sabato 29 marzo 2014

OTTIERO OTTIERI: Un romanziere non sarà mai un organizzatore di uomini. Egli ama l'organizzazione ma, fatalmente, quella dei suoi personaggi.

Agenda letteraria

Benvenuti tra le mie pagine...

E bene si!  “A VOLTE RITORNANO”. Aspettate, non sto parlando della storica serie di racconti da brivido di Stephen king, che ha ispirato anche il film omonimo, diretto da  Tom McLoughlin. Ma a ritornare è la mia storica rubrica giornaliera, dedicata agli scrittori, dove si ricorda la loro nascita e si cita un brano delle loro opere. Purtroppo a causa degli impegni quotidiani, mantenere la puntuale frequenza di questa rubrica è stata dura, ma ogni tanto deve ritornare per ricordare, che gli autori e le loro opere vivranno per sempre. E oggi 29 Marzo, la mia amata agenda letteraria mi ricorda la nascita di Ottiero Ottieri, lo scrittore che è stato considerato il “Pioniere della letteratura industriale”. 
questo titolo, gli è stato concesso per via dei suoi scritti, ma fondamentale è stato il suo diario che è stato pubblicato inizialmente a tralci sulla rivista di Vittorini e Calvino “Il Menabò” . Il diario, che riporta un periodo complessivo di dieci anni, precisamente dal 1948 al 1958, e si compone di diciotto taccuini, numerati da II a XIX, cui si devono aggiungere quattro quaderni “in bella copia” numerati da I a IV, nei quali si possono leggere una serie di considerazioni e di suggestioni non sempre di carattere strettamente personale. Infatti, accanto ai passi autobiografici, sul tema del suicidio e del dolore, si possono leggere anche trascrizioni di articoli di giornale, porzioni di libro, passi di lettere, lunghe citazioni in lingua straniera, note, promemoria e così via. Questi taccuini industriali, sono diventati un libro grazie alla Bompiani editore solo nel 1963 con il titolo di “Linea gotica” e subito si aggiudica il Premio Bagutta dello stesso anno.  Ora vi lascio con un passo tratto da quest’opera:
Una linea gotica, mentale per me taglia a mezzo l’Italia. Ci vivo a cavallo. I dilemmi spirituali dell’anima, si proiettano nella geografia. Una scelta interiore si camuffa da scelta di una città e non è del tutto un camuffamento. Roma è il mio essere. Milano il mio dover essere.

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