venerdì 14 giugno 2013

Incontriamo... Alessandro Perissinotto


Incontriamo…

                                   Alessandro Perissinotto
 Cari amici dopo il successo di Alessandro Perissinotto alla selezione per il Premio Strega, viene spontaneo chiedersi: “Cosa rende il suo libro così speciale per ricevere così tanti consensi?” La domanda, è pertinente perché molti erano i libri validissimi, quindi approfondiamo la conoscenza di questo scrittore e cerchiamo di scoprire insieme il messaggio del suo romanzo “Le colpe dei padri”.


   Un libro, rappresenta una parte dell'autore, quindi è da lui che bisogna partire e chiederci, chi è, Alessandro Perissinotto, cosa lo ha avvicinato alla scrittura, ha scritto altri libri e se li ha scritti, di che genere sono?
Alessandro Perissinotto, è attualmente professore all’università di Torino, dopo la laurea in lettere con una tesi in semiotica, inizia subito a dedicarsi al mondo della multimedialità, alla realizzazione di prodotti didattici, al linguaggio dei segni nelle fiabe, con i suoi primi saggi Gli attrezzi del narratore. Pubblica, insieme a Gian Paolo Caprettini, il Dizionario della fiaba.
Nel 1997, inizia a scrivere romanzi di genere poliziesco, il suo primo libro si intitola L’anno che uccisero Rosetta, è ha scelto un’ambientazione anni ’60, in un paesino piemontese chiamato Balme, dove un commissario indaga sulla morte di una giovane avvenuta vent’anni prima. L’editore è la casa editrice Sellerio, così come gli altri 2 romanzi La canzone di Colombano del 2000 e Treno 8017 del 2003. Lo scenario è sempre il Piemonte e i fatti si svolgono nel 1533 e nel 1946 e il genere è sempre noir.




  Dopo questi primi romanzi, segue Al mio giudice, nel 2004, con la casa editrice Rizzoli, con il quale si aggiudica diversi premi letterari, tra cui il Premio Grinzane Cavour. Il genere è sempre noir, ma non c’è l’ambientazione storica, i fatti avvengono nel presente è un romanzo epistolare, in cui avviene  uno scambio di e-mail tra un presunto omicida latitante e il giudice che gli dà la caccia.          Anche nei romanzi successivi l’autore mantiene lo scenario al presente, e realizza una trilogia, dove la protagonista è Anna Pavese una psicologa che si ritrova ad indagare su omicidi. Dopo sette romanzi gialli, il nostro autore, decide di cambiare genere, infatti il suo penultimo romanzo, Per vendetta, tratta una storia che sfugge alle logiche dell'investigazione e si basa su fatti legati alla realtà, toccando lo stato emotivo dei suoi personaggi che portano le ferite ancora aperte di una violenza che nessun perdono può guarire.  I fatti si svolgono nell'Argentina dei nostri giorni, ma le ferite sono quelle lasciate dalla dittatura militare. Come gli altri, anche questo romanzo è attraversato da una continua ricerca della verità, ma non ci sarà più un detective, non ci saranno crimini da svelare, perché i crimini della dittatura li ha già svelati la Storia; tutto ciò che i protagonisti dovranno fare sarà sanare quelle ferite, nel modo più crudele, sfiorando il confine con la follia.

Analizzando i suoi romanzi, si può notare come questo scrittore ami ragionare in stile poliziesco, dando spazio ad analisi e deduzioni e anche se per il momento sembra aver cambiato genere, questo suo modo di pensare si riflette sui suoi personaggi, infatti se facciamo attenzione alla storia e al protagonista di Le colpe dei padri, possiamo notare tutti questi elementi. La trama, ruota attorno a Guido Marchisio, un torinese di 46 anni, dirigente di una multinazionale, appoggiato dai vertici, e compagno di una donna bellissima e molto più giovane di lui, la sua è una vita in continua ascesa, fino al 26 ottobre 2011, una data che crea una frattura tra ciò che Guido è stato e quello che non potrà mai più essere. Quella mattina, infatti, ha un incontro non previsto che insinua in lui il dubbio che esista da qualche parte un suo sosia, un gemello dimenticato, un suo doppio misterioso e sfuggente. Giorno dopo giorno, il dubbio diventa ossessione e l’esistenza dell’ingegner Marchisio inizia, prima piano poi sempre più velocemente, a percorrere la stessa rovinosa china della sua azienda e della sua città. Di tutte le sicurezze costruite col tempo, non rimane più nulla, per colpa di quel sospetto, tutto sembra scivolare via da lui, come se accompagnasse l’emorragia che lentamente svuota l’industria italiana. Andare a fondo significherà per Guido affacciarsi all’orlo di un baratro e accettare l’inaccettabile.
Questo libro oltre ha mostrare una costruzione che si adatta al suo genere preferito, ci mostra anche la città dove è nato e cresciuto il nostro scrittore, come era e come è diventata, ma ci mostra anche come bisogna trovare il coraggio di fare i conti col proprio passato e accettare le colpe dei padri.



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