venerdì 19 luglio 2013

Caffè letterario, con un brioso caffè in compagnia di una nuova Bridget Jones

Caffè letterario  
Hello! Good Morning carissimi amici. Splendido sole, noi seduti nella nostra terrazza sul mare avvolti dal suo profumo spinto da una leggerissima brezza, il dolce suono delle acque che fanno da sottofondo al nostro momento di piacere con un caffè che tanto ci ama, sorseggiato in compagnia di un amore di libro come
quello di Maria Murnane, che ci regala una piacevolissima e briosa lettura del colore della carta da zucchero.
  Questa autrice statunitense, ha fatto il suo esordio nel mondo editoriale proprio con questo libro che in Italia è stato pubblicato in questo mese di Luglio dalla Giunti Editore, che ancora una volta ci ha presentato una meritevole scrittrice, che dopo aver lavorato come il suo personaggio come pierre sportiva, decide di dare una svolta alla sua vita, così si trasferisce in un nuovo Paese e mette in mano la penna, regalandoci le frizzanti avventure della  sua Waverly, che continuano nei quattro romanzi usciti negli USA a partire dal 2010, quando ha iniziato a scrivere. Un libro per ogni anno, per farci conoscere la sua Bridget Jones, che dopo aver conquistato gli americani con le sue frasi ad effetto, arriva finalmente anche in Italia per emozionarci e divertirci con le sue storie da bestseller.
 Con un colore che si adatta al nostro mare e al nostro dolce e rilassato momento letterario, la nostra scrittrice americana, ci presenta le goffe mosse della sua Waverly Bryson, che nel suo Paese ha deliziato in modo frizzante OLTRE 100.000 lettori.
  Miei cari amici, quello che ci accompagna nel nostro Caffè letterario è un libro ideale da iniziare in compagnia del nostro caffè, ma che grazie ai suoi effetti secondari, ci sveglierà dal nostro torpore, per poi seguirci briosamente sotto il nostro ombrellone, dove possiamo continuare le avventure della nostra protagonista, una giovane pierre sportiva che ormai alla soglia dei trent’anni, dopo una cocente delusione d’amore inizia, come la nostra amata Bridget a scrivere, solo che invece di un diario, si mette a comporre brevi frasi sull’amore e la vita naturalmente non sono le classiche frasette sdolcinate ma servono a sfogare la sua amarezza in modo pungente e spiritoso. Ma il destino è bizzarro e riserva delle strane sorprese, che come una briosa ventata di freschezza, illumineranno quella che era la sua grigia e disastrosa vita.
 “Sta per succedere. Non riesco ancora a crederci.” Mi sporsi in avanti, verso l’immagine riflessa nel grande specchio verticale del salotto e tolsi  un pallinoo di lanugine dal mio lungo abito bianco. E poi mi voltai verso le mie amiche Andie e McKenna, sedute sul divano dall’altra parte della stanza. “Sono già nervosissima. Non so come farò a percorrere la navata davanti a tutta quella gente” dissi. McKenna si alzò e si versoò un bicchiere di vino rosso. “Bè, sarà meglio che  inizi a pensarci, perché fra un paio di settimane avrai addosso gli occhi di trecento invitati in ghingheri che si aspettano il party dell’anno.” Lisciai la lunga gonna di seta e con un gesto aggraziato posai le mani sulla vita. Emisi un lieve sospiro per allentare la tensione. “Non riesco a credere che sto per sposarmi.” Anche Andie sospirò. “Non riesco a credere che la parata degli sfigati sia finita.”… I miei annali narravano di appuntamenti che sfioravano il ridicolo, e anche se non ne avrei sentito certo la mancanza, mi sarebbe mancato poterne ridere. Avevo collezionato una tale quantità di disastri amorosi da convincermi che il destino avesse deciso di propinarmi anche la parte che sarebbe spettata a McKenna, ormai fidanzata da una vita. Andie era single, e quindi aveva il suo daffare ma la regina incontrastata ero io. …”Ti ricordi di quello che si presentò al secondo appuntamento con il pantalone della tuta da ginnastica?” disse. Poco mancò che McKenna sputasse il vino. “Il tizio della tuta! Come dimenticarlo… E quella volta in cui si stava facendo togliere un callo dalla pedicure su Chestnut Street e il tizio con cui doveva uscire passò davanti alla vetrina dl negozio insieme ai suoi amici?”  “Ah, è vero, quel gran figo di Nate Miller” dissi, facendo una smorfia. “Era il giorno del nostro primo appuntamento.” Fu anche il più Terribile. … “… Credo che la mia – waverlinata - preferita sia quella in cui si spalmò sei chili di autoabbronzante e si presentò alla festa aziendale di quel tipo, Mike, facendo la splendida; come se avere un’abbronzatura del genere a metà dicembre fosse normale.”   “Oddio, vi prego, non ricordatemelo” dissi chiudendo gli occhi e rivivendo per un attimo la mia infelice interpretazione dell’Umpa Lumpa. “Certo che no, mia cara” disse Andie. “Te lo ricorderemo altre mille volte.”… Era un tardo sabato pomeriggio di novembre, ed era trascorso poco più di un anno da quando io e Aaron ci eravamo conosciuti alla raccolta fondi per l’ospedale di San Francisco, dove il fidanzato di McKenna faceva tirocinio. Aaron, che aveva deciso di seguire le orme dei genitori, entrambi avvocati di successo, era socio di un grosso studio legale del centro. All’inizio non avevo dato importanza al nostro incontro; perché avrei dovuto? Lui era ricco, brillante, bello e di parecchi anni più grande di me. Era proprietario di una grande casa vittoriana in cima a Nob Hill e di un modernissimo cottage di legno sul lago Tahoe. Io non possedevo nemmeno un garage. … Aaron era considerato uno dei partiti più appetibili di tutta San Francisco. Io ero, bè… ero quella in piedi accanto a lui al tavolo del buffet. I nostri gomiti si scontrarono di fronte al piatto dei gamberoni o – per meglio dire – feci una “warverlinata” e lo urtai mentre cercavo di infilzare lo stesso gamberone che aveva puntato lui, schizzandogli la salsa cocktail su tutta la manica. … Come sempre quando sono nervosa, iniziai a straparlare di cose senza senso… mi aspettavo che tornasse dalla super top model con tre lauree che avevo dato per scontato che fosse con lui. Ma –sorpresa- non era accompagnato. Ed era lì a parlare con me. Quando mi chiese il numero di telefono quasi mi strozzai. … Sette mesi dopo, in cima alla Coit Tower, mi aveva chiesto di sposarlo. Sembrava una cosa un po’ precipitosa, ma era tutto così eccitante e romantico che mi gettai fra le sue braccia e dissi di sì. … “Wave, non importa che cognome abbia Aaron, quell’uomo è innamorato di te perché sei adorabile e insieme avrete una vita stupenda” Sospirai. “Vorrei che anche papà fosse d’accordo con te.” Il suono del campanello ci fece voltare tutte e tre contemporaneamente. McKenna andò al citofono e premette l’interfono. “Chi è?” Una voce profonda riempì la stanza “Sono Aaron. Posso parlare con Waverly?” Aaron? Adesso? Saltai a nascondermi dietro lo specchio. McKenna mi guardò. “Lo stavi aspettando?”  disse. Scossi la testa. “Gli avevo detto che oggi ero impegnata con i preparativi tutto il giorno e dopo avrei cenato con voi. Chiedigli cosa vuole.”… “Ho solo bisogno di parlare, okay? È importante.” Dalla voce non sembrava in vena di scherzi. … Le feci segno di aprire. … Ebbi subito la sensazione che i suoi passi pesanti sul delicato parquet di casa mia annunciassero cattive notizie. … “Ciao tesoro, cosa succede?”… Si sedette sul divano e mi guardò afflitto. Non appena mi accorsi che aveva gli occhi rossi e gonfi, dimenticai all’istante ogni superstizione e gli fui immediatamente accanto. “Ehi va tutto bene? È successo qualcosa?” Annuì piano. “Stanotte non ho chiuso occhio?” Il padre di Aaron soffriva di cuore. “Sta bene?”  “Si, lui sta bene.” Gli presi le mani. Erano fredde e sudate. …Alla fine il suo sguardo tornò al presente, e mi fissò. Ma non disse nulla. “Tesoro?”“Io… io…” la sua voce era a malapena un sussurro. Attesio per un lungo momento prima che si decidesse a parlare. “Io… io… non credo di poterti sposare” disse infine. Il tempo si congelò in quell’istante. E anch’io. Le mie viscere diventarono di ghiaccio, tanto che l’aria nei polmoni mi faceva male a ogni respiro. … Aaron si girò dall’altra parte, puntando le mani contro le ginocchia. Alla fine decise a voltarsi e mi guardò. “Io non ti amo, Waverly.”…
Autore Maria Murnane
Editore Giunti
Collana: A
Traduttore: Lisa Maldera
Pagine 384
Dimensione: 14x21.5cm
Data di pubblicazione: Luglio 2013
Prezzo 9,90 € 

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