità e il dolore della memoria. Una vera follia". Edith Bruck

Giorno della memoria
 “Sarò mai capace di scrivere qualcosa di importante? Lo spero proprio. Perché scrivendo posso confidare alla carta tutti i miei pensieri, i miei ideali, i miei sogni.”  Anna Frank
Benvenuti tra le mie pagine, miei carissimi lettori, che oggi ricordano un giorno indimenticabile, il 27 Gennaio, il Giorno della memoria. Un giorno, per ricordare ciò che non va MAI dimenticato, la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico.
Il 27 Gennaio 1945, è il giorno in cui le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, aprono le porte dei cancelli del luogo emblema della vergogna e della indelebile macchia dell’umanità, il campo di concentramento di Auschwitz. I pochi superstiti, sono la testimonianza vivente del grande odio e dell’orrore del genocidio nazista. “Nessuna  lingua comprensibile o gesto può dare una giustificazione a una simile perfidia e tanta depravata violenza ”. Una così grave violazione dell’umana natura, perpetrata da esseri umani verso altri esseri umani è inconcepibile. In questi termini, com’è possibile parlare d’inumanità, se alla fine è l’essere umano stesso ad aver commesso simili atrocità, dimostrando di detestare la sua stessa natura. Cosa siamo noi realmente, qual è la nostra reale natura?...
Sono tantissime le pagine scritte per questo giorno, tantissimi libri per non dimenticare e come ha scritto Norberto Bobbio:
"Il primo insegnamento che si può trarre da questi libri è che non bisogna dimenticare. Il secondo, che bisogna ricordare non per giudicare, ma prima di tutto per apprendere e capire."
Per onorare la memoria di chi è scomparso in questo modo così brutale e insensato, per chi è stato testimone, sopravvissuto con una inguaribile ferita nel cuore e per chi è caduto durante la liberazione da questo massacro e per noi, per non DIMENTICARE, oggi tra queste mie pagine riporterò i passi di alcune opere che sono diventate un emblema della nostra letteratura, quelle di PRIMO LEVI, un sopravvissuto alla deportazione nel campo di concentramento di Monowitz - lager satellite del complesso di Auschwitz e sede dell'impianto Buna-Werke proprietà della I.G. Farben, dove il suo nome è stato 174517.
Primo Levi, come sappiamo è stato deportato nel 1943, quando è stato catturato dai nazifascisti. Lui è un sopravvissuto, un testimone della brutalità umana e ha dedicato la sua vita e la sua penna, a ricordare ciò che non va dimenticato. Una delle sue opere più importanti oltre La tregua, è Se questo è un uomo, un romanzo, che rappresenta la sua testimonianza scritta tra il dicembre 1945 e conclusa nel gennaio 1947. Il titolo, è stato ispirato dall'antica preghiera dello Shemà e nel romanzo, il nostro autore, riporta i versi, che ne chiariscono il significato:
“Considerate se questo è un uomo
 Che lavora nel fango
 Che non conosce pace
 Che lotta per mezzo pane
 Che muore per un sì o per un no”
[Campo di internamento Fossoli (Modena)] ...Il giorno 20 febbraio i tedeschi avevano ispezionato il campo con cura, avevano fatte pubbliche e vivaci rimostranze al commissario italiano per la difettosa organizzazione del servizio di cucina e per lo scarso quantitativo della legna distribuita per il riscaldamento; avevano perfino detto che presto un’infermeria avrebbe dovuto entrare in efficienza. Ma il mattino del 21 si seppe che l’indomani gli ebrei sarebbero partiti. Tutti: nessuna eccezione. Anche i bambini, anche i vecchi, anche i malati. Per dove, non si sapeva. Prepararsi per quindici giorni di viaggio. Per ognuno che fosse mancato all’appello, dieci sarebbero stati fucilati...
Illustrazione di Emanuele Fucecchi
...Con la assurda precisione a cui avremmo più tardi dovuto abituarci, i tedeschi fecero l’appello. Alla fine, Wieviel Stück? domandò il maresciallo; e il caporale salutò di scatto, e rispose che i «pezzi» erano seicentocinquanta, e che tutto era in ordine; allora ci caricarono sui torpedoni e ci portarono alla stazione di Carpi. Qui ci attendeva il treno e la scorta per il viaggio. Qui ricevemmo i primi colpi: e la cosa fu così nuova e insensata che non provammo dolore, nel corpo né nell’anima. Soltanto uno stupore profondo: come si può percuotere un uomo senza collera (parla di violenza inutile)... Sono stati proprio i disagi, le percosse, il freddo, la sete, che ci hanno tenuti a galla sul vuoto di una
disperazione senza fondo, durante il viaggio e dopo. Non già la volontà di vivere, né una cosciente rassegnazione: ché pochi sono gli uomini capaci di questo, e noi non eravamo che un comune campione di umanità... Fra le quarantacinque persone del mio vagone, quattro soltanto hanno rivisto le loro case; e fu di gran lunga il vagone più fortunato . Soffrivamo per la sete e il freddo: a tutte le fermate chiedevamo acqua a gran voce, o almeno un pugno di[24] neve, ma raramente fummo uditi; i soldati della scorta allontanavano chi tentava di avvicinarsi al
convoglio. Due giovani madri, coi figli ancora al seno, gemevano notte e giorno implorando acqua . Meno tormentose erano per tutti la fame, la fatica e l’insonnia, rese meno penose dalla tensione dei nervi: male notti erano incubi senza fine...
Vi riporto un video dove Levi ritorna a Auschwitz e un articolo-intervista del giugno del 1982, realizzata da Enzo Biagi, al nostro scrittore-testimone:  Come nascono i lager? Facendo finta di nulla
Dopo questa viva testimonianza, voglio riportare le parole introduttive lasciate dalla giovane scrittrice Dami Jissed Vertiz Lozano nel libro: “Le ceneri dellesistenza”,  che ha ricevuto il titolo di libro + bello del 2013, tra quelli letti da "la bacheca dei libri". Perché questo romanzo, non è solo la classica love-story, ma racchiude qualcosa di più profondo, una importante pagina che documenta le sofferenze patite da chi ha vissuto quell’inferno. Infatti, non è un caso che questo libro sia rimasto indelebile nella mia memoria.
 ...Riuscivo a trattenere quel senso di depressione incombente dentro di me, quel posto mi distruggeva, ogni giorno mi sentivo più debole. Non ce la facevo a stare per ore e ore in piedi, passavo delle notti gelide. Il nostro capannone si svuotava settimana dopo settimana. Venivamo estratte come numeri della lotteria. Tutte coloro che venivano scelte per “la doccia”, non tornavano. Ogni volta che ci portavano in quella stanza spartana con i tubi argentati sul soffitto, sudavo freddo. Stringevo il mio pancino pregando Dio che non fosse l’ultima doccia... tratto da “Le ceneri dell’esistenza”
Nota dell’autore: L’amore, una parola minuscola eppure giustificazione dei fatti più bui della storia. Cosa si cela davvero dietro questa parola così misteriosa? Grandi filosofi e scienziati hanno studiato approfonditamente questo sentimento così controverso ed incoerente, capace di farci perdere ogni briciolo di razionalità. L’amore, quello folle, può essere anche distruttivo, oscuro, privo di umanità, di solidarietà verso gli altri. Può renderci macchine da guerra, pronte a tutto per un ideale. Perché si può amare incondizionatamente un’idea. La storia è piena di questi episodi, ripetuti continuamente, e senza alcun rimorso. L’amore è anche madre dell’odio, così opposto da sfiorarsi con l’antagonista stesso. Il passato non dovrebbe essere mai dimenticato. Si parla solo di cifre, nel complesso, nessuno parla, mai dei milioni di cuori infranti affogati nel pianto o nel dolore della perdita di una persona cara, per ragioni, a volte prive di fondamenta. Quanti madri, padri, mogli, mariti, fratelli, sorelle, figli e via dicendo non hanno più rivisto la persona amata? Quanta sofferenza hanno dovuto passare? Di questo non si proferisce mai sillaba. Si dovrebbe incidere su un muro ogni evento accaduto, ma non basterebbe nemmeno il vecchio muro di Berlino per tutti gli orrori che hanno vissuto i nostri antenati e tante altre persone in altri paesi. Credo personalmente che sia fondamentale pensare sempre con la propria testa e non farsi trascinare dalle continue correnti moderne che a volte celano tanto dolore per il prossimo. Dovremmo semplicemente rispettarci gli uni con gli altri. E vivere l’amore, sano, quello per sé stessi e per il prossimo, per evitare che molti eventi come l’olocausto, i genocidi ed i massacri che tutt’ora avvengano, continuino ad accadere. Per questo invito tutti, io per prima a non dimenticare il passato per vivere un futuro più cosciente.     Dami Jissed Vertiz Lozano
Dopo le sincere parole della nostra giovane scrittrice, vi lascio con quelle celebri della ottimista Anna Frank, tratte dal suo Diario.

"Ecco cos’è difficile in quest’epoca: gli ideali, i sogni e le belle aspettative non fanno neppure in tempo a nascere che già vengono colpiti e completamente devastati dalla realtà più crudele. È molto strano che io non abbia abbandonato tutti i miei sogni perché sembrano assurdi e irrealizzabili. Invece me li tengo stretti, nonostante tutto, perché credo tuttora all’intima bontà dell’uomo. "

SUPER BIG NEWS!!! Ecco i DUE vincitori EX AEQUO del Premio BAGUTTA

  
     Buongiorno, a tutti voi amici in lettura e...
Benvenuti tra la mie pagine.
Ieri 26 Gennaio, ultima Domenica di questo mese, come  da tradizione, è avvenuta nel corso di una cena alla storica trattoria/ ristorante Bagutta a Milano, la premiazione dell’87sima edizione del 1° premio letterario italiano, nato come sapete nel 1927. Quest’anno, la GIURIA, presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti e composta da Stefano Agosti, Rosellina Archinto, Silvia Ballestra, Eva Cantarella, Pietro Cheli, Elio Franzini, Umberto Galimberti, Piero Gelli, Andrea Kerbaker, Giovanni Orelli, Ranieri Polese, Elena Pontiggia, Enzo Restagno, Mario Santagostini e Orio Vergani, si è lasciata incantare dal fascino della poesia, che ritorna a essere premiata.

I vincitori del 2014, sono due, EX AEQUO Maurizio Cucchi e Valerio Magrelli.
La poesia di Maurizio Cucchi, viene premiata con la sua ultima raccolta “Malaspina”, un’opera divisa in cinque sezioni in cui l’autore ripercorre la sua vita milanese. Una vera passeggiata lungo le vie e i percorsi storici della storica città, che sono state un riflesso della sua vita, infatti si possono vedere le trasformazioni e i cambiamenti di questa importante città. Una poesia nuova, con tralci di storia e di conoscenza, e soprattutto con la gioia di essere al centro di un’esperienza che coinvolge passato e presente. Il poeta riconosce e ama i suoi coprotagonisti in una storia in cui ci si muove con umiltà ma con illuminata visione delle cose. “E io mi infilo,/ mi insinuo zampettando/ per leggere e indagare, eterna,/ l’umiltà dei secoli”. Nella poesia “Solitario”, questa non indica la solitudine dell’individuo, ma le lunghe passeggiate che il nostro poeta fa da solo, lungo le strade del capoluogo lombardo, e in questa solitudine, lui si concentra su ciò che lo circonda, e riflette su come il tempo abbia cambiato i vecchi edifici, la gente e da tutto questo lui sente nascere un desiderio nuovo, quello di godere delle occasioni.
A raggiungere un ulteriore e fondamentale traguardo è l’opera di Valerio Magrelli, che con il suo libro “Geologia di un padre”, pubblicato da Einaudi nella collana “Supercoralli”, dopo aver raggiunto le finali del Premio Campiello, si aggiudica a merito, il riconoscimento del 1° premio letterario italiano, il BAGUTTA. Come sappiamo, questo libro, può considerarsi un’opera di memorie, legate al padre del nostro autore, che con una prosa essenziale  e asciutta, si lega ai ricordi del genitore, infatti scrive: “Il figlio come un filo che deve entrare nella cruna della propria crescita. Il padre come un filo che va sfilato”.

BAGUTTA OPERA PRIMA, quest’anno viene concesso a un saggio narrato, dalla voce esordiente di Fabrizio PassanisiBert e il mago” (Nutrimenti). Un interessantissimo saggio sulla vicenda umana e letteraria di due grandi  della letteratura tedesca, Thomas Mann e Bertold Brecht.
 Con questo si chiude anche per quest’anno, lo storico evento culturale, importantissima pagina della letteratura e della storia italiana.
Vi lascio con la poesia “Solitario” di Maurizio Cucchi.
La testa chiara, pelata del Cochi,
quell’esile villano imbalsamato,
il suo faccino triangolare smerigliato
sul colletto scomposto e intanto io,
di fianco e sempre altrove, sorridevo,
nelle bretelle e nei miei sandaletti,
sul pavimento grigio, appoggiato,
mentre di fronte la vecchia Ines
stendeva i panni e ci scrutava.

Ma quello stesso bambino che ride,
sereno e spensierato, porta un’eco
profonda dentro sé. Aveva
perfettamente noto e già presente
in cuore il suo destino.