lunedì 7 ottobre 2013

Caffè letterario: “basta un fiocco di neve per cambiare il proprio destino”.

                     Buongiorno carissimi lettori,
  inizia una nuova settimana e non potendo tornare indietro, non ci resta che andare avanti e consolarci con un delizioso caffè e un bel libro, che oggi sarà delicato e fresco come “neve a primavera,, un romanzo di Sarah Jio.
Sarah Jio, una giornalista e scrittrice americana, che ha fatto il suo esordio in Italia lo scorso anno con l’apprezzato libro “Il diario di velluto cremisi” , che è diventato un successo internazionale come fa sapere la rivista femminile “ELLE”:
Ora ritorna a emozionare i lettori italiani con questo romanzo che come dice il Publishers Weekly: “Un romanzo unico, che mescola con sapienza misteri e amori, segreti e sentimenti.”.
Amori, misteri o segreti e sentimenti, cosa vuole dirci Sarah Jio?
Unico riferimento a queste emozioni, che sono due facce della stessa medaglia e la NEVE, fresca e leggera che fiocca come delicati petali di ciliegio nel mese di maggio.
Due sole volte si è verificato questo singolare evento che ha legato il 1933 e il 1910 stuzzicando l’interesse giornalistico di una redattrice che svelerà il mistero legato alla scomparsa di un bellissimo angelo di nome Daniel al dolore della madre e sotto questo dolore una profonda e impossibile storia d’amore.
Eccolo il libro che iniziamo a degustare con il nostro caffè, dove  “basta un fiocco di neve per cambiare il proprio destino”. Un romanzo edito dalla casa editrice NORD.

Tutto ha avuto inizio a Seattle, 1° maggio 1933.
Uno spiffero gelido s’infilò attraverso le assi del pavimento, facendomi rabbrividire, e mi strinsi addosso il maglione di lana grigio. Gli rimaneva un unico bottone ma, a cinque centesimi l’uno, il solo pensiero di rimpiazzare quelli che mancavano mi sembrava un lusso inutile. E poi, ormai era primavera. In teoria, almeno. Lanciai un’occhiata alla finestra di quella piccola stanza al secondo piano, ascoltando il fischio cupo, furioso del vento. I rami del vecchio ciliegio sbatterono contro la facciata con una forza tale da farmi sobbalzare: il vetro non avrebbe retto a un altro colpo. Non mi potevo permettere di farlo riparare, non quel mese. In quel preciso istante, qualcosa d’inaspettato catturò la mia attenzione, facendomi dimenticare per un attimo le preoccupazioni. Il cielo era un mulinare di germogli rosa pallido. Sorrisi. Proprio come la neve, pensai con un sospiro. “Mamma?” squittì la vocina di Daniel, da sotto le coperte. Scostai la trapunta blu, piena di rattoppi, e scoprendo il suo viso bellissimo, incorniciato di boccoli biondi e morbidi come quelli di un angioletto. Ormai aveva tre anni, guance rosee e paffute e occhi di un azzurro così intenso da togliere il fiato, ma quando dormiva aveva la stessa espressione del giorno in cui era venuto al mondo. A volte, all’alba entravo in punta di piedi nella sua stanza e lo guardavo, stretto al suo orsacchiotto di pezza, che aveva un orecchio strappato e il fiocco di velluto blu ormai logoro, ma lui non se ne separava mai. “Che c’è tesoro?” gli chiesi mentre mi inginocchiavo al letto in legno di pino, lanciando un’altra occhiata fuori, preoccupata per il tempaccio che infuriava. Che razza di madre sono, a lasciarlo qui tutto solo in una notte del genere? Mi chiesi, sospirando. Dl resto, che alternative avevo? Caroline faceva turno e io non potevo portarmelo di nuovo in albergo, non dopo quello che era successo il finesettimana precedente. Estella lo aveva trovato a dormire nella suite del nono piano e lo aveva scacciato dal piumino caldo come se fosse stato un topo sorpreso col muso in un barattolo di farina. Daniel si era spaventato a morte e io per poco non avevo perso il posto. Feci un respiro profondo. No, sarebbe stato benissimo lì a casa, il mio piccolo angelo, al caldo e al sicuro nel suo lettino. Avrei chiuso la porta a chiave. I muri erano sottili, ma la porta, quella sì, era robusta. Mogano massiccio, con una bella serratura in ottone. Trasalimmo entrambi quando sentimmo bussare, di sotto. Un martellare incalzante, ostinato, violento. Daniel fece una smorfia. “ È di nuovo lui mamma? È l’uomo cattivo?” mi chiese con una voce ridotta a un sussurro. Gli posai un bacio sulla fronte, cercando di nascondere la paura che mi schiacciava il petto. “Stai tranquillo amore mio. Forse  è solo zia Caroline. Tu stai qui, vado a vedere”.  Gli dissi prima di alzarmi. Scesi le scale e per un attimo rimasi paralizzata in soggiorno, chiedendomi che cosa fare. I colpi  alla porta continuavano ancora più forti e rabbiosi. Sapevo chi era, e che cosa voleva. Guardai la mia borsetta: non c’era che un dollaro, dentro, al massimo due. Ero in ritardo con l’affitto di tre settimane; finora avevo tenuto a bada Mr Garrison accampando scuse, ma adesso... E la mia paga se n’era andata per fare la spesa e per comprare un paio di scarpe nuove a Daniel. Non poteva più andarsene in giro con quelle ciabattine minuscole, poveretto. Toc, toc, toc...
Claire Aldridge Seattle, 2 maggio 2010
 Spalancai gli occhi, premendomi una mano sul ventre. Di nuovo quella fitta lacerante. Come lo aveva chiamato, la dottoressa Jensen? Ah si, “dolore fantasma”, una sorta di memoria cellulare del trauma. Fantasma o no che fosse, quel dolore insopportabile mi faceva compagnia al risveglio ormai da Natale. Rimasi lì qualche istante a indugiare nel ricordo... “Ethan?” sussurrai , mentre tendevo il braccio verso il suo lato del letto. Sentii solo le lenzuola, lisce e fredde: era di nuovo uscito all’alba. Mi sollevai, prendendo la vestaglia dalla sedia a righe  bianche e blu che avevo accanto. Il telefono stava suonando con insistenza, e mi diressi in soggiorno. ... Quella mattina, però, non trovai ad aspettarmi il solito panorama che tanto mi affascinava. In effetti, non c’era nessun panorama, perché era tutto... bianco. Mi strofinai di nuovo gli occhi e tornai a osservare la scena al di là dei doppi vetri. Neve. ...

 Che allettanti enigmi cari amici, chissà come andrà a finire questa storia, mi metto subito a leggerlo e a scoprirlo insieme a voi, questo intricante libro che ha catturato la mia attenzione mentre passeggiavo tra gli scaffali della libreria, che sia un nuovo amore? Beh! vediamo cosa ci riserva la lettura. Aspetto i vostri commenti magari avete già letto questo libro perché non stuzzicate la mia curiosità? Fate conoscere anche la vostra opinione.

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