sabato 29 giugno 2013

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News, Margherita Hack
"È l’icona del pensiero libero e dell’anticonformismo”
          Umberto Veronesi

 Cari amici, ieri sera, si è spenta una stella nel firmamento della scienza, diciamo addio alla nostra signora delle stelle, la grande scienziata e astrofisica Margherita Hack, che è stata la prima donna in Italia a dirigere un osservatorio astronomico e ha contribuito in modo considerevole alla ricerca per lo studio delle stelle pubblicando numerosi lavori originali su riviste internazionali e libri sia divulgativi che universitari. Per 23 anni ha diretto l’Osservatorio di Trieste, dal 1964 al 1987, portandolo a diventare partner di grandi progetti di ricerca internazionali, come il Very Large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), il Large Binocular Telescope (Lbt) sul Monte Graham in Arizona, il satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e lo European Extremely Large Telescope. Il contributo scientifico di Margherita Hack riguarda anche l’astronomia agli ultravioletti, possibile soltanto dallo spazio in quanto i raggi ultravioletti vengono assorbiti dall’atmosfera.
Ha ricevuto riconoscimenti importanti sia nel mondo della scienza che in quello dei diritti civili. Si è battuta per la tutela degli animali ed è vegetariana convinta sin da bambina. Si è fatta riconoscere sempre per la sua capacità di far sorridere ma anche per le sue capacità intellettuali. Nel 1980 ha ricevuto il premio "Accademia dei Lincei" e nel 1987 il premio "Cultura della Presidenza del Consiglio".
Come segno di riconoscimento le è stato anche intestato l'asteroide 8558 Hack, scoperto nel 1995.
Il suo ultimo libro è uscito a Maggio 2013 e si intitola Nove vite come i gatti. I miei novant’anni laici e ribelli, edito dalla BUR
  Leggiamo un passo del suo ultimo libro e lasciamo andare una stella, che non si spegnerà mai, ma brillerà per sempre nel magnifico firmamento della scienza.
… “Chi siamo noi? Da dove veniamo? Qual è il senso della nostra vita? Cosa ci aspetta dopo la morte?”. Sembriamo dei dischi incantati, non sappiamo far altro che dire: “Noi qui… noi là… noi siamo… noi faremo…”. Anche quando abbiamo la pancia piena e oziamo sotto il firmamento, anche quando la mente è sgombra da ogni preoccupazione, non siamo in grado di guardare oltre noi stessi e di pensare di appartenere a un sistema assai più complesso, un organismo di dimensioni impensabili del quale il genere umano non è che una minima parte. …

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