venerdì 21 marzo 2014

La poesia non è di chi la scrive, ma di chi se ne serve.

Benvenuti tra le mie pagine,

Oggi 21 marzo, è un giorno molto importante per la letteratura, perché si celebra la Giornata Mondiale della Poesia, ricorrenza istituita durante la XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco, nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo seguente. Con questa data, che segna anche il primo giorno di primavera, si vuole riconoscere all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturale, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace.
La poesia, è considerata sin dall’antichità la forma più alta del canto. Un linguaggio universale, che sfiora come un petalo gli animi dei suoi ascoltatori.
Accordate ad arte, le singole parole diventano musica quindi, lasciamoci cullare dalle loro delicate note con l’immortale voce di Catullo... Vita e amore a noi due Lesbia
Vita e amore a noi due Lesbia
e ogni acida censura di vecchi
come un soldo bucato gettiamo via.
Il sole che muore rinascerà
ma questa luce nostra fuggitiva
una volta abbattuta, dormiremo
Dammi baci cento baci mille baci
e ancora baci cento baci e mille baci!
Le miriadi dei nostri baci
tante saranno che dovremo poi
per non cadere nelle malie
di un invidioso che sappia troppo,
perderne il conto scordare tutto.
L’allegoria del poeta, cantata dall’Albatros di Charles Boudelaire
L’Albatro
Spesso, per divertirsi, uomini d’equipaggio
catturano degli albatri, vasti uccelli dei mari,
che seguono, compagni indolenti di viaggio,
il solco della nave sopra gli abissi amari.

Li hanno appena posati sopra i legni dei ponti,
ed ecco quei sovrani dell’azzurro, impacciati,
le bianche e grandi ali ora penosamente
come fossero remi strascinare affannati.

L’alato viaggiatore com’è maldestro e fiacco,
lui prima così bello com’è ridicolo ora!
C’è uno che gli afferra con una pipa il becco,
c’è un altro che mima lo storpio che non vola.

Al principe dei nembi il Poeta somiglia.
Abita la tempesta e dell’arciere ride,
esule sulla terra, in mezzo a ostili grida,
con l’ali da gigante nel cammino s’impiglia.
E cosa dire del Nobel della letteratura del 1996, Wisława Szymborska, la poetessa polacca, contraria alle biografie e a alle interviste, che diceva: “Bastano le mie poesie”.
Ringraziamento
Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore non perdonerebbe mai. ... (da "Vista con granello di sabbia”)
Tanti poeti famosi, ma ascoltiamo le giovani voci contemporanee? Allietiamo i nostri cuori con la poesia promettente di una giovane voce  Graziella Benatti, e della sua ode “L’immaginaria follia di un amor
Tu,
io e te,
noi,
il mondo ci unisce,
l’immaginaria follia di averti tra le mie braccia...
Tu che eri e sei ancora bellissima
Un fiore che continua a sbocciare e che regala un immenso profumo di primavera,
fresca e accogliente.
Io con la mia armonia colpisco il tuo fiore
Raccogliendo ogni suo disegno
Ogni suo petalo imprigiona la mia anima
Regalandomi quella sensazione pura di trasparenza
che nel cielo si irradia sfociando in immensi colori,                                               
mille profumi, mille colori che avvolgono il mio corpo,
giocando nei sensi regalandomi ogni giorno il tuo sapore,
la tua essenza la tua purezza dolce come il miele
candida come la neve.
Tutto di te mi ha fatto breccia nella mia esistenza,
da piccola, da adolescente, da adulta...
il mio cuore è lieto di ritrovarti;
cercavo altrove quelle sensazioni
e sapevo che sei stata e sei l’unica essenza della mia vita.
I tuoi occhi cercavano i miei, mille volte
e desideravano le tue braccia di trovare le mie...
Mi pento amaramente di quelle ferite inferte nei tuoi petali
Che ti hanno fatto sanguinare l’anima;
vorrei farti guarire e rasserenarti che non mi perderai mai,
sono qua e ci sono sempre stata fiore dei miei occhi...
il tuo profumo non abbandonerò mai,
presente ad ogni mio passo di vita
continuerai a tenermi per mano.
Per concludere non poteva mancare la nostra Alda Merini, musa ispiratrice della poesia per tanti concorsi. ecco la sua voce profonda mentre legge due delle sue immorali liriche.
Alla Prossima...

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