mercoledì 29 gennaio 2014

Ecco ILLMITZ di Susanna Tamaro, un romanzo che... Ha faticato a trovare la sua strada...

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Oggi, 29 gennaio, sono molte e attesissime le uscite nelle nostre librerie, tra tutte io vi ho già parlato di Onyx, il 2° vol. della saga urban fantasy LUX di Jennifer Armentrout edito da Giunti; così come del 5° vol. della saga Vampire Accademy Anime legate di Richelle Mead edito da Rizzoli; ma ancora non vi ho parlato di lei, una delle mie autrici più amate, Susanna Tamaro, che oggi ha affermato la sua volontà di condividere con i suoi amati lettori, il suo primo manoscritto ILLMITZ. Un’opera, che è stata scritta e chiusa segretamente all’interno di un cassetto, nonostante l’apprezzamento di chi allora aveva letto questo romanzo, e non parlo di comuni lettori, ma di importanti intellettuali triestini, rilevanti nel panorama storico letterario, come: Claudio Magris, Giorgio Voghera, che rimasero colpiti e affascinati dallo stile scarno, sincopato, antiaccademico dell’allora, giovane scrittrice triestina, e da questo romanzo che riflette lo spirito di Hermann Hesse. 
Di Illmitz hanno scritto:
“Lessi il manoscritto di Susanna Tamaro, Illmitz. Un testo duro, incisivo e tagliente, che dice la violenza della vita. Ho cercato invano, inviandoli a molti editori, di farli pubblicare; Illmitz è un testo notevolissimo. (…) Poco dopo Susanna Tamaro avrebbe pubblicato un forte libro di racconti, Per voce sola, da Marsilio, e Va' dove ti porta il cuore, che ebbe uno straordinario successo, anche se a mio avviso poeticamente non regge il confronto con Illmitz.”
Claudio Magris (Corriere della Sera)

“Il protagonista di Illmitz se n'era andato, tormentato da “un malessere profondo”, dalla sensazione di ‘essere nulla in mezzo al frastuono’, che ‘il mondo intero avesse smarrito il senso, la direzione’.
Un disagio esistenziale sordo e profondo  è il tema che appare subito al centro dell'universo narrativo di Susanna Tamaro e ad esso i suoi personaggi reagiscono rompendo gli ormeggi e prendendo il largo. ‘Partire – dice Jiri, il protagonista di Illmitz – mi è sempre parso un gesto ostile’, e così, andandosene alla ventura, egli dichiara la sua guerra privata al mondo com'è, alla solitudine cui si sente dannato, alla famiglia che non c’è più, e se ricompare è soltanto per complicare le cose e tormentare la vita.
Cesare De Michelis (primo editore di Susanna Tamaro)
Ma come mai, la nostra pluripremiata scrittrice triestina, nonostante l’ottimo giudizio di questi esperti, l’ha conservato così a lungo nel cassetto?
La sua risposta a questa domanda è stata: ‘Pubblicarlo prima non avrebbe avuto senso’
Dopo la risposta pragmatica della nostra Susanna Tamaro ecco la risposta del suo primo editore Cesare De Michelis
“Non si tratta comunque di un libro per bambini, come molti altri della Tamaro, ma bensì di un romanzo di formazione, profondo e ricco di significati” (WLibri)
Il romanzo non è molto lungo, solo 126 pagine, ma nonostante la brevità che ricorda la scrittura essenziale di Alessandro Baricco, la nostra celebre scrittrice italiana, ci regala una storia intensa e profonda, di un giovane che nei suoi venticinque anni compie un viaggio importante, che lo porta da Trieste a Illmitz, sul confine dell’Ungheria. Il suo luogo d’origine, si, perché è da questo luogo sconosciuto e distante che proviene la sua famiglia. Questo è un viaggio in cui il protagonista ricerca se stesso, per trovare una giustificazione alla propria inadeguatezza e fragilità, ritrovando man mano nella propria memoria, nei propri fantasmi la sua appartenenza. In questo percorso, il giovane protagonista sarà accompagnato da una galleria di personaggi indimenticabili che si affacceranno sul palcoscenico della propria mente: una cugina, Agnese, vittima di una crisi religiosa, morta investita mentre attraversava una strada a occhi chiusi per verificare l’esistenza dell’angelo custode; la “fidanzata” Cecilia, impiegata a Roma – dove il protagonista si è trasferito –, dotata di una fisicità massiccia e una sessualità esuberante quanto il protagonista è, invece, esile, quasi disincarnato; l’amico d’infanzia Andrea, rimasto nel paese natale, sul Carso, vicino alle proprie radici; il vicino di casa di Roma, subnormale, soprannominato Frankenstein, che urla e litiga con la madre e che il protagonista vede uscire ogni tanto, elegantemente vestito; sua madre, scomparsa da alcuni anni.
Adesso, non ci resta che scoprire quest’altra importantissima pagina della vita letteraria di questa grande scrittrice, per carpire e comprendere meglio il “perché” di tante cose e per amarla, così come lei desidera essere amata, in silenzio, solo attraverso la lettura delle sue opere.

Buona Lettura

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