sabato 19 ottobre 2013

I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro. Carlos Ruiz Zafòn ...Ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati.

     Allora, allora... cosa abbiamo trovato nello scaffale...    Numi Paesani, di Americo Brugnola.
   Adesso, immagino vi chiederete: Chi è Amerigo Brugnola e da dove viene fuori questo libro?
  Heh! Heh! La mia libreria avvolte è come quella che troviamo nel bellissimo libro di Carlos Ruiz Zafòn “L’ombra del vento”, sconosciuta e misteriosa e anche se 1250 volumi sono solo una piccola goccia nel mare, in confronto ai 10.000 che la grande Margherita Hack ha donato alla biblioteca di Venezia, per non parlare di quella dei libri dimenticati, ma nel suo piccolo può riservare delle sorprese e questo libro che naturalmente rientra tra quelli in via d’estinzione è un dei tanti “libri dimenticati”, che meritano di essere ricordati.

  Questo libro risale al 1921, è stato impresso dalla Casa Editrice Ausonia a Roma, che naturalmente, non è più in attività da molto tempo.
 Quando guardo i libri dimenticati, mi sento come Daniel Sempere davanti a tutti quei libri sconosciuti, senza nome, ma la loro voce è un eco profondo che risuona nelle orecchie. Così, è anche questo libro, sconosciuto. Dell’autore Americo Brugnola non ho trovato fonti che attestano una biografia, ma solo il suo nome e quello di questo libro che si presenta come un saggio monografico e il contenuto è ambientato nelle campagne di Perugia, lungo la strada Tuderte e racconta di una passeggiata alla scoperta delle rovine e dei luoghi che hanno costituito la cultura di un popolo. I protagonisti di questa passeggiata sono Marino e una fanciulla a cui quest’ultimo ha dato il nome di Naia.
...“Amica mia fra breve voglio condurti con me: faremo insieme un’interessante viaggio, cioè compiremo insieme un pellegrinaggio. Oh, vedrai... vedrai... attraverso luoghi d’immensa delizia... . Ma desidero che  per l’occasione tu muti nome e ne prenda un altro che meravigliosamente ti si addice. Ti chiamerai Naia. ...
La vecchia Tuderte lassù in vetta al poggio s’era già data alla gloria del sole: i campanili, i palazzi, i ruderi delle mura, il tempo della Consolazione fusi in un immenso grogiuolo di bellezza: il pezzo di muro lacero come il vecchio palazzo, l’edificio monumentale come la casa disadorna, anche ciò che si direbbe brutto, tutto , tutto era materiato di bellezza, fuso nell’immenso grogiuolo d’azzurro e oro. Ma in riva al fiume non era arrivata ancora l’onda solare. ...       Poi l’archeologo e Marino, allungando il braccio, cercarono di identificare le catene e le altre montagne più famose portanti un qualche nome, come Nerone, il Catria, il Cetona, l’Amiata, il Velino, il Sirente e i Sibillini e le distese alture ...
 Un libro è un riflesso del suo autore e dal contenuto di questo libro l’unica cosa che posso intuire è la sua passione per la storia e l’archeologia. Che fosse un’archeologo? .... Voi cosa ne pensate?

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