lunedì 13 gennaio 2014

Caffè letterario - Questa è l'alba di un nuovo inizio. Non ho saputo proteggerti. Ma adesso tutto può cambiare. E saremo ancora insieme.

Buongiorno!!! amici in lettura,
  Beh! Un nuovo anno è appena iniziato, le feste natalizie, sono ormai storia vecchia e il 1° GiveAway della vostra amica “la bacheca dei libri” si è felicemente concluso. La vita riprende il suo corso e una nuova settimana sta per iniziare insieme al tragico lunedì. Uffa!!!... direte voi e io, (perché escludermi? Dico.) ma fortunatamente per voi e per me c’è il nostro amato caffè a darci la carica giusta e se poi aggiungiamo un bel libro allora diventa un caffè letterario coi fiocchi, l’ideale per ricaricare le batterie per una settimana al massimo.

 Pronti con il caffè?
Benissimo!!!
Ecco il libro che vi presento in questo primo caffè letterario di questo 2014.
“Tra la notte e il cuore”, romanzo primo sul razzismo di Julie Kibler.


Non ho saputo proteggerti.
Ma adesso tutto può cambiare.
E saremo ancora insieme.
Così, intitola l’articolo del giornale  Il messaggero, dove parla di questo libro, che è diventato un caso editoriale nel momento della sua comparsa nel panorama letterario. Infatti, a spopolato al Salone del libro di Londra. Un romanzo in parte autobiografico per la scrittrice americana Julie Kibler, che nella sua storia affronta una delle pagine buie della storia americana. Il razzismo. Infatti, ecco cosa ha risposto a questa domanda rilasciata nell’intervista a “Il Messaggero”: Ecco, il razzismo. In "Tra la notte e il cuore" i residenti di Shalerville, con un cartello, avvertono gli afro-americani che debbono lasciare la città prima del tramonto. Sul suo sito, ho letto che la città natale di suo padre aveva la stessa abitudine.
“Questi cartelli, un’autentica offesa alla vita comunitaria, c’erano davvero, anche se io non lo sapevo. Me lo ha confermato mio padre quando abbiamo parlato dell’ambientazione del romanzo che è nato anche nella cooperazione familiare. Era il momento in cui volevo allargare la ricerca alle fonti orali a disposizione per essere più fedele possibile. Quei cartelli c’erano in molte città e hanno continuato ad esserci fino agli anni ”60.”
Quella di “Tra la notte e il cuore” è la storia di un amore impossibile sbocciato nel cuore di una adolescente bianca verso un ragazzo di colore, sullo sfondo degli anni trenta del secolo scorso. Un turbine di eventi che hanno scosso vite e cuori. Ma! Se la vita concede una seconda opportunità? L’opportunità di risanare le ferite del cuore e riaccendere la speranza. Ecco come inizia il viaggio di Isabelle, verso quel luogo dove tutto ha avuto inizio, proprio come la vecchia Rose del Titanic, così dove lei ha lasciato il cuore inizia questa emozionante storia a ritroso nel tempo.
Ora che il caffè è pronto, vi lascio assaporare la sua fragranza insieme a questo caldo e vibrante libro che racchiude un cuore color... Coffee
Miss Isabelle ai giorni nostri
La prima volta che incontrai Dorrie, una decina di anni fa, mi comportai in modo odioso. Quando si invecchia, si dimentica di calibrare le parole. Oppure ci si stanca di preoccuparsene. Dorrie pensò che fosse a causa del colore della sua pelle, ma non era affatto così. Ero in collera, certo, ma solo perché la mia parrucchiera – oggigiorno le chiamano pomposamente Hair-stylist – se n’era andata senza preavviso. Avevo camminato fino al negozio – uno sforzo non da poco quando si è vecchi – e la giovane al banco mi aveva annunciato che non lavorava più lì. Mentre battevo le palpebre alla notizia, innervosita e agitata, lei aveva studiato l’agenda degli appuntamenti. “Dorrie è libera: potrebbe farle subito i capelli”, aveva detto infine con uno strano sorriso. Quando Dorrie mi chiamò, senza dubbio il suo aspetto mi sorprese: era l’unica afroamericana del negozio, per quanto avessi visto. Tuttavia, il vero problema era un altro: il cambiamento. Non fa per me. Significa gente che non sa come mi piace pettinarmi, che mi allaccia la mantellina troppo stretta intorno al collo, che se ne va senza preavviso. Avevo bisogno di un pochino di tempo per adattarmi al nuovo, e immagino che questo trapelasse dalla mia espressione. Anche a ottanta’anni amavo la mia routine, e più invecchiavo, più ci tengo. Immaginatevi ora che ne ho novanta. Novanta. Sono abbastanza vecchia da poter essere la nonna canuta di Dorrie, e anche di più. Fin qui niente di strano. Ma Dorrie? Probabilmente non si immagina nemmeno di essere diventata la figlia che non ho mai avuto. L’ho seguita a lungo di salone in salone quando non riusciva a trovare un punto fermo e a sistemarsi. Adesso è più felice e ha il suo negozio, ma continua a venire a casa mia come farebbe una figlia. Parliamo sempre quando è da me. All’inizio, appena ci eravamo conosciute, chiacchieravamo delle solite cose: il tempo, i fatti di cronaca, le mie soap opera e i miei telequiz, i suoi reality e le sue sitcom. Qualsiasi argomento per intrattenerci mentre mi lavava e acconciava i capelli. Ma con il tempo, quando si incontra la stessa persona una settimana dopo l’altra, anno dopo anno per un’ora o più capita di andare un po’ pià a fondo. Dorrie cominciò a parlarmi dei suoi figli del suo folle ex marito, della speranza di aprire un giorno un negozio tutto suo e del grande impegno che comportava quel progetto. Io sono una buona ascoltatrice. ... Chi l’avrebbe mai detto che dopo dieci anni sarei stata ancora sua cliente, e molto di più? ... Dorrie e io siamo diventate amiche.. ma ci sono ancora molte cose che Dorrie non sa. Cose che non sa nessuno. Se dovessi decidere di raccontarle qualcuno, probabilmente sarebbe a lei. No, sicuramente sarebbe a lei. E penso che sia giunto il momento di farlo. Sono certa che lei, più di chiunque altro, non mi giudicherà, non metterà in discussione il modo in cui si sono svolti gli eventi e le loro conseguenze. Così, eccomi qui a chiederle di accompagnarmi nel lungo viaggio dal Texas a Cincinnati, attraverso mezza nazione, per aiutarmi a sistemare le cose. Non sono orgogliosa di dover ammettere che non posso farlo da sola. Ho fatto molto da me finora, se non ricordo male. Ma questo? No, di questo non posso occuparmi da sola. E nemmeno voglio farlo. Voglio mia figlia con me; voglio Dorriie...


 Ecco il commento di una lettrice, Maria Iardino:
"Bel viaggio"..."Leggere questo romanzo mi ha fatto vivere un viaggio tra presente e passato, culture amore e... buona lettura".














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