La biblioteca teologica del Monastero di Strahov a Praga

La bacheca dei libri, ha come modello questa immensa fonte di conoscenza perché: "La lettura è per la mente ciò che l'esercizio è per il corpo

Novità e successi della NORD Editore

Ecco le novità da non perdere e il successo di "Vita dopo vita" che come sottolinea l'Espresso:«La nostra eroina muore e rinasce innumerevoli volte; e il lettore la segue in un crescendo di suspense che sta la fantascienza e il miglior realismo magico. Un romanzo così non si era mai visto.»

Novità e successi della Dunwich Edizioni

La Porta dei cieli, il thriller archeologico protagonista del Blog Tour ancora in corso; Il successo dell'horror "William Killed The Radio Star" uno sfondo musicale dalla intricata indagine psicologica e le attese novità legate ai concorsi della Dunwich.

I 5 romanzi finalisti del Premio Strega 2014.

Ecco i romanzi candidati a entrare nell'immortale albo d'oro del Premio. Il favorito è "Non dirmi che hai paura" vincitore del Premio Strega Giovani. Alla finale del 3 Luglio ha vinto il prezioso elisir Francesco Piccolo con "Il desiderio di essere come tutti".

Novità editoriali da non perdere

Ecco le fresche letture che hanno attirato la mia attenzione. Da un Amore Alieno a Per sempre insieme,dalla passione di Così come sei al distopico fantasy Mystic city, ma un Eccezione serve sempre quindi non perdetevi l'eccezionale caos di sentimenti scritta dall'islandese Audur...

giovedì 26 settembre 2013

Matilde Camus: La vita es demasiado breve, par la eternidad de los sentimentos.

Agenda letteraria
Mi corazòn es un barco donde solo caben dos, tu y yo.
Miei cari lettori, era da un po’ che non scrivevo in questa rubrica, così oggi eccomi qui per ricordare la nascita di un altro autore che ci ha fatto dono delle sue opere. Oggi 26 Settembre l’agenda letteraria ricorda la scrittrice e poetessa spagnola Matilde Camus, una musa nel panorama letterario che nonostante la sua scomparsa nello scorso anno, continua a far risuonare la sua voce.

Has llegado hasta mí como un milagro
florecido de gozo sobre nieve.
Tú deslumbrante amor, vivo y auténtico,
ha enfocado la luz sobre mi frente…

Matilde Camus è stata una accademica e storica, nonché alunna del poeta e scrittore Gerardo Diego, famoso per aver rappresentato l’ideale della cosiddetta Generazione del 27’, alternando la poesia tradizionale con l’avanguardia. Questa poetessa e studiosa ha cercato di combinare la ricerca con la letteratura, dedicando le sue opere al suo paese natio Santander nella Cantambria che non ha mai abbandonato portando nel cuore fino alla fine dei suoi 92 anni vissuti con forte determinazione e profondo amore verso i suoi affetti e la sua terra di montagna.
Yo Soy de la Montaña

Yo soy de la Montaña vertebrada
llena de húmedos pulsos de rocío,
de campos soñadores,
de arroyos cantarines y de ríos;
de casonas hidalgas
y de ruido de albarca en los caminos.

Yo soy de esta vestida tierra herbosa
donde el sol nos envuelve con cariño,
donde la bruma besa nuestros rostros
y las playas se aroman con sus pinos.

Soy de estas costas, duras y norteñas,
donde se encrespa el mar embravecido,
donde hay temblor de algas
bajo espumas de armiño.

Yo soy de la ladera más hermosa
de nuestro litoral santanderino.
Aquí la primavera es voz mojada
rompiéndose en fulgores y estallidos

Miti e leggende: In un tempo ormai lontano sulle sponde del Fiume Celeste (Via Lattea) viveva il sovrano di tutti gli dei e imperatore del Cielo...

 Oggi vi narrerò la leggenda di un grande amore, un amore eterno e splendido come il firmamento, perché è proprio questo il luogo dove tutto ha avuto inizio.
Questa storia risale ad almeno 2000 anni fa, è nata dalle voci sussurrate in una terra lontana chiamata Giappone e ancora oggi per sottolineare l’importanza che ha nel cuore e nella cultura di questo popolo è ricordata e celebrata con una bellissima festa, chiamata
Tanabata Matsuri o Festa delle Stelle Innamorate.
Come in tutte le leggende, anche questa a varie versioni che si ricollegano anche con la tradizione cinese. Io ho scelto quella che si lega meglio al giorno della festa giapponese, che si celebra il 7 Luglio, ovvero quando le due stelle maggiori del cosiddetto triangolo estivo, Vega e Altair, sono visibili in cielo.
In un tempo ormai lontano sulle sponde del Fiume Celeste (Via Lattea) viveva il sovrano di tutti gli dei e imperatore del Cielo, Tentei, la cui figlia Orihime ( Vega) aveva il compito di tessere e cucire stoffe e vestiti regali per le divinità. Lavorava di giorno e di notte e senza avere mai un attimo di sosta maneggiava con rapidità e destrezza il suo fuso e realizzava abiti sempre più belli e splendidi per poter vestire tutte le divinità.
Lavorava talmente tanto che non aveva neppure il tempo di pensare a sé stessa e ai propri interessi. Giunta all’età adulta però, il padre mosso da pietà, dato che alla figlia non era mai stato concesso altro che lavorare il fuso, le scelse un marito: era un giovane mandriano, di nome Hikoboshi ( Altair) la cui attività consisteva nel far pascolare buoi e fare attraversare loro le sponde del Fiume Celeste. Era un grande lavoratore e anche lui non pensava ad altro che a svolgere il suo lavoro.
Essendo matrimonio combinato, i due finirono per conoscersi solo il giorno delle nozze; ma non appena i due si conobbero finirono per innamorarsi follemente l’uno dell’altro. Furono talmente presi dal profondo sentimento che provavano l’un per l’altro che dimenticarono completamente i loro doveri, il loro lavoro e gli altri Dei. La loro unica ragione di vita sembrava essere diventata l’amore e la passione.
Così la mandria di buoi finì per essere abbandonata a sé stessa e quando agli dei cominciarono a mancare gli abiti fino confezionati da Orihime, il sovrano degli dei si lasciò prendere dalla collera e separò ciò che era diventato inseparabile e per  evitare che i due giovani amanti potessero incontrarsi e lasciarsi trascinare dal loro appassionato amore dimenticando i loro lavori, l’Imperatore del Cielo creò due sponde separate dal fiume Celeste, lo rese  impetuoso e privo di ponti in modo tale che i due innamorati non potessero mai più incontrarsi.
Il risultato non fu però quello sperato dal sovrano infatti: il pastore sognando e pensando sempre alla sua innamorata non accudiva ugualmente le bestie e la dolce fanciulla, pensando continuamente al suo amore non cuciva più i vestiti agli dei. Il sovrano e gli dei provarono pietà per i due amanti e allora per risollevare il cuore dei due innamorati il sovrano Tentei, fece loro una proposta: “Se deciderete di ritornare ad occuparvi delle vostre attività come un tempo rispettando i vostri doveri, rimarrete divisi dalle sponde del Fiume Celeste per un anno intero però, vi sarà consentito di potervi incontrare una volta soltanto nella notte del settimo giorno del settimo mese dell’anno.
A queste parole, i due giovani innamorati, pensando all’idea di potersi incontrare di nuovo ripresero di buona lena a lavorare sodo con la speranza di potersi presto riabbracciare. Da quel momento in poi infatti, dopo un anno di lavoro e fatica i due ogni 7 luglio attraversano il Fiume Celeste e nel cielo stellato si incontrano.
Questa leggenda che fa da sfondo alla festa popolare del Tanabata, in uso già nel periodo Edo, prevede secondo la tradizione, di scrivere dei desideri su piccole strisce di carta colorata chiamate tanzaku, per poi legarli a un albero di bambù e poi pregare perché se i due innamorati si incontrano il loro desiderio si è avverato così come quello legato all’albero.
Il Tanabata è una festa molto romantica e amata soprattutto tra i giovani, che vedono coronarsi il loro amore insieme a quello di Hikoboshi e Orihime.

mercoledì 25 settembre 2013

Il vescovo di Londra toccò leggermente con la canna, per cinque volte il dorso del sovrano. Quindi si voltò e porse la canna a Philip, vescovo di Kingsbridge. Philip avanzò per fustigare il re. Era felice di essere vissuto abbastanza a lungo. Dopo questo giorno, pensò, il mondo non sarà più lo stesso. I Pilastri della Terra

Incontriamo....   
Ken Follett
Ken Follett, il grandioso scrittore britannico che ha venduto milioni di copie coronando un successo planetario che ha avuto inizio sin dal suo primo libro firmato col suo vero nome: “La cruna dell’ago” pubblicato che nel 1978. Prima di questo libro, aveva pubblicato altri quattro romanzi, due sotto lo pseudonimo di  Zachary Stone e gli altri due come Martin Martinsen.
  È nato come giornalista, ma quando ha scoperto che la penna è la sua vocazione, non esita a dedicarsi a tempo pieno al suo portentoso talento che gli ha permesso di concquistare una valanga di lettori e fan che nel corso degli anni hanno confermato il suo prestigio nel mondo letterario.
 Questo scrittore è particolare infatti nel corso della sua prolifera carriera ha variegato il suo genere letterario, che come una pendola è oscillato avanti e indietro tra il thriller di spionaggio con cui ha iniziato per poi sfociare nel romanzo storico come I pilastri della terra, con cui ha riconfermato l’apprezzamento del pubblico.
Dei suoi numerosi romanzi esistono due saghe quella de “I pilastri della terra” , costituito da due romanzi l’omonimo del 1989 e Mondo senza fine del 2007 e la “The Century Trilogy” con: 1) La caduta dei giganti del 1010 – 2) L’inverno del mondo del 2012; il terzo volume deve ancora essere pubblicato e sembra che avrà il titolo di Edge of Eternity e la sua uscita è prevista per il 2014.
Quella di Century, è una saga epica che si sviluppa attraverso un intero secolo coinvolgendo le vicende di cinque famiglie di diversa nazionalità - americana, russa, tedesca, inglese, gallese – che si intrecciano sullo sfondo degli eventi più importanti del Novecento. La memoria collettiva si mescola così alla gioie e ai drammi di queste famiglie che di generazione in generazione portano i segni del loro passato.
    La saga de I pilastri della terra The Pillars of the Earth,
 è ambienta nel 1123 però a distanza di due secoli l’una dall’altra. Il primo libro, ruota attorno alla costruzione della cattedrale di Kingsbridge, e coinvolge Jack Jackson un giovane con un grande talento architettonico e artistico la famiglia del suo maestro Tom e la famiglia della donna di cui si è innamorato Aliena di Shiring che si scontrano insieme al Priore Philip all’arcivescovo di Canterbury, che si muovono sotto lo scenario storico medievale che vede la lotta tra  le nobili famiglie inglesi e il mercantilismo dei borghesi che ostacola il feudalesimo dei nobili. Tutto questo si snoda tra amori e passioni, lotte e tradimenti, assassinii e vendette, sotto l’architettonico scenario della costruzione della imperiosa cattedrale. Mondo senza fine, si sviluppa due secoli dopo e i protagonisti, sono i discendenti del libro precedente. La storia ruota attorno a quattro ragazzi legati da un segreto condiviso da bambini a cui si collegano gli eventi storici che sono quelli relativi alla lotta per la corona inglese tra Edoardo II e la sua consorte Isabella di Francia. La vita dei quattro giovani si ritrova legata anche nell’età adulta e le loro vicende si sviluppano attorno alla costruzione di un ponte di pietra, importante per la sopravvivenza degli abitanti di Kingsbridge. Una saga bellissima, che ho amato molto anche se tra i due libri il mio preferito rimane I pilastri della terra.

Queste due saghe rientrano entrambe nel genere storico e rivelano la grande bravura di questo scrittore che riesce a coinvolgere il lettore dall’inizio alla fine dei suoi voluminosi romanzi, perché si ritrova catapultato all’interno del periodo storico interessato, raccontando gli avvenimenti senza trasformarli in una monotona lezione di storia, proprio come ha affermato lo stesso Ken Follett, lui deve far vivere la vita di questi personaggi che si ritrovano condizionati inevitabilmente dal periodo storico e sociale che stanno vivendo.
 Buona parte dei suoi romanzi hanno ispirato i registi che hanno portato sul grande schermo le intricate storie di questo autore che riesce a coinvolgere nonostante le complicate trame che si snodano attorno ai suoi numerosi personaggi, dotati di una forte personalità che trascinano il lettore dentro i loro ruoli, in modo automatico grazie alla scrittura fluente e coinvolgente e come sanno benissimo i suoi lettori, ti ritrovi alla fine del libro e non riesci a credere di aver finito in così poco tempo un così grande numero di pagine e se poi devi aspettare il seguito allora si che è una tragedia.

Big News, è arrivato... e non si può perdere.

Big News

       Appassionati seguaci della lettura e soprattutto degli Urban Fantasy,  non lasciatevi scappare lemozionante Prequel del libro Il Bacio della Morte di Marta Palazzesi,  intitolato  Il Marchio di Damianche da oggi 25 settembre, potete trovare gratuitamente online al link:
              Come sempre...
                                               Buona lettura

Frequentare le librerie può riservare delle sorprese, perché si possono trovare libri che non ci si aspetta. Michael Crichton

Buongiorno,
                    inizia una nuova giornata e come ci consiglia Michael Crichton, oggi durante una pausa o al ritorno a casa andiamo a dare una sbirciatina in libreria chissà che non incontriamo un bellissimo... libro, cosa vi aspettavate Hugh Grant o Giulia Roberts o magari un dinosauro venuto fuori da Jurassic Park. Sicuramente li possiamo incontrare all’interno di qualche libro inaspettato e poi chissà...
                     Allora Millumino dimmenso disse Giuseppe Ungaretti e  illuminiamo la nostra giornata con un nuovo grande e insostituibile amico.
                                                                        Una buona giornata e... che la sorte ci riservi un felice e inaspettato incontro.

                       Buona lettura

martedì 24 settembre 2013

Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. È l’acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia.

My Readyng of the heart
  Eccomi di nuovo qui per parlare delle letture che mi sono rimaste nel cuore.
Sfogliando il mio block note, dove ho riportato i passi più belli dei libri che ho letto, sono stata investita da una valanga di ricordi e ho ripensato al piacere e alle sensazioni che ho provato in quel momento. Si, perché in fondo un libro non è mai lo stesso, l’animo e il cuore ormai è diverso da quando lo avevo letto la prima volta, infatti secondo me come noi cresciamo e cambiamo così anche i libri cambiano insieme a noi e quelle pagine ora diventano nuove. Penso che questo accomuni un po’ tutti gli appassionati lettori.
 Dopo aver lasciato vagare la mia mente nei cassetti della memoria, eccomi qui a condividere le mie vecchie emozioni e anche le nuove, trascinandovi con me nel meraviglioso libro di Luis Sepùlvede:

“Storia di una gabbianella e del gatto che gli insegnò a volare”
 La meravigliosa storia del gatto Zorba è stata per me un amore spontaneo, naturale come camminare, respirare e per la giovane gabbianella salvata da questo gattone dal cuore tenero come un cioccolatino Lindt è stato come volare verso la libertà.
… “Promettimi che non ti mangerai l’uovo” stridette aprendo gli occhi. “Prometto che non mi mangerò l’uovo” ripeté Zorba. “Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo” stridette chinando il capo. “Prometto che avrò cura dell’uovo finché non sarà nato il piccolo”. E promettimi che gli insegnerai a volare” stridette guardando fisso il gatto. Allora Zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana non solo delirava, ma era completamente pazza. “Prometto che gli insegnerò a volare...“ 


 Questo era il passo che avevo scritto, il momento in cui la mamma gabbiana morente strappa al povero Zorba le tre promesse tra cui quella di insegnare a volare al suo piccolo. Ora invece vi riporterò il momento in cui infonde il coraggio alla piccola gabbianella per spiccare il volo, perché oltre alla preziosa amicizia e al semplice e commovente momento, ora ho capito che Zorba non solo le ha insegnato il coraggio di fare una cosa per cui è già nata per fare, ma le impartisce una lezione più profonda e importante, il coraggio di crescere e di affrontare la vita che si apre davanti ai nostri occhi nel momento in cui diventiamo adulti, perché in ognuno di noi c’è una gabbianella di nome Fortunata, che o ha già aperto o presto aprirà le sue ali e questo è il momento in cui tutto cambia e il mondo viene visto da una nuova prospettiva, proprio come la piccola gabbianella.


… “Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. È l’acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali” miagolò Zorba. La gabbianella spiegò le ali. I riflettori la inondavano di luce e la pioggia le copriva di perle le piume. L’umano e il gatto la videro sollevare la testa con gli occhi chiusi. “La pioggia, l’acqua mi piace!” stridette “Ora volerai” miagolò Zorba “Ti voglio bene, sei un gatto molto buono” stridette Fortunata avvicinandosi alla balaustra. “Ora volerai e il cielo sarà tutto tuo” miagolò Zorba... Zorba rimase a contemplarla finché non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad annebbiare i suoi occhi gialli di gatto nero grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto.

Riflettiamo... “La matiére de Bretagne” il mito della tavola rotonda e William Morris.

ARAZZO MEDIEVALE,  TAVOLA ROTONDA - WILLIAM MORRIS
Compagni di lettura, armiamoci di libro e partiamo alla scoperta del mito anglosassone per eccellenza, quello della tavola rotonda. Questa leggendaria tavola, concepita con lo scopo di eliminare il capotavola e così ogni distinzione di ruolo tra i membri che vi assiedono, attribuita al leggendario re Artù, il primo a menzionarla nel suo “Roman de Brut” del 1155 è stato il cronista normanno Wace. Il mito di questa tavola ruota attorno alla leggendaria figura di re Artù, che è legato alla tradizione mitologica inglese che si incorpora in un determinato tema, definito “la matiére de Bretagne” a cui si sono legati i movimenti culturali sviluppatesi durante il periodo vittoriano  e da cui ha tratto particolare ispirazione il poeta, scrittore e pittore preraffaellita che ha collaborato alla fondazione del movimento artistico definito  Arts and Crafts.
Ginevra - William Morris
Il suo accostamento a questi movimenti lo spingono al ritorno del mitico romantico delle canzoni medievali inglesi, che lui riporta nelle sue opere sia artistiche che letterarie. Come fa notare Luis Borges, nelle sue Lezioni di letteratura inglese, la critica letteraria del tempo è stata glaciale nei  confronti della sua prima opera, The defense of Guenevere (La difesa di Ginevra o Genoveffa), infatti Andrew Lang sostiene: “Queste sue prime composizioni, scritte quasi con indifferenza, lasciando la penna in libertà come chi si abbandona a un piacere e non come chi affranta un lavoro scrupoloso” .

Questo tema, trattato da William Morris e definito “la matiére de Bretagne”, incorpora la storia di re Artù che combatte contro i Sassoni all’inizio del VI secolo, ma la cosa fantastica dal punto di vista della storia e della letteratura e che la figura del leggendario re inglese, viene affiancata a la figura di Carlo Magno, per poter presentare un re universale ecco perché viene chiamato come quello francese “la matiére de France”, che invece tratta la storia di Rolando, di Carlo Magno e della storica battaglia di Roncisvalle.
Vision of the Holy Grail William Morris su disegni di E. Burne-Jones 1890
Rientra nella matiére de Bretagne anche le altre storie legata alla figura di re Artù come quella del famoso calice frutto della tradizione cristiana il Santo Graal, che si narra sia stato utilizzato da Gesù durante l’ultima cena e abbia contenuto il suo sangue. Il legame di Artù al calice segue varie voci, ma quella principale vede il re impegnato nella sua ricerca a causa di un sogno divino. Come sappiamo si dice che sia stato raggiunto dal primo dei suoi cavalieri Lancillotto, ma non è riuscito a prenderlo perché aveva peccato con la moglie del re Ginevra, a prendere la coppa si dice sia stato Gahalad, il personaggio che Dante ricorda nella sua opera immortale come il Galeotto.
La sua prima opera The defense of Guenevereè una raccolta di poesie che nonostante non rientra tra le sue opere maggiori, figura appieno il tema de “la matiére de Bretagne” quindi vi presento una delle sue poesie dove vuole rappresentare la morte, o meglio l’agonia di un cavaliere medievale. Morris, lo immagina nel suo grande letto, ai piedi di una finestra, dove vede il fiume e i boschi ma quando riapre gli occhi si ritrova di fronte alla luminosa luce di un grande angelo di Dio, che gli sottopone una scelta sotto forma di tessuti, uno rosso e l’altra azzurra, e da questa scelta dipenderà il suo destino.
But, knowing now that they would have her speak,
She threw her wet hair backward from her brow,

Her hand close to her mouth touching her cheek,
As though she had had there a shameful blow,
And feeling it shameful to feel ought but shame
All through her heart, yet felt her cheeks burned so,

She must a little touch it; she stopped at last and said:
“O knights and lords, it seems but little skill
To talk of well-known things past now and dead.

God wot I ought to say, I have done ill,
And you were quite alone and very mightily

The wind was ruffling up the narrow streak
Of river through your broad lands running well:
Suppose a hush should come, then some one speak:

“One of those cloths is heaven, and one is hell,
Now choose on cloth for  ever,  which they be,
I will not tell you, you must somehow tell”…


Ma, sapendo che volevano ascoltarla,
gettò indietro i suoi umidi capelli,

la mano sulla bocca, sfiorando appena la gota,
come se avesse ricevuto un colpo vergognoso,
vergognandosi di non sentire altro che vergogna
nel suo cuore, e tuttavia, sentendo che le sue gote ardevano tanto,

Che doveva toccarle; e come uno zoppo
Si allontanò da Gawain, con la testa
Ancora alta; e sulle sue gote ardenti

Le lacrime s’asciugarono presto; finalmente si fermò e disse:
“Oh cavalieri e signori, pare forse stolto
Parlare di cose, oggi passate e morte.
Dio, che posso dire, ho agito male,
e chiedo a voi tutti il perdono col cuore!
Perché voi  dovete avere ragione, grandi signori – ma

Ascoltate, immaginate che sia la vostra ora,
e siete soli e deboli;
state morendo e intanto
il vento agita i pioppi, agita
La corrente del fiume che attraversa le vostre vaste terre:
Immaginate che ci sia silenzio, e che allora qualcuno parli:

“Una stoffa è il cielo, l’altra l’inferno,
Scegli per sempre un colore, uno dei due,
io non ti dirò nulla, tu devi decidere”...
L'incantesimo di Merlino
Edward Burne-Jones, 1874
Nelle opere artistiche di Morris, possiamo notare anche la collaborazione di altri artisti che come lui hanno sostenuto questo movimento che si è diffuso durante l’epoca vittoriana,  soprattutto E. Burne-Jones, ma nonostante la preponderante influenza di Rossetti, W. Morris è stato molto diverso dal suo amico che come sappiamo è rimasto vittima della sua vita infelice.
Seguendo le varie storie tardo-medioevali, un’altra figura leggendaria è legata alla misteriosa Tavola Rotonda, ovvero Mago Merlino che ha stuzzicato la mente e la penna di Thomas  Malory che ha fantasticato su questo tema che è stato il fulcro del suo epico racconto “Le morte d’Arthur”, che ha ispirato a sua volta Alfred Tennynson e anche i vari film su re Artù.

“Great Hall” di Winchester

In Inghilterra esiste veramente una favolosa tavola rotonda e si trova nel “Great Hall” a Winchester, risale a non prima del XIII secolo e si dice sia stata commissionata dal Re Edoardo III per simboleggiare la vera “Tavola Rotonda” e di conseguenza l’esemplare condotta cavalleresca. La tavola, è stata realizzata con legno di quercia è larga 5,4 metri spessa quasi 5 centimetri e pesa 1,25 tonnellate, un fantastico esempio delle mitiche leggende che stanno alla base della cultura del popolo inglese.

lunedì 23 settembre 2013

Quando attraversi le porte che separano il mondo dei vivi da quello dei morti. Devi essere sicura di poter tornare indietro...


  Eccomi ancora qui, in balia del mio umore ballerino e come per la musica anche le mie letture variano secondo l’umore del momento e considerato il mio amore viscerale per i libri mi lascio trascinare da questa corrente che varia come il vento, dai saggi ai classici, alle poesie, passando per la narrativa d’autore nazionale e straniera e ogni tanto la mia mente si lascia cullare dalle fantastiche avventure con personaggi da sogno e come membro del gentil sesso, non posso che lasciarmi travolgere dagli amori impossibili che a volte meritano un pizzico di brivido, per non colorare il panorama completamente di rosa. Considerando che il mio sogno segreto è trovarmi in una immensa e misteriosa biblioteca e possedere il pass per la libera esplorazione, per poter andare a caccia di libri sconosciuti che non aspettano altro che di essere letti, non potete certo biasimarmi per essere un cocktail di lettura e oggi vi servo una storia fantastica, con un pizzico di brivido e qualche spruzzo di rosa, ed ecco: La maledizione di Ondine, della giovane scrittrice italiana Valentina Barbieri,  che ha fatto il suo esordio attraverso una fantastica autopubblicazione, e la sua prima opera è un racconto intitolato Arèl, che ha pubblicato nell’Almanacco Fantasy di Lettere Animate.
Recensione
 Un’autopubblicazione per un libro che ha entusiasmato il web e fatto parlare decine di blogger entusiasmando i lettori del genere Urban fantasy. Tanto che quando la curiosità è sopraggiunta spinta da una delicata folata di vento che ha riempito l'aria con il suo inebriante profumo, scuotendo i miei sensi da appassionata lettrice, non potevo fare altro che ritrovarmi inevitabilmente a leggere questo libro, che mi ha letteralmente spiazzato.
Beh! Magari vi chiederete, come mai?
La risposta è semplice, non è ciò che mi aspettavo. Infatti, credevo di trovarmi di fronte la classica storia da Urban Fantasy, con il grande amore con un bello ma dannato, invece questa giovane scrittrice a concesso all’amore un ruolo secondario e con una scrittura limpida e fluente come un ruscello in primavera, ma allo stesso tempo molto coinvolgente, infatti è riuscita a toccare le mie note dolenti e mi sono ritrovata a rivivere una scena di uno dei film più terrificanti di tutti i tempi “L’esorcista”, che dopo 40 anni dall’uscita, ho avuto la felice idea di andare a vedere al cinema, praticamente un grosso sbaglio da parte mia e Valentina Barbieri ha riconfermato questa mia idea, dato che è riuscita a farmi sentire la tensione del momento, però in modo elegante, senza andare fuori dagli schemi letterari.
...La porta di ingresso è aperta ed entriamo in un vano scale spoglio e grigio. “Cosa devo aspettarmi? Una contorsionista che vomita dappertutto” Benjamin non coglie il sarcasmo e mi guarda quasi scocciato della mia presenza. Scommetto che si stia pentendo di avermi portato. “Aspettati la tentazione del Male. E rimani in disparte.”... La donna indossa un vestito nero di lana infeltrita. Abbraccia Benjamin e inizia a piangere disperata. “Sono giorni che non mangia. Sono stata costretta a tagliarle i capelli perché se li strappava e si cibava di quelli.”  “È un giorno particolare. La Resurrezione di Cristo sarà solo domani. Oggi il mondo è stato senza Salvezza.” Mi trattengo dallo sbuffare, annichilita dalla desolazione della signora Collins e dalle urla che sento provenire dal fondo del corridoio. Paiono risate isteriche. “Ho dovuto legarla al letto...” ... Rimango sulla soglia a fissare la ragazza sdraiata sul letto sporco, legata ai polsi con due stracci sino alla testata di ferro battuto del letto. La sua magrezza traspare dal pigiama scuro e i suoi occhi infossati mi inquietano. I capelli corti sono strappati in più zone, lasciando intravedere la pelle crostosa del cranio. “Buongiorno Ben, ti sei portato anche la tua puttanella?”...
Infatti La maledizione di Ondine, nonostante l’elettrizzante emozione da brivido lungo la schiena, rimane un Urban fantasy, che vede come protagonista una giovane ragazza universitaria italoinglese, di nome Ondine che sin dalla nascita ha manifestato un particolare potere sentivo, che le permette di entrare in contatto con le anime o inconsci quando abbassa il suo respiro durante il sonno entrando in quella condizione che la scienza medica chiama Ipoventilazione alveolare primitiva o semplicemente “Sindrome di Ondine”, che la trasporta all’interno di un’altra dimensione dove si trova il passaggio tra questo e l'altro mondo e qui che gli inconsci che non hanno pace sono bloccati o cercano di entrare con la forza nel mondo reale diventando violenti e pericolosi. Durante la ricerca di se stessa, Ondine entra in contatto con altre persone che manifestano i suoi stessi poteri e grazie a sua nonna scopre la natura e l’origine del suo potere e di quelli dei suoi simili, che derivano dai cavalieri dell’apocalisse e hanno il compito di proteggere i portali di passaggio tra questa realtà e quella degli inconsci e dare la liberazione con una seconda morte agli inconsci violenti e malvagi. Questo compito è portato avanti da coloro che possiedono i poteri dei cavalieri ovvero i Guardiani che fino a qualche tempo fa erano uniti in una congregazione, a cui appartenevano anche i suoi antenati. 
... i Guardiani rappresentano gli Angeli dell’Apocalisse. Alla mancanza del gusto corrisponde il Cavaliere Bianco, un arciere, simbolo della Resurrezione. Il suo compito è quello di riportare le anime sul loro giusto cammino. Alla mancanza del tatto collegava il Cavaliere Nero, simbolo della Carestia e con una bilancia in mano: a lui è concesso il dono di individuare l’avidità delle anime umane. ... Per l’anosmia... Il Cavaliere Rosso. Simbolo della Guerra e delle Armi. Il suo compito è quello di combattere i demoni. ...  alla mancanza della vista coincide il Quarto Cavaliere, la Morte. Vestito di verde, rappresenta la Pestilenza. Il suo compito è quello di riportare alla morte le anime perdute... Non esistono Guardiani senza udito. In principio fu il Verbo. La prima cosa creata da Dio fu il suono. Il Creatore non può togliere l’udito ai Guardiani. ...
Una storia avvincente che ti trascina in spietate lotte e battaglie interiori degne di un mondo surreale dove le ferite e la morte sono una realtà non un sogno e così con grandi colpi di scena, in uno scenario che viaggia dall’Italia all’Inghilterra fino a Praga dove avviene la ricerca dell’ultimo discendente della potente famiglia che si trova a capo della congregazione di Guardiani i Novacek, Lysandra, che li trascinerà  fino in Romania nel misterioso castello di Iulia Hasdeu, dove si annida il più terribile dei mali, l’anima dannata della più grande assassina di tutti i secoli la contessa sanguinaria Erzsébet Báthory, che tiene incatenata l’anima pura della giovane Iulia e del suo amato padre.
... Il nido di Hasdeu è governato da Erzébeth Báthory, la leggendaria contessa sanguinaria che seviziò e uccise centinaia di giovani. Avrei scommesso che un Dogmatico sarebbe stato il primo a voler liberare tutte le sue vittime...”
 Una storia curiosa e affascinante che si intreccia tra finzione e realtà intorno al misterioso castello ricco di profondo simbolismo, fatto costruire da Bogdan Petriceicu Hasdeu in memoria dell’amatissima figlia Iulia morta prematuramente e intorno alla sanguinaria contessa che si vocifera abbia ucciso circa 600 persone.
 Un romanzo che rivela una buona ricerca storica e scientifica oltre alla bravura di catturare il lettore trascinandolo su una scacchiera dove si trova intrappolato in un potente scacco matto. 
 Beh! Una lettura elettrizzante che di sicuro non annoierà i suoi lettori. 
 Consigliata? Sicuramente si, a tutti gli appassionati lettori che si sentono pronti a farsi avanti e lasciarsi catturare dalla ipnotica voce di un’ondina di nome Valentina Barbieri.